Mario Gromo
La Stampa
Era interessante vedere come il regista de I Nibelunghi, Metropolis, Il testamento del dottor Mabuse, si fosse adattato agli imperativi di Hollywood; e come quel suo stile tutto scatti, allusioni, e, anche, oscurità si fosse piegato alla chiarezza discorsiva, sovente qualsiasi, che a Culver City si pretende. In Furia sono evidenti le limitazioni che il suo temperamento ha dovuto subire; ma è anche evidente il fermo proposito di voler creare un'opera autonoma, a dispetto di quelle limitazioni. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2681 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957