La trasposizione cinematografica dei racconti di Giovannino Guareschi con gli indimenticabili Fernandel e Gino Cervi nei panni dei nemici-amici Don Camillo e Peppone è una delle massime espressioni della cultura italiana del dopoguerra.
Mi rendo conto di adoperare parole forti, ma ritengo giusto tributare il meritato onore a quest'opera popolare, che in modo trasversale è arrivata ad un pubblico vastissimo, di diverse estrazioni sociali e culturali, oltre che di varie generazioni.
Il giudizio che ho dato con le cinque stelle, non si riferisce solo a questo film, "Il ritorno di Don Camillo", che è il secondo della raccolta e forse nel complesso quello che personalmente preferisco, ma deve essere inteso come riferito all'intera serie di cinque pellicole, ciascuna delle quali non tradisce gli elementi caratterizzanti di queste opere, che ne hanno fatto la fortuna, e che sono principalmente l'atmosfera popolare, i valori sani ed autentici, il senso di comunità, l'esaltazione della vita semplice.
In definitiva sono pellicole che descrivono la provincia italiana, che costituisce la parte maggioritaria del paese, e permettono un po' a tutti di rivedercisi: per questo quando si guardano i film dedicati a Peppone e Don Camillo, si ritrova sempre qualcosa di familiare.
Ancora oggi questi film vengono trasmessi in prima serata dai canali televisivi della tv generalista commerciale, segno che straordinariamente ancora incontrano il gradimento del grande pubblico che, come il sottoscritto, non si stanca di riguardarseli, anche se ormai saremo alla ventesima volta. Eppure ogni volta è un piacere.
Questa seconda pellicola della serie è quella che inizia con Don Camillo in esilio, e termina col paesello sfollato a causa dell'alluvione, dove è solo Don Camillo che rimane.
I personaggi di contorno contribuiscono alla riuscita delle pellicole, come anche in questo caso dove si segnalano sugli altri il vecchietto Spinelli ed il "Nero", uno dei rossi della banda di Peppone (entrambi interpretati da due attori francesi), che sono protagonisti del divertentissimo episodio della vendita dell'anima.
Infine una menzione la meritano le voci fuori campo, quella del narratore e quella del Cristo che parla con Don Camillo: due elementi essenziali che contribuiscono alla magia di queste pellicole intramontabili.
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