Mezzogiorno di fuoco |
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Un film di Fred Zinnemann.
Con Thomas Mitchell, Gary Cooper, Lloyd Bridges, Grace Kelly, Katy Jurado.
continua»
Titolo originale High Noon.
Western,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 85 min.
- USA 1952.
MYMONETRO
Mezzogiorno di fuoco
valutazione media:
4,71
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UN UOMO SOLO, MA CON UNA DONNA AL FIANCOdi DOMENICO RIZZIFeedback: 7134 | altri commenti e recensioni di DOMENICO RIZZI |
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giovedì 8 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Difficile trovare aggettivi per questo autentico capolavoro del western, a suo tempo destinatario di ben 4 Oscar e di moltissime critiche da parte dei conservatori: John Wayne lo definì addirittura “il film più antiamericano che sia mai stata realizzato”. Il motivo risiede principalmente nel comportamento della cittadinanza di Hadley, che pianta in asso il proprio marshal Will Kane (sceriffo, nell’edizione italiana) di fronte al ritorno di quattro pericolosi criminali, ciò che fa gridare allo scandalo la gente convinta che gli uomini del West non siano dei codardi. In realtà, l’intento del regista Fred Zinneman è più sottile e vuole rappresentare la storia di un uomo solo che si ritrova, quale unica alleata, la propria giovane moglie, per giunta di fede quacchera, cioè non violenta. Del resto il medesimo tema verrà trattato molti anni dopo da Clint Eastwood ne “Lo straniero senza nome”, senza suscitare alcuno scalpore perché i tempi erano ormai cambiati e il maccartismo – che negli Anni Cinquanta inquisiva e perseguiva tutti i sospettati di attività antiamericane – era ormai un triste ricordo del passato. In poche parole, si potrebbe definire questo film come perfetto, sia per l’intensa caratterizzazione dei personaggi, quanto per il suo svolgimento generale: in “Mezzogiorno di fuoco” non vi è infatti una sola scena superflua, e la sua durata corrisponde effettivamente a quella della finzione cinematografica. All’impeccabile recitazione degli attori – Gary Cooper, Lloyd Bridges, Grace Kelly, Katy Jurado, Lon Chaney, Lee Van Cleef – si aggiunge una scenografia in bianco e nero molto efficace, che tratteggia con sapienti inquadrature i luoghi di questa cittadina del New Mexico, dalla stazione dove i banditi attendono l’arrivo del loro complice per consumare la vendetta ai danni di Kane, alle vie polverose del centro, all’interno del saloon, dove fervono le discussioni e fioriscono le scommesse su chi riuscirà a spuntarla fra i contendenti. Il Gary Cooper piuttosto anziano (all’epoca 53 enne) lega benissimo, contro tutte le previsioni di una produzione abbastanza scettica, con la 22 enne Grace Kelly, che recita la parte della moglie Amy. Molto efficaci le parti di Katy Jurado (Helen Ramirez) ex amante di Kane e del bandito Frank Miller (Ian Mc Donald) una messicana che è riuscita a farsi una posizione in una città di gringos prevenuti verso la gente meticcia (otterrà il Golden Globe come miglior attrice non protagonista) e di Lloyd Bridges (vicesceriffo Harvey Pell) padre dell’attore Jeff Bridges non ancora affermato. Essenziale, quasi si tratti di un film di John Ford, il duello finale, nel quale anche la timida e apparentemente tremebonda Amy dà una mano al marito uccidendo un fuorilegge con una pistolettata alla schiena. Kane affronta i delinquenti eliminandoli uno ad uno – tranne quello abbattuto da Amy – senza la consueta ritualità teatrale che accompagnerà molti film western, particolarmente quelli italiani, in seguito. Meritati i 4 Academy Award a Cooper (miglior attore protagonista)Williams e Gerstad (miglior montaggio) Dimitri Tiomkin (colonna sonora) Ned Washington e Dimitri Tiomkin (miglior canzone: Do not Forsake me oh my Darling, divenuta successo mondiale per merito del cantante italo-americano Frankie Laine). Ad essi si aggiungono 4 Golden Globe, a Cooper, alla Jurado, a Floyd Crosby per la fotografia e al solito Tiomkin. Grande risposta anche del pubblico. Costato poco più di 700.000 dollari, il film ne incassò 12 milioni soltanto in USA e Canada. “Mezzogiorno di fuoco” rimane, con la sua lineare semplicità, un modello che tutti i cineasti di western, soprattutto quelli molto inclini alle esagerazioni, dovrebbero tenere sempre in considerazione. L’American Film Institute lo ha collocato al 27° posto nella classifica dei 100 migliori film americani di ogni tempo.
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