Mario Gromo
La Stampa
Da Becky Sharp a La Cucaracha, un film e un balletto, nei quali il technicolor del dottor Kalmus dava di sé due primi saggi abbastanza accettabili (convincenti in al cune inquadrature del film, e quasi in tutte del balletto, per il semplice fatto che questo era stato interamente ripreso in istudio), da allora, in quindici anni, è proprio il caso di dire che il colore, sullo schermo, ce ne ha fatte vedere di tutti i colori. La frigida indipendenza di complesse reazioni chimiche è apparsa come l'ostacolo più grave all'interpretazione cromatica che il regista-artista vorrebbe liberamente dare al suo quadro. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (6539 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957