Cantando sotto la pioggia

Film 1952 | Musical, +13 103 min.

Titolo originaleSingin' in the Rain
Titolo internazionaleSingin' in the Rain
Anno1952
GenereMusical,
ProduzioneUSA
Durata103 minuti
Regia diStanley Donen, Gene Kelly
AttoriGene Kelly, Cyd Charisse, Debbie Reynolds, Donald O'Connor, Jean Hagen Millard Mitchell, Dawn Addams, Ray Milland, Douglas Fowley, Rita Moreno, Bobby Watson.
Uscitalunedì 5 dicembre 2022
TagDa vedere 1952
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 4,70 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Stanley Donen, Gene Kelly. Un film Da vedere 1952 con Gene Kelly, Cyd Charisse, Debbie Reynolds, Donald O'Connor, Jean Hagen. Cast completo Titolo originale: Singin' in the Rain. Titolo internazionale: Singin' in the Rain. Genere Musical, - USA, 1952, durata 103 minuti. Uscita cinema lunedì 5 dicembre 2022 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 4,70 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 15 dicembre 2023

Hollywood 1927. Don Lokwood, attore del cinema muto, è l'idolo degli spettatori che amano l'avventura. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, In Italia al Box Office Cantando sotto la pioggia ha incassato 21,5 mila euro .

Cantando sotto la pioggia è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato assolutamente sì!
4,70/5
MYMOVIES 5,00
CRITICA 5,00
PUBBLICO 4,11
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un capolavoro assoluto ed indiscusso del musical che riunisce al proprio interno diversi piani di lettura.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 1 dicembre 2022
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 1 dicembre 2022

Don Lockwood e Lina Lemont sono una coppia di star del cinema muto hollywoodiano. Quando il cinema diventa sonoro i due si devono rapidamente adattare al cambiamento. Per Don questo non si presenta come un problema mentre per Lina lo è perché possiede una voce decisamente sgradevole. Kathy, una giovane attrice, viene ingaggiata come sua doppiatrice e il sentimento che prova Don fa sì che Lina non ne sopporti la presenza.

Quando Stanley Kubrick decise di far fischiettare al drugo Malcolm McDowell "Singing in the Rain" mentre si apprestava a compiere uno stupro sapeva bene (peraltro come sempre) quel che faceva. Citava un film spartiacque per omaggiarlo e, al contempo, appropriarsene (pare, tra parentesi, che sia rimasta insoluta la questione dei diritti).

Perché Gene Kelly e Stanley Donen non hanno solo realizzato una pietra miliare del genere (con una sequenza che tutti hanno visto almeno una volta) ma hanno anche saputo operare una riflessione sulla settima arte nel momento in cui si trova davanti mutamenti epocali. Il passaggio dal muto al sonoro è stato uno di quelli che maggiormente ha segnato il futuro del grande schermo. Ecco allora che un film in cui il suono e la musica vengono utilizzati al massimo del loro potenziale ci ricorda quanto siano complesse le fasi di passaggio.

Per chi, ancora oggi, vede il film, tutto sembra assolutamente naturale perché Kelly e tutti coloro che lo circondano sanno nascondere la fatica della preparazione necessaria e delle prove con grande levità. Se dobbiamo credere a Debbie Reynolds ed al suo volto angelico dobbiamo prendere atto che, come lei stessa dichiarò: "Cantando sotto la pioggia e il parto sono le cose più dure che ho fatto nella mia vita". Tanto sforzo per un film perfetto.

Forse ne è valsa la pena perché qui siamo di fronte ad un musical che parla del cinema e lo fa non solo con leggerezza ma anche con grande ironia sin dai primi minuti. A partire da una sceneggiatura che sembra avere impressa a lettere di fuoco in ogni pagina la parola 'ritmo', si affrontano i temi che da sempre interessano, in modi diversi, il pubblico e la critica. Come affrontare un linguaggio del quale si scoprono nuove potenzialità del tutto inattese fino a poco prima? Come giocare (il 'to play' britannico) mantenendosi in equilibrio perfetto tra rappresentazione 'realistica' e finzione dichiarata (si veda in proposito la lunga sequenza della Broadway Melody)?

Kelly fonde così il 'suo' musical con quello alla Vincente Minnelli e il suo Un americano a Parigi e si concede presenze magnetiche come quella di Cyd Charisse che entra in scena e ne esce pochi minuti dopo lasciando il segno. Riesce anche, con nonchalance, ad ammonirci ricordandoci che, grazie al doppiaggio, finiamo con il considerare 'attori' dei bei volti o dei bei corpi a cui manca però un elemento fondamentale: la voce.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?

Hollywood 1927. Don Lokwood, attore del cinema muto, è l'idolo degli spettatori che amano l'avventura. Ma la Warner ha prodotto Il cantante di jazz, primo film parlato, e, improvvisamente, attori e storie diventano superati. Occorre dunque correre ai ripari. Dopo il fiasco colossale dell'ultimo "muto" gli attori prendono lezioni di dizione. Qualcuno ha attitudine, qualcun altro no, come la prima diva, viziata e cattiva, che ha la voce stridula. Fra le tante invenzioni ecco il doppiaggio, una vera e brava cantante darà la sua voce alla diva. In tutto questo Gene Kelly balla col suo amico Donald O'Connor e amoreggia con Debbie Reynolds. Questo film viene ritenuto da molti il più bel musical di tutto il cinema, per ironia, fantasia, intelligenza e qualità musicale. Insieme a Un americano a Parigi (dell'anno prima e vincitore di ben 9 Oscar) è la massima espressione di Gene Kelly - attore, regista, cantante, coreografo e ballerino - che deve essere considerato il più grande uomo-spettacolo del cinema per somma di attitudini. Sono presenti molte scene entrate nel mito: dal fantasmagorico ballo di O'Connor che si arrampica sui muri alla tenda che smaschera il trucco del doppiaggio davanti a centinaia di persone, al numero centrale di Cyd Charisse moderna e sexy, allo strepitoso "a solo" di Gene Kelly nella pioggia, che canta e balla Singin' in the Rain. Il film, che a più di quarant'anni di distanza, non ha perso nulla della sua freschezza, impreziosendosi anzi per la nostalgia... di quei film che non si fanno più.

Pino Farinotti

Nel gennaio del 1952 la Metro Goldwyn Mayer distribuiva, anche da noi, Singin' in the Rain. In tutta la storia del cinema e dello spettacolo non esiste espressione che abbia rappresentato la gioia di vivere con altrettanta felicità. Gene Kelly che balla e canta sotto la pioggia non è solo una sequenza, ma un disegno d'evasione che non era mai stato, e non sarà più, riscontrabile. La storia non ha alcuna pretesa, parla dell'invenzione del doppiaggio. Che i grandi musicals non avessero trama era una regola d'oro, assolutamente aderente alla prima opzione del cinema, che è il disimpegno. Ma all'interno di questo quadro «Singing» è un'opera d'arte autentica. Lo scopriamo adesso che il cinema è stato legittimato verso l'alto; adesso che ci accorgiamo che i passi di Kelly non sono meno rigorosi di quelli di Nureyev; adesso che sentiamo che le arie di Nacio Herb Brown (chi era costui? ecco chi è) non avranno la costruzione melodica di un classico, ma sono infinitamente più divertenti; adesso che scopriamo quanto ci sia indispensabile divertirci. Con la qualità. Quando Donald O' Connor, lo straordinario furetto che fa i salti mortali sulle pareti, canta "Make 'Em Laugh" (falli ridere), non fa altro che avallare quel concetto, sacrosanto e benemerito. Viva qualcosa che fa ridere in quel modo, senza rutti, peti e ghigni da horror. Il film era firmato da Kelly e da Stanley Donen, magnifico profeta di quell'evasione. Un nome meno mitizzato di altri, come Welles o Kubrick, ma che meriterebbe di esserlo. "Singing" non è solo il trionfo della felicità, ma un film perfetto. In cinquant'anni non ha perso un punto di vedibilità (Welles ne ha persi, e come). E questo è quasi un miracolo. Tutto è attuale, il sapore, i contenuti, l'ironia, i tempi. Soprattutto la tecnica, incredibilmente, non appare obsoleta. A un certo punto assistiamo al "montaggio di un film parlato", uno zibaldone di canzoni classiche del musical montate con effetti che danno davvero la sensazione della computer grafica. E Donen non disponeva che di una moviola. La memoria del cinema rimanda, fra le tante sequenze degne di esser ricordate, quella della prima del film "parlato", coi disastrosi disguidi relativi, come il sincrono che salta. E poi i balletti, come, Moses Supposes, e poi il numero centrale «The Broadway Melodies Ballet», con Syd Charisse e le sue movenze davvero troppo sexy per l'epoca. Ribadisco dunque la definizione di Cantando sotto la pioggia opera d'arte felice, dove l'aggettivo "felice" è solo un'appendice sdrammatizzante per non disturbare i puristi. Un film come questo fa bene.

Sei d'accordo con Pino Farinotti?

CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 7 maggio 2014
matteo bettini 15 gennaio

Cantando sotto la pioggia rivela al mondo cinematografico la bravura e l'abilità non solo di G. Kelly ma pure di D. O. Connor, simpatico e brillante attore/ballerino noto per la serie di film su Francis, il mulo parlante. Il cast femminile non è da meno, con Jean Hagen - brava a interpretare la star svampita e doppiata in modo sublime dalla stessa doppiatrice della nera Prissy di Via col Vento, una [...] Vai alla recensione »

giovedì 22 luglio 2010
il cinefilo

TRAMA: La storia si svolge durante il periodo di transizione dal cinema muto a quello sonoro e un gruppo di personaggi si ritrova "coinvolto" in questo passaggio:un famoso divo del cinema(Gene Kelly,anche regista insieme a Stanley Donen),la sua compagna dalla voce orrida(Jean Hagen),la sua futura fidanzata(Debbie Reynolds) e un suo compagno(Donald O'Connor)che si ritrovano a fronteggiare [...] Vai alla recensione »

venerdì 6 gennaio 2012
Filippo Catani

Negli USA della fine degli anni '20 due famosi attori del muto cercano di adattarsi all'imminente arrivo del cinema sonoro. Questo porta dei problemi specialmente alla protagonista femminile che non ha esattamente una voce da usignolo. Un ottimo musical giustamente pluripremiato che, oltre alle belle musiche e ai meravigliosi balletti e costumi, offre non solo una serie di divertenti battute [...] Vai alla recensione »

domenica 8 settembre 2019
samanta

The sun's in my heart è una frase della canzone Cantando sotto la pioggia che dà il titolo al film, che era considerato il capolavoro dei film musicali, dico era perché questo titolo spetta a ormai a La La Land. Chazelle ha saputo ispirandosi ai vecchi musical tra cui questo rinnovare profondamente il genere, approfondendo la trama spesso molto esile in questi film, amalgamando [...] Vai alla recensione »

sabato 14 giugno 2014
Luigi Chierico

I fratelli Lumiere nel 1888 realizzano la prima proiezione che apre il mondo al cinema muto,da Chaplin a Rodolfo Valentino e tanti altri. Nel 1927 il primo film sonoro “Il cantante di Jazz” manda a casa tanti attori del muto. Quella che sembrava una crisi per le case cinematografiche, si rileva invece, per Hollywood, quella fortuna nota come “la mecca del cinema”.

martedì 22 novembre 2011
Hobbit-in-the-Hole

Quanto è bello questo film! E dire che l'ho sempre evitato con un certo "timore" perchè temevo che un film musicale mi avrebbe annoiata! Invece l'ho trovato allegro e brioso! I pezzi musicali sono azzeccati, ben eseguiti, ben ballati e coinvolgenti (mi è piaciuto in particolare "Good Morning": è un pezzo che mette davvero allegria!); la trama [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 ottobre 2010
Lalli

non sono un'amante del genere ma mi è cmq piaciuto, ottimo film.

venerdì 27 novembre 2009
Tony71

Belle canzoni, straordinari numeri musicali, invenzioni scenografiche da capogiro, magistrale abilità di Gene Kelly, anima e corpo di questo memorabile e coinvolgente omaggio a Hollywood.

giovedì 18 novembre 2010
lukytells

è uno dei capisaldi del musical. secondo me va visto e rivisto, e non stantga mai. nonostante il tempo è uno dei rari esempi di film che non stanca mai, e lo puoi vedere e rivedere tranquillamente.

martedì 9 giugno 2009
atticus

Non c'è dubbio: il più grande musical di tutti i tempi!Splendidi i numeri musicali entrati nella storia, inarrivabili gli interpreti (e Kelly è un angelo giunto sulla terra direttamente dal Paradiso per rendere un pò più bello questo mondo), sorprendentemente originale la trama, gustosa ironia. Non stanca mai e lo si vedrebbe con piacere anche tutti i giorni.

sabato 13 agosto 2016
street_spirit

Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto

venerdì 5 agosto 2016
street_spirit

Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto così tanto

mercoledì 26 novembre 2014
IuriV

Commedia musicale come non se ne fanno più, questo film gioca con il mondo del cinema. Ambientato nel 1927, nel momento in cui le pellicole scoprivano il sonoro, l'opera analizza in chiave scherzosa il modo in cui i divi dell'epoca sono stati costretti a confrontarsi con un mondo diverso. Abituati alla grande gestualità, dover affrontare una recitazione più posata dev'essere stato un trauma per nulla [...] Vai alla recensione »

Frasi
Non sa muoversi, non sa cantare, non sa ballare: è multiforme.
Una frase di Cosmo Brown (Donald O'Connor)
dal film Cantando sotto la pioggia
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 25 dicembre 2022
Raffaele Meale
Quinlan

Ne è passata di acqua sotto i ponti dai giorni gloriosi e vivacissimi di Ernest & Celestine del trio Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner. I primi due, Aubier e Patar, hanno proseguito lungo la loro strada consueta, lavorando insieme a progetti accostabili all'orso e alla topolina, ovvero le varie avventure tra piccolo e grande schermo di Chien Pourri, senza però dimenticare le follie di [...] Vai alla recensione »

sabato 17 dicembre 2022
Claudio Fraccari
La Voce di Mantova

Uscito nel 1952, settant'anni dopo "Singin' in the Rain" di- mostra la sua genialità. Innanzitutto, esso costituisce una summa di Hollywood; non solo perché, ambientato nel 1927, tematizza la crisi del cinema muto causata dall'avvento del sonoro. Vi si tratta pure dello star system, dell'invenzione del doppiaggio, della sostanziale esilità del musical quanto a trama ma la sua esplosività a livello [...] Vai alla recensione »

lunedì 5 dicembre 2022
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Il musical per antonomasia, e la si potrebbe chiudere qui, cosa vuoi dire ancora su Singin' in the Rain che oggi torna sul grande schermo, e chi non schioda dal divano peggio per lui peggio per lei. Stanley Donen e Gene Kelly raccontano il passaggio del cinema dal muto al sonoro e tutto è perfetto: le musiche, le coreografie, il cast (Debbie Reynolds giovanissima, le gambe infinite di Cyd Charisse, [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
lunedì 5 dicembre 2022
 

Regia di Stanley Donen, Gene Kelly. Un film con Gene Kelly, Cyd Charisse, Debbie Reynolds, Donald O'Connor, Jean Hagen. Da oggi al cinema in versione restaurata. Guarda il trailer »

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