Mario Gromo
La Stampa
Nella corsa a staffette dello spettacolo il teatro ha «passato» al cinema, di cambio in cambio, di sezione in sezione, molte delle sue prerogative; doveva perciò presto o tardi venire anche la volta del monologo. Un tempo, quando quello teatrale era lo spettacolo per eccellenza, non c'era serata d'onore di un attore che si rispettasse senza il fuori-programma, fra il secondo e il terzo atto, di una chiacchieratina predisposta, studiata, mïniata. Uno degli ultimi fornitori di quei testi, fu, se non erro, Gandolin; ma, con la sua firma fin troppo facile, quella risorsa e quella consuetudine decaddero, scomparvero. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2831 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957