Contessa di Parma

Mario Gromo

Questo film elegante e piacevole, ci dà soprattutto due sorprese. La prima si chiama Blasetti. E un nuovo Blasetti, quello che qui ci appare. Lieve, smaliziato, sorridente. Assai lontano dal Blasetti dei film di massa; e dal Blasetti «temperamento». Perché non si svela nessun segreto di farmacia se si dice che il regista di Vecchia guardia, da qualche tempo godeva di questa fama: è un temperamento. Come a segnalare virtù e pericoli, del cosiddetto temperamento. Non era bastato che egli ci avesse dato parecchi film, alcuni dei quali contano nella nostra cinematografia recente; non era bastato che egli giungesse quasi d'un balzo a porsi tra i pochissimi giovani in nome dei quali era finalmente lecito parlare d'un cinema italiano; non era bastato che alcune delle sue imprese egli le avesse volute affrontare munito soltanto del suo entusiasmo. [...]

di Mario Gromo, articolo completo (2963 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 4 aprile 1937