Titolo originale | De Nuevo Otra Vez |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Argentina |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Romina Paula, Rosario Cervio |
Attori | Ramon Cohen Arazi, Esteban Bigliardi, Mariana Chaud, Denise Groesman, Romina Paula Pablo Sigal, Monica Rank. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,51 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 novembre 2019
L'esordio alla regia dell'attrice, scrittrice e autrice teatrale Romina Paula.
CONSIGLIATO SÌ
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Romina è di ritorno a Buenos Aires, dov'è cresciuta, per stare un po' con sua madre. Con lei c'è il figlio Ramon di tre anni, il cui padre è rimasto nella loro casa di Cordoba. Una separazione soft, di comune accordo, che dia tempo a entrambi di riflettere sullo stato di una relazione ancora viva ma sempre più complicata da gestire. Nel frattempo, Romina si ritrova in un limbo esistenziale, tra gli amici di gioventù, i ricordi di famiglia, e forse la tentazione morbida di una vita pronta a essere riscritta.
Le premesse piuttosto tradizionali di Again Once Again celano, come un segreto di famiglia scoperto in un vecchio album, un'opera complessa e di ampio respiro che si rivela tanto personale quanto generazionale.
L'esordio di Romina Paula alla regia sarebbe sorprendente, se questa attrice argentina non vantasse anche una carriera parallela che l'ha già vista pubblicare tre romanzi e mettere in scena un paio di opere teatrali. La ricchezza del suo primo film è evidente fin dalle scene iniziali, ambientate in una Buenos Aires di periferia e illuminate da un perenne tramonto.
Allo spaccato domestico, con una nonna contenta di godersi il nipotino in visita, si aggiungono note più malinconiche, fotografie di infanzia e conversazioni in tedesco che trasformano la normale storia di una donna in crisi in un mosaico fatto di pezzi mancanti. Molti di questi pezzi sono di natura autobiografica, come nelle altre opere di Paula: il padre scomparso prematuramente, un'amicizia che è sopravvissuta agli anni, e la storia di antenati che dalla Germania si sono trovati "per sbaglio" in Argentina.
Siamo dalle parti di Transparent, o del cinema coraggiosamente personale di Sarah Polley, per il modo delicato in cui la ricerca di sé viene legata al patrimonio familiare, e per come "la sincronia e la diacronia non si incrociano, ma si sovrappongono".
Sperimentando con nuovi partner e nuovi desideri, Romina è prigioniera di questa sovrapposizione sulla soglia di casa, quando, sempre mamma ma all'improvviso di nuovo adolescente, deve assicurarsi che nonna e figlio siano sistemati prima di uscire con il suo studente di tedesco. Figlie che diventano madri, e madri che ritornano figlie: una circolarità vertiginosa che Paula mette in scena con occhio fiero e cuore aperto, da regista già temeraria.
In crisi coniugale la regista argentina torna dalla mamma, di origine tedesca, col proprio bambino, cercando di fare il punto della sua vita. Autoritratto sincero e partecipato, che scava nella quotidianità tra quadretti familiari e chiacchierate con le amiche e un ragazzo che vuole andare a Berlino. Sincero, ma anche senza scintille. Da Il Gazzettino, 29 novembre 2019