Mario Gromo
La Stampa
Augusto Genina è tra i pochissimi nostri registi che abbiano vittoriosamente superate le varie tappe che il cinema nel suo cammino ha compiuto. Appartiene alla vecchia, alla vecchissima guardia, ché la cinematografia torinese dei beati tempi lo aveva già ai primi posti; e il suo gusto si è puntualmente scaltrito e aggiornato, man mano che le sue esperienze lo portavano in diversi paesi, in contatto con le tecniche più diverse. A lui si devono alcuni dei saggi migliori del primo cinema italiano, ancora di lui si ricorda una toccante riduzione di Addio giovinezza; già fin da allora aveva dimostrato di possedere un taglio sicuro, un gusto concreto e vibrante del particolare, un colore profuso da una tavolozza duttile e pronta. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2726 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 4 marzo 1936