Titolo internazionale | Farewell to the Night |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | André Téchiné |
Attori | Catherine Deneuve, Kacey Mottet Klein, Oulaya Amamra, Kamel Labroudi, Stéphane Bak Mohamed Djouhri, Amer Alwan, Tamara De Leener, Jacques Nolot, Célia Rachedi-Delhaie, Raida Rus, Mama Prassinos, Hanna El Hmaimi, Lahcen Elmazouzi, Jean Corso, Abdelkader Bouallaga, Elisabeth Puig, Emmanuel Santa-Cruz, Elodie Mas, Laura Garcia (III), Sébastien Justafré, Raphaël Escudié, Suzanne Berteloot, Johanny Dubreu, Kristel Petit Vargas, Yvan Pourtau, Alima Amraoui, Zoé Debbi, Alice Blanché, Salem Adimi, Nohaila Ayrir, Salim Bouzrouddah, Maéva Charrière, Sihem Kaddar, Maëlle Rouifed, Ayoub Touati, Ismaïl Touati, Mansou Vissimbayev, Marc Defresne, Olivier Raluy, Jean-Luc Sintes, Sana Zazouli. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,30 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 13 febbraio 2019
Non è facile accettare che una delle persone che ami di più al mondo abbia delle idee opposte alle tue.
CONSIGLIATO SÌ
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La settantenne Muriel gestisce un allevamento di cavalli nelle campagne francesi ai piedi dei Pirenei. Suo nipote Alex, che la donna ha cresciuto dopo la morte della madre, è giunto in visita prima di un lungo viaggio. Il ragazzo dice di volersi trasferire in Canada, ma in realtà ha deciso con la fidanzata Lila, grazie alla quale si è convertito all'islamismo, di arruolarsi nelle file dell'Isis in Siria. I cambiamenti insospettiscono Muriel, la quale scopre tutto dopo il furto di un'ingente somma di denaro che dovrebbe finanziare la fuga di Alex.
Ambientando la sua storia nella primavera del 2015, tra gli attentati a Charlie Hebdo e al Bataclan, Téchiné osserva attonito, attraverso lo sguardo di Catherine Deneuve, la scelta incomprensibile di due giovani francesi contemporanei.
Il cinema di André Téchiné ha sempre inseguito il fugace incanto della giovinezza. L'adolescenza di Quando hai 17 anni, tre anni fa in concorso alla Berlinale, è sfociata ora nei vent'anni di L'adieu à la nuit (questa volta presentato fuori concorso), con lo stesso Kacey Mottet Klein a incarnare le asprezze di un'età inafferrabile e l'incomprensibile deriva religiosa del radicalismo islamico.
Lo sguardo della non più giovane Muriel (Catherine Deneuve) osserva ciò che non può afferrare, mentre l'età di mezzo degli adulti è del tutto assente dal film e dalle vite dei suoi giovani protagonisti, se non nelle figure dei cattivi maestri dell'integralismo e delle forze dell'ordine: non solo per il protagonista Alex, orfano di madre e con un padre rifattosi una famiglia in Guadalupa, ma anche per la fidanzata Lila e il compagno di viaggio Bilal.
Una distanza fra mondi e generazioni che il regista francese, classe 1943 e coetaneo della Deneuve, racconta fin dai tempi di capolavori come Les innocents e L'età acerba, di noir come Les voleurs o di opere più recenti come La fille du RER, inseguendo i personaggi con la macchina da presa mobile e nervosa e raccontando con ritmo spezzato storie di famiglie lacerate tanto dalla violenza quanto dall'amore.
Rispetto al passato si percepisce la stanchezza di un cinema inevitabilmente invecchiato, sia nella scialba fotografia digitale del collaboratore di una vita Julien Hirsch, sia nella staticità della prova della Deneuve, ma Téchiné è ancora in grado di dare al suo film un'anima dolente e compassionevole, soprattutto nei duetti fra nonna e nipote e in alcuni fugaci particolari del racconto (una cena a base di funghi, una passeggiata notturna, una carrellata in un frutteto...).
In L'adieu à la nuit, che prende il titolo da una frase usata da Alex per congedarsi prima di intraprendere il cammino verso la luce dell'Islam, la recente cronaca francese (il film è ambientato tra l'assalto alla redazione di Charlie Hebdo e gli attentati a Parigi del 13 novembre) prende il sopravvento sull'abituale attenzione di Téchiné verso i corpi e i desideri dei suoi personaggi; ma è anche il segno di un tentativo onesto di avvicinare una realtà che sfugge a ogni categoria di interpretazione del mondo occidentale.
Ancora innocenti eppure già colpevoli, i giovani protagonisti di L'adieu à la nuit vanno incontro al loro stesso annichilimento, di fronte al quale solo la parola e l'affetto - come suggerisce il finale sospeso - possono ancora ristabilire un principio d'umanità altrimenti perduto.
Film convincente -secondo me-nella prima parte, dove si punta all introspezione psicologica tra madre e figlio. Poco convincente, invece, il risvolto socilogico sull atteggiamento del ragazzo, i suoi rapporti -e quelli della fidanzata-con personaggi sbagliati, che non qualifico per non rivelare troppo. Deneuve sottotono. Nell insieme piacevole.