Frankenstein |
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Un film di James Whale.
Con Colin Clive, Mae Clarke, John Boles, Boris Karloff, Edward Van Sloan.
continua»
Horror,
b/n
durata 70 min.
- USA 1931.
MYMONETRO
Frankenstein
valutazione media:
4,22
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Agli albori della paura.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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mercoledì 21 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film icona del cinema, questo Frankenstein narra le avventure del famoso dottore alle prese con la sua creatura. Si tratta di uno dei primi horror a sconvolgere le menti degli spettatori e ai suoi tempi dovette combattere anche con censure piuttosto pesanti. Vederlo con gli occhi di oggi significa perdere parte dell'aspetto terrificante che aveva all'uscita nelle sale, tuttavia non è difficile riscontrare come un lavoro simile abbia fornito molta ispirazione a chi si è cimentato col genere successivamente. Al di la di una trama a volte sbrigativa e a un approfondimento dei personaggi non sempre acuto (del resto è un film di un'ora e poco più), rimangono impresse alcune caratteristiche che hanno reso immortale questa pellicola. La scenografia su tutte, con quel laboratorio costruito all'interno del mulino, che sfrutta l'immaginario fantascientifico fatto di elettricità e interruttori, ponendolo all'interno di un ambiente tipicamente gotico; o gli esterni fittizi, che dimostrano la creatività degli artigiani che ci hanno messo le mani. Il tutto sfruttato grazie a una fotografia cupa, in cui la luce ha un che di salvifico in alcuni passaggi, ma che quasi sempre rimane nascosta. Se l'interpretazione generale si porta dietro ancora un certo bagaglio da film muto, spesso a causa dell'impostazione nelle inquadrature, Boris Karloff dona al suo mostro un tocco di umanità che ribalta un po' il concetto del mostro. Difficile non provare pietà per lui quando viene assediato nel mulino ed infine ucciso dall'elemento di cui ha più paura. Così come si fatica a non rimanere impressionati dall'immagine del mulino in fiamme. Poi c'è la scena della bambina, forse uno dei primi momenti di vera crudezza nel mondo del cinema di finzione. Gli autori hanno avuto problemi con quelle sequenze e non è difficile capire il perché. Tuttavia, grazie sempre allo splendido mostro di Karloff, anche in queste impietose inquadrature filtra una indole infantile più che cattiva, di una creatura che non sa quello che fa, perché una volta venuta al mondo nessuno si è occupato più di lei. E' una sensazione forte questa, che il film cerca di trasmettere per tutta la sua breve durata e va a contrapporsi con la reazione selvaggia della massa, accecata dall'odio e subito decisa a fare la pelle al gigantesco umanoide. Un'impostazione che ribalta il concetto dell'horror quando il genere era ancora ai primi vagiti. Un film da vedere se se ne ha la possibilità. Se non altro per capire da dove Mel Brooks ha tratto i maggiori spunti per la sua parodia.
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