Totò sceicco

Gian Luigi Rondi

La formula più in voga degli ultimi “Totò” è la parodia di qualcosa che sia stato già ampiamente trattato o dal cinema o dal teatro o dalla letteratura. Questa volta oggetto degli sberleffi del nostro comico è il mito della favolosa Atlantide, ripescato in parte fra le pagine del celebre romanzo e in parte fra le sequenze dell’ancora più celebre film di Pabst. Di solito non sono molto indulgente con questo genere di parodie (e non credo, onestamente, di doverlo essere mai, neanche in omaggio ad un frainteso rispetto per l’opinione del pubblico) oggi, però, non mi è difficile ammettere che il film – nonostante la facilità delle sue situazioni comiche, l’ovvietà un po’ meccanica degli equivoci da cui la vicenda prende le mosse e il grasso spirito farsesco che generalmente lo pervade senza un attimo di fine umorismo – ha condotto in porto con una certa amabilità le sue intenzioni satiriche, ameno nella smaliziata evocazione della Legione Straniera, gustoso nella descrizione, per metà tragica e per metà comica, della misteriosa Atlantide. [...]

di Gian Luigi Rondi, articolo completo (1664 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 7 Dicembre 1950