Titolo internazionale | Varda by Agnès |
Anno | 2019 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Francia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Agnès Varda, Didier Rouget |
Attori | Agnès Varda, Sandrine Bonnaire, Nurit Aviv, Hervé Chandès, Esther Levesque . |
Uscita | lunedì 2 marzo 2020 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,42 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 febbraio 2020
Cosa significa la 'cine-scrittura'? Agnès Varda racconta se stessa e delinea la sua idea di cinema. In Italia al Box Office Varda par Agnès ha incassato 5,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Agnès Varda si siede su un palco. Fotografa professionale, autrice di installazioni e soprattutto pioniera della Nouvelle Vague, è un'istituzione del cinema francese senza però essersi mai chiusa a nuove esperienze. In questo film offre un ritratto della sua attività utilizzando sequenze delle sue opere cinematografiche, foto e riprese delle installazioni senza rispettare necessariamente e sempre un ordine cronologico. Nella seconda parte focalizza l'attenzione sugli anni dal 2000 al 2018 mostrando il suo rapporto con le nuove tecnologie.
Ci sono autori che hanno realizzato una minima parte di ciò che ha artisticamente prodotto Agnès Varda nella sua vita e già hanno monumentalizzato se stessi.
Lei invece racconta, con lo spirito di chi ama meravigliare ma soprattutto provare meraviglia, ogni suo passo nel mondo della creatività, precisando sin dall'inizio che un'opera frutto della creatività non ha raggiunto il suo scopo se non viene condivisa con altri che la facciano propria, cioè con degli spettatori che, in particolare nel caso delle installazioni, divengano attori offrendo una loro lettura personale.
Varda ha la capacità di trasmettere anche concetti complessi con la massima semplicità e, soprattutto, di saper far convivere astrazione e realtà. Sa come cogliere l'essenza di un sentimento o come far percepire un'assenza che, per una notte, ridiviene presente grazie a un'enorme immagine su una pietra, ma anche guardare a persone nella loro quotidianità e pure, perché no, nel loro disagio esistenziale.
Eccola allora ricordare il suo documentario su coloro che vanno a cercare tra gli avanzi lasciati da chi ha tenuto un mercato in una via o le patate scartate dalla raccolta nei campi. Oppure far percepire, con dei video inseriti in tre oggetti fondamentali, la precarietà e i bisogni di chi occupa case in abbandono perché non ha un tetto sotto cui vivere. Le sue patate utopiche che partono dall'averne trovata una a forma di cuore e aver poi avuto modo di riflettere su come, alla fine del loro ciclo vitale, diano origine a nuove infiorescenze, dicono molto della sua continua ricerca che guarda alla vita, consapevole delle sue precarietà (come lo era in Clèo dalle 5 alle 7) ma anche della sua forza positiva.
Singolare ma emblematico destino, quello di Agnès Varda (1928-2019). Fino agli anni zero, di lei il cinefilo medio conosceva solo due film, di cui uno per sentito dire: Cléo dalle 5 alle 7 e Senza tetto né legge. Se ben ricordo, ai tempi di Jane B. par Agnès V. non è che la si prendesse molto sul serio. Poi la svolta: il megacuratore Hans Urlich Obrist la chiama a fare una videoinstallazione, lei ne [...] Vai alla recensione »
Un détour etimologico, per cominciare: a chi abbia fatto un minimo di studi filologici, ma in realtà anche all'orecchio normalmente allenato, difficilmente può sfuggire l'assonanza tra il nome Varda e guarda, voce del verbo guardare. Uno potrà anche rispondere che il cognome, come la stessa Agnès ha raccontato più volte, le viene dal papà greco. Poco importa, per una volta: la somiglianza di questo [...] Vai alla recensione »
L'addio l'aveva dato alla Berlinale, come se fosse consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta in pubblico. E poche settimane dopo Agnès Varda, novantenne, onorata con il prestigioso premio alla carriera Berlinale Kamera, se n'è andata. Nulla di definitivo, perché la vita è costante work in progress, come testimonia il suo documentario Varda by Agnès.