L'angelo del male |
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Un film di Jean Renoir.
Con Jean Gabin, Gérard Landry, Fernand Ledoux, Simone Simon, Jenny Hélia.
continua»
Titolo originale La bête humaine.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 100 min.
- Francia 1938.
- VM 16 -
MYMONETRO
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Zola, Renoir, Gabin, un trio di geni.di figliounicoFeedback: |
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sabato 7 dicembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un capolavoro del realismo poetico francese del ‘38 rifatto in chiave noir nel ’54 da Lang. Il titolo italiano capovolge arbitrariamente e senza ragione il ruolo di protagonista, sia del film di Renoir che del romanzo di Zola da cui è tratto, spostando il baricentro del dramma dalla figura del macchinista, Jacques Lantier ovvero Jean Gabin, la bete humain preda di improvvisi raptus omicidi, al personaggio della casalinga insoddisfatta, interpretata da Simone Simon, la piccola femme fatale di provincia moglie del vice capostazione alla quale ben si attaglia, per il bel visetto innocente e l’anima nera da subdola manipolatrice, la definizione di angelo del male. La locomotiva umanizzata con il nome di Lisa rappresenta per il protagonista l’amica fedele, compagna di tante avventure, che a differenza delle donne reali non potrà mai tradirlo ed al contempo, metaforicamente, la sua incapacità di relazionarsi con l’altro sesso a causa della consapevolezza delle conseguenze pericolose della propria fragilità psichica. La sequenza iniziale della lunga corsa sui binari del treno, che attraversa veloce piccole stazioni deserte e paesaggi agresti, con la ripresa in soggettiva dalla locomotiva, suggerisce la simbiosi dell’uomo con la macchina e la sua pace interiore nell’assenza totale dell’elemento umano. Spoiler. Il macchinista, sia per Zola che per Renoir, è un eroe tragico, la cui figura è esaltata dal confronto con la meschinità della coppia di assassini. Il loro delitto, infatti, freddamente pianificato serve soltanto a dare soddisfazione all’orgoglio maschile del capostazione, umiliato dalla relazione, forse incestuosa, della moglie con il suo vecchio padrino, quello di cui si macchia il protagonista, invece, è un omicidio d’impeto, frutto della sua malattia, forse ereditaria per l'alcolismo familiare, e della incapacità di accettare l’abbandono dell’amante. Lantier piuttosto che commettere un delitto a freddo preferisce dare la morte alla donna amata e suicidarsi; negli anni ’30 l’eroe seppur negativo di una tragedia greca, oggi soltanto l’ennesimo femminicida in cronaca nera.
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