Paraninfo |
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Un film di Amleto Palermi.
Con Maria Denis, Angelo Musco, Rosina Anselmi, Enrica Fantis, Carlo Petrangeli.
continua»
Commedia,
b/n
durata 92 min.
- Italia 1934.
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Un Musco (versione paraninfo) trascinante!di parpignolFeedback: 2027 | altri commenti e recensioni di parpignol |
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sabato 3 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non credo che Palermi abbia avuto grandi difficoltà nel dirigere questa simpatica commedia del 1934 dal sapore, per noi del XXI secolo, antichissimo. Angelo Musco, indimenticato caratterista siciliano di inizio secolo scorso, è di una verve verbale e fisica instancabile, e riesce perfettamente a vestire i difficili panni di un uomo che, non avendo più soddisfazione dal lavoro essendo in congedo e non riuscendo ad avere figli, passa il suo tempo libero combinando matrimoni per la gioia di vedere almeno gli altri avere figliolanza. Va da sè, già da questo primo 'sunto della trama, che sarebbe stata impresa ardua per chiunque interpretare un personaggio con un range di interessi e possibilità così ridotto... eppure il Musco ci riesce: è eclettico, indomabile, multiforme e marionettistico, pur senza tracimare mai nel surreale. Per lo spettatore è impossibile, fin dalla sua prima comparsa in scena, non parteggiare per lui, tremando e un po' fremendo (nonostante la palese bonarietà della pellicola destinata ad un pubblico anche un po' rurale) quando le sorti dell'(orgogliosamente) "ex brigadiere d' Finanz'" improvvisamente si capovolgono, dopo che il tentativo di accasare le sorelle Macamé (Rosina Anselmi e Maria Jacobini) naufraga goffamente per un malinteso, e i due uomini da ammogliare (gli ottimi Camillo Pilotto e Carlo Petrangeli) se ne adontano. Specchio di un'Italia di e con altri tempi, riemergono situazioni comiche che fanno sorridere: l'accezione del matrimonio come un buon affare da combinare (nonostante l'amore sia cantato nella canzoncina orecchiabile e carina che musicalmente accompagna inizio, intermezzi e finale del film), la -ancorché farsesca- sfida a duello, retaggio ottocentesco ancora molto popolarmente sentito a quei tempi, da farsi rigorosamente di nascosto dal maresciallo dei Carabinieri, in quanto vietata, e il "dare un bacio" alla propria moglie, nel significato metaforico di fare all'amore con lei! Insomma: la trama si snocciola docilmente, tra bastoni da passeggio che ruotano senza mai colpire, e l'incontenibile mimica di Angelo Musco il cui personaggio, alla fine, ottiene l'agognata notizia che, forse, lo terrà distratto dal combinare matrimoni e rischiare in prima persona. Mi sento di consigliare la visione di questo film che presenta un bel mondo semplice in una cornice rustica giostrando una trama a lieto fine che non ha particolari sbavature se non, all'essere proprio pignoli, il brusco "taglio" finale, quando da un Don Pasquale Minnedda bellicoso in cerca del suo fantomatico "sfidante" si passa direttamente alla lieta scena delle nozze finalmente riuscite, segno che tutto è tornato a posto, senza che lo spettatore debba preoccuparsi del "come" o del "quando".
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