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Ultimo aggiornamento domenica 15 agosto 2021
La saga di successo è un fenomeno della cultura pop anime giapponese basata sulla storia di Evangelion, un'arma umanoide artificiale e multifunzionale, e degli Angeli, una forma di vita sconosciuta.
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo aver causato l'apocalittico Near Third Impact e la morte di Kaworu, Shinji Ikari non sa darsi pace ed è intrappolato in uno stato di semi-catatonia. Mentre si trova a esplorare quel che è rimasto della Terra insieme agli altri piloti di Evangelion, Asuka e Rei, prende coscienza del fatto che sul mondo sono trascorsi 14 anni e molte cose sono cambiate, mentre lui è rimasto adolescente. Tuttavia i piani della NERV di annientare la razza umana per rifondarla su basi migliori non sono ancora stati sventati e presto Shinji dovrà ritrovare la forza di pilotare la sua unità Eva.
A ventisei anni di distanza dalla prima televisiva di Neon Genesis Evangelion, e a 24 dall'epilogo cinematografico The End of Evangelion, la nuova e definitiva versione cinematografica denominata Rebuild of Evangelion trova la sua conclusione.
Quel capitolo atteso da decenni dai fan, delusi dai precedenti finali, criptici e nichilisti, vede infine la luce dopo lunghissima gestazione e promesse del creatore della serie Hideaki Anno di realizzare ciò che non fu possibile portare a termine allora. L'ostacolo che ha comportato questi problemi realizzativi è il medesimo fattore che ha minato la precedente incarnazione di Evangelion, ossia la depressione che ciclicamente accompagna l'esistenza di Hideaki Anno e che sistematicamente si riflette sul suo alter ego Shinji.
Evangelion è la serie anime per eccellenza in cui i turbamenti dell'animo e il senso di impotenza per le storture del mondo prendono vita, in una ricorrente tendenza all'autolesionismo. L'eterno ragazzo Shinji, rifiutato dal padre geniale e dispotico e privato dell'affetto materno, è l'ossessione del suo autore da ormai un quarto di secolo, dopo infinite riscritture dei suoi amori irrealizzati verso Asuka o Misato, della sua amicizia con l'Angelo in forma umana Kaworu, o del suo senso di colpa per aver causato disastri apocalittici quando l'intento era sempre e solo quello di salvare il mondo.
Più che un "supereroe con super problemi", Shinji un ragazzo che assomma i problemi dell'adolescenza a quelli di un supereroe "per necessità". Sul piano tecnico Evangelion 3.0 + 1.0: Thrice upon a Time mostra quanto tempo sia trascorso dalla serie originaria: dall'animazione 2D siamo ormai transitati a forti dosi di computer grafica, con un guadagno nel realismo del tratto e nella ricchezza di colori ma una perdita in spontaneità e vicinanza all'empatia e al feeling primigenio.
I 155 minuti di durata del capitolo finale consentono ai tre registi di approfondire come mai prima d'ora (specie nell'ultima installazione cinematografica) la psicologia dei personaggi, calandoli in un mondo in fase di ricostruzione, dove speranza e cortesia sono i sentimenti prevalenti, il solo antidoto alla costante catastrofe incombente.
La sensazione trasmessa da una trama densissima e che si discosta come mai prima d'ora da Neon Genesis Evangelion (specie per il rapporto tra Shinji e il padre Gendo) è di un invito insistito alla speranza e all'amore per le piccole e semplici faccende della vita. Un chiaro messaggio di speranza da infondere alle nuove generazioni, che proviene dal dolore esistenziale di un geniale autore, imprigionato dalla sua stessa creazione. Chissà di cosa sarà capace ora Hideaki Anno, liberatosi infine di Evangelion. Sempre che i fan mai paghi glielo consentano.