Titolo originale | Piazzolla - The Years of the Shark |
Titolo internazionale | Piazzolla, the Years of the Shark |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Argentina |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Daniel Rosenfeld |
Attori | Astor Piazzolla, Daniel Piazzolla, Walter Santoro, Diana Piazzolla, Jacobo Fijman Carlos Gardel, Vicente Piazzolla, Arthur Rubinstein, Alberto Ginastera, Asunta Mainetti, Aníbal Troilo, Nadia Boulanger, Amelita Baltar, Gerry Mulligan. |
Uscita | venerdì 8 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | ExitMedia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,02 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 ottobre 2021
Un vivido ritratto del musicista e compositore argentino Astor Piazzolla. In Italia al Box Office Piazzolla - La rivoluzione del tango ha incassato 19,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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"Suonare il bandoneón è come pescare gli squali, bisogna farlo in piedi, in entrambi i casi serve una forza eccezionale e soprattutto nessun problema di schiena...". Si apre con questa 'affermazione' il documentario Piazzolla - La rivoluzione del tango, giustificando il suggestivo titolo originale (Piazzolla, the Years of the Shark) e donando il tono a questo ritratto immersivo.
Diretto da Daniel Rosenfeld e nutrito dalle registrazioni analogiche pescate negli archivi familiari, il suo documentario ritorna sulla vita, quella intima e quella professionale, del compositore argentino che aveva visto l'avvenire del tango.
Artista visionario (1921-1992), che avrebbe compiuto cento anni nel marzo 2021, Astor Piazzolla ruppe la barra del conformismo musicale e cacciò gli squali con la stessa pugnacità. Davanti al grande oceano blu della tradizione si compie la sua rivoluzione che conosce marosi e giorni pieni di sole. Piazzolla ha dedicato la vita e un'energia illimitata a fare uscire il tango dalle sale da ballo per condurlo in quelle da concerto. Nessun rispolvero ma una trasformazione culturale: produrre un tango da ascoltare elevando il valore artistico di questa musica urbana, nata alla fine del XIX secolo.
La rivoluzione lo aveva condotto al "Tango Nuevo", aveva spezzato l'economia restrittiva e codificata del genere per aprirlo a nuove proposizioni. Ma reinventare i codici estetici ha un prezzo che Piazzolla paga caro al suo Paese, in cui dimora incompreso per sempre, e alla sua famiglia, che lascerà per proseguire una ricerca progressiva e incessante.
Del resto, creatività ed emozioni sono intimamente legati nelle sue composizioni che trascendono i generi e hanno radici in un'infanzia newyorkese. Un "c'era una volta in America" dove un padre regala al bambino il bandoneón, tracciando per sempre il suo destino. E a quel padre, Vicente Piazzolla, immigrato italiano che lo inizia al tango, anni dopo l'artista scriverà un 'requiem' ("Adiós Nonino"). Al suono gagliardo del bandoneón, incarnazione virile del genitore, risponde un violino inconsolabile, versamento lirico che testimonia l'innovazione melodica del figlio.
Di questo tema, "il più bello della mia vita", dirà Piazzolla, nel 1960 l'autore cederà i diritti in cambio di quattro biglietti di ritorno per l'Argentina. Perché la carriera dell'artista conosce giorni bui. Troppo rivoluzionario per gli estremisti della tradizione, troppo classico per gli anticonformisti, il compositore si impone letteralmente a colpi di polso, scrivendo e suonando pezzi maggiori all'incrocio tra jazz, rock e tango.
Daniel Rosenfeld, conosciuto per film che spaziano tra vari generi, ha diretto nel 2018 un documentario che ricostruisce la parabola biografica di Astor Piazzolla, un esponente di punta della storia del tango. La famiglia, dell'artista deceduto nel 1992, ha messo a disposizione una serie di registrazioni audio che permettono di scoprire l'ascesa dell'artista e la portata della sua rivoluzione che ha [...] Vai alla recensione »
Oltre alla poesia e alle risse, Astor Piazzolla aveva due passioni. Il tango, che rivoluzionò, e la caccia allo squalo, che praticò finché poté. «Un giorno scrivo e l'altro pesco, perché quando pesco penso»: i due interessi sono meno slegati di quanto appare, e Rosenfeld, che sottotitola il film Los años del tiburón, "gli anni dello squalo", lo sa. Anziché infarcire il doc di teste parlanti, costruisce [...] Vai alla recensione »
Capita, durante la visione di Piazzolla. La rivoluzione del tango, di farsi lambire dalla tentazione di guardarlo a occhi chiusi. È chiaro, la chiave d'accesso al personaggio è anzitutto musicale: dici Astor Piazzolla e configuri immediatamente un mondo, quello del nuevo tango, e una terra, l'Argentina degli emigranti, che su quel suono così iconico ha plasmato un'identità nazionale e segnato un intero [...] Vai alla recensione »