Mario Gromo
La Stampa
Con questa sua «commedia cinematografica in tre atti e 620 quadri», come egli stesso la definisce, e da lui ideata, sceneggiata, dialogata e diretta, Giovacchino Forzano rievoca la figura di Benvenuto Cellini, individuandone un episodio di raro interesse. È il ritorno del Cellini dalla corte di Francia a Firenze per soccorrervi la sorella Liberata che, rimasta vedova con sei figlie, è in estrema miseria. «Signore Iddio, - esclama il Cellini nella sua Vita, - tu che sai la verità, conosci che questa mia gita a Firenze è solo per portare un'elemosina a sei povere meschine verginelle e alla madre loro mia sorella carnale». [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2230 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 30 dicembre 1939