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Il film di J.Renoir si colloca a metà strada tra lo stile documentaristico(per quanto riguarda le tradizioni e i modi di vivere della popolazione indiana nei pressi del fiume Gange)e il cinema"rosa"(come si evince dai vari battibecchi tra le figlie di un importante famiglia borghese in nome di un uomo di cui sono ambedue innamorate)benchè quest'ultimo elemento prevalga sul primo e questo fatto potrebbe anche infastidire a seconda dei punti di vista.
IL FIUME può apparire invecchiato se si confronta la civiltà indiana descritta nel film con quella attuale(che soffre di pesantissime divisioni sociali tra ricchezza e povertà)ma la sua capacità di descrivere le varie fasi di un intera cultura è davvero affascinante e così anche la sua intelligenza nell'affrontare il tema della vita e della morte descrivendoli come il"naturale corso delle cose"poichè non appena una vita viene a mancare(il bambino ucciso dal serpente)un altra viene al mondo(il nuovo nascituro)pronta a far proseguire la vita sulla terra malgrado le disgrazie da cui viene perennemente afflitta.
Lo spettacolo esotico che avvolge il fiume è bellissimo e,a suo modo,vale da solo l'intera visione del film.
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