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Ultimo aggiornamento giovedì 12 settembre 2019
Un uomo coinvolge il suo autista in un'avventura folle. In Italia al Box Office Stuber - Autista d'Assalto ha incassato 22,5 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Los Angeles, oggi. I poliziotti Vic Manning e Sara Morris sono in un albergo, sulle tracce di una banda criminale che si occupa di spaccio su larga scala. Dopo uno scontro, il capo del cartello, chiamato Tedjo, sfugge alla cattura uccidendo l'agente Morris e scatenando il desiderio di vendetta di Vic che, però, è costretto a sottoporsi a un intervento agli occhi. In un altro angolo della città, Stu Prasad, timido e gentile commesso di un negozio, arrotonda come autista di Uber per mettere via i soldi necessari ad aprire una palestra con la sua migliore amica Becca, di cui è segretamente innamorato. Resosi conto che coi postumi dell'operazione non può intercettare Tedjo durante la consegna di un'enorme partita di droga, Vic decide di prendere un Uber per indagare e il caso vuole che sia proprio Stu a rispondere alla sua chiamata...
Stuber è quel che tecnicamente si definisce un buddy cop movie, uno di quei film completamente incentrati sulla relazione e gli scambi tra due protagonisti - di solito poliziotti o tutori della legge - mentre sono al lavoro su un caso da risolvere.
Ovviamente è aggiornato ai canoni attuali dell'action comedy contemporaneo: scene d'azione a rendimento alterno, gag a getto continuo, situazioni buffe al limite (e spesso ben oltre) della credibilità e una buona serie di battute sboccate. La storia di vendetta che scorre pacifica sullo sfondo perde presto la sfida per l'attenzione dello spettatore con il rapporto tra i due improbabili partner. Sornione ma meno furbo di quanto avrebbe potuto (e dovuto) essere, Stuber avrebbe potuto essere molto più esplosivo e contundente. La sensazione è che la produzione non abbia voluto calcare la mano. Probabilmente sbagliando perché spesso i film di questo genere vengono meglio quanto più si preme il pedale sull'acceleratore, in un raro caso in cui esagerare è esattamente la cosa da fare. Il cast vede nei due ruoli principali l'ex wrestler Dave Bautista (Guardiani della Galassia, Blade Runner 2049, Spectre) e Kumail Nanjiani (The Late Bloomer, Sex Tape - Finiti in rete, The Big Sick): la loro chimica recitativa è evidente e a livello visivo è una coppia decisamente d'effetto a causa della distanza fisica tra i due. Alcuni dei momenti più divertenti del film nascono proprio dalla loro interazione, più che dalle battute: l'effetto 'strana coppia' c'è tutto e funziona.
Meritano una menzione anche Jimmy Tatro (22 Jump Street) nel ruolo dello stupidissimo Richi e Iko Uwais (The Raid), che riesce a rendere credibile il terrificante Tedjo pur non parlando mai. Fanno parte del cast principale anche Mira Sorvino, Betty Gilpin e Natalie Morales mentre Karen Gillan appare praticamente solo per poco più di un cameo.
Vic è un massiccio detective di polizia che però non è riuscito a incastrare un sadico terrorista, da cui ora è ossessionato. Al punto da ignorare che la sua operazione laser agli occhi coincide con il giorno dell'apertura della mostra di sculture della figlia, inoltre non convinto di essere praticamente cieco per l'intervento, cerca di spostarsi in auto finendo per distruggerla. Quando viene a sapere che proprio quella sera può cogliere il terrorista con le mani nel sacco, non potendo guidare (né sparare) non gli resta che attivare l'app che sua figlia ha caricato sul suo cellulare e chiamare un autista, ossia Stu, che ha disperatamente bisogno di una recensione da 5 stelle per non perdere il suo secondo lavoro...
Iko Uwais ha lavorato anche alle coreografie di combattimenti e come stunt coordinator nel film, perché volevo che si sentissero i colpi in questi film e che l'azione fosse straordinaria. Non volevo trattenere i colpi perché sono stufo di action comedy dove le scene d'azione fanno schifo, è una questione che mi appassiona molto.
Michael Dowse
Dichiaratamente sulla scia delle action comedy con una strana coppia degli anni 80, come Arma letale e soprattutto 48 ore, Stuber gioca sul contrasto tra i due protagonisti interpretati da attori che non potrebbero avere una fisicità più diversa: il gigantesco Dave Bautista, ex star del wrestling e apprezzato al cinema nei Guardiani della Galassia, e il minuto comico di origine pakistana Kumail Nanjiani, lanciato in Tv dalla serie Silicon Valley e poi arrivato al successo cinematografico con Big Sick: Il matrimonio si può evitare, l'amore no molto apprezzato al Sundance Film Festival di due anni fa. Lo stand up comedian finisce qui travolto dalle scene d'azione dell'irruento Bautista, ma prende via via fiducia in sé stesso tanto da arrivare, esasperato, a un incredibile scontro con il suo compagno di sventure, nel bel mezzo del negozio di articoli sportivi dove svolge il suo primo lavoro.
Entrambi hanno i propri problemi relazionali: Vic con figlia e Stu con una donna che lo considera però solo un amico, interpretata da Betty Gilpin, già vista in GLOW nei panni della bionda e borghese Debbie Eagan. Vic ha inoltre una detective sua partner interpretata da Karen Gillian, che per altro all'inizio del film prende l'azione in pugno e non sta certo a farsi proteggere da Vic, e un capo che il volto di Mira Sorvino. Stu invece ha un boss invisibile e allo stesso tempo inflessibile nel sistema dell'applicazione Uber, tanto che dopo aver ricevuto alcune stroncature da clienti razzisti è pressoché disperato quando incontra Vic. Infine c'è l'antagonista Teijo, incarnato dal micidiale Iko Uwais, star assoluta delle arti marziali indonesiane e arrivato alla fama internazionale grazie ai due The Raid di Gareth Evans. Stuber è stato presentato con moderato successo allo scorso SXSW - South by South West Film Festival di Austin, in una versione considerata però ancora non definitiva, e sarà la prima commedia R-Rated (ossia non per famiglie) distribuita da Disney sotto l'ombrello di 20th Century Fox. Regista canadese poco noto in Italia, Michael Dowse ha diretto finora commedie sia demenziali che romantiche, ma già in Goon, dedicato a un rissoso allenatore di hockey, aveva avuto modo di cimentarsi con un po' d'azione. Qui ha voluto, tra le altre cose, prendersi gioco delle situazioni tipiche degli action, che però nella realtà non funzionano affatto come si vede di solito al cinema. Inoltre ha reso particolarmente brutali gli incidenti sia in auto sia con le armi da fuoco, come del resto accade nel mondo reale. Il tutto ovviamente non con intento effetto pedagogico, bensì con l'effetto di uno shock esilarante.
In Stuber Autista d’assalto l'inizio a tutta velocità poi un po’ si spegne. Il film non è sempre equilibrato e le parti di azione poliziesca sono migliori di quelle comiche. La strana coppia insomma non funziona. Bisogna partire dall’inizio e dalla fine. Quando entra in campo il criminale interpretato da Iko Uwais, la nuova star delle arti marziali indonesiana già [...] Vai alla recensione »
La trama poteva essere interessante, ma il racconto narrativo porta lo spettatore ad addormentarsi in certi momenti. Non c'è adrenalina se non nella scena iniziale. Tante parole che portano a ben poco. Scene a volte surrali e non ben costruite.
Il «buddy cop movie», accoppiata, per lo più poliziesca, a polarità estrema di carattere, fisico, razza, sin dai tre «Piedipiatti a Beverly Hills» degli anni 80-90 è ormai un genere, più volte imitato, negli Usa con grande successo di incassi. Benché poveri di idee, privi di estrose impennate, sono film che vivono di rendita su balzellona comicità dei due protagonisti, farsesca mitraglia di battute [...] Vai alla recensione »
Ecco, sulla carta poteva essere un bel film. Con Iko Uwais (artista marziale star di The Raid: Redenzione e Red Zone - 22 miglia di fuoco) che fa il cattivo, Dave Bautista che fa The Rock e il comico stand-up Kumail Nanjiani nei panni dell'Eddie Murphy di turno, nel caso si facesse riferimento al prototipo del filone, 48 ore (Walter Hill, 1982). E invece, Uwais è sprecato (c'è all'inizio e alla fine, [...] Vai alla recensione »