La vita futura |
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Un film di William Cameron Menzies.
Con Raymond Massey, Margaret Scott, Edward Chapman, Derrick De Marney, Ralph Richardson.
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Titolo originale Things to Come.
Fantascienza,
b/n
durata 92 min.
- Gran Bretagna 1936.
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E' ancora un film che merita di essere vistodi antipaticoFeedback: |
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martedì 5 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vista l’epoca in cui fu girato, è ancora un grande film. Certo, per molti aspetti mostra gli anni che ha (e son tanti, più di 75), tuttavia per alcuni aspetti può essere definito addirittura profetico; per esempio ipotizzare lo scoppio di una guerra mondiale collocandola al 1940 (anche se scoppierà nel 1939); anticipare la figura del dittatore che promette che «la vittoria finale è ormai vicina» anche se palesemente la guerra è persa e tiene il suo popolo in una condizione di isolamento e paura; l’idea di un mondo ipertecnologico che farà sì che l’uomo perda il contatto con la natura vivendo un mondo del tutto artificiale. Un film che non è, alla fine, né pro né contro la tecnologia e il progresso, che pone delle domande e –com’è giusto che sia – non dà delle risposte perentorie - al di là di certe frasi un po' sentenziose fatte pronunciare ai protagonisti nella parte finale. Molto belli per l’epoca gli «effetti speciali» ben più curati e credibili sicuramente di quelli cialtroneschi dei film di fantascienza degli anni ’50 e ’60. Come al solito da guardare nella versione originali in lingua inglese con sottotitoli anche per gustare meglio la bella partitura di Sir Arthur Bliss, insigne compositore britannico (molto efficace nella prima parte – si noti il contrasto voluto tra la musichetta allegra che si sente sullo sfondo e i primi bombardamenti che si vedono nella notte; si scoprirà nell’inquadratura immediatamente seguente che la musica non è ‘aggiunta’ ma proviene da una radio; contrasto tolto nella versione in lingua italiana). Ovviamente alcune scelte oggi risultano discutibili ma del resto nel ’36 non si potevano ancora immaginare gli aerei a turbina (ma c’è un’interessante anticipazione dell’elicottero che verrà) e le basi spaziali tipo Cape Canaveral (anche se in nuce l’idea c’è). Un film quindi da vedere, per cinefili e amanti dell’archeologia fantascientifica, se non altro per molte idee poi copiate spesso in modo maldestro da molta cinematografia di second’ordine e priva d’idee che imperverserà negli anni ’50 e ’60.
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