Titolo internazionale | Golden Men |
Anno | 2019 |
Genere | Noir, |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Vincenzo Alfieri |
Attori | Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Giuseppe Ragone, Gianmarco Tognazzi Mariela Garriga, Matilde Gioli, Susy Laude, Giorgia Cardaci, Federica Remotti, Davide Mancini, Francesco Zenzola, Claudio Castrogiovanni, Chiara Cavaliere, Mimmo Mancini, Guglielmo Poggi, Sergio Pierattini, Giovanni Bissaca, Roberto Sbaratto, Francesca Vettori, Melissa Ugliano. |
Uscita | giovedì 7 novembre 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,24 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 8 novembre 2019
Il crimine non è per tutti e in mano a uomini qualunque si rivela un gioco pericoloso che catapulta in un rocambolesco e inestricabile noir metropolitano. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Gli uomini d'oro ha incassato 848 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Torino, 1996. Luigi il Playboy è un impiegato delle Poste deputato a guidare il furgone portavalori. Gli mancano tre mesi alla pensione, e già si vede gestire un chiringuito in Costa Rica insieme al collega e amico Luciano. Ma il ministro Dini - "uno che non l'ha eletto nessuno" - sposta dieci anni più avanti l'età pensionabile, e Luigi prende il destino nelle sue mani: rapinerà l'ufficio postale, impossessandosi dei valori che trasporta per mestiere. Alvise il Cacciatore accompagna il furgone ma deve svolgere altrui due lavori per mantenere moglie e figlia secondo un decoro borghese che non può permettersi. È lui ad avere l'idea geniale per mettere a segno il colpo grosso, e vuole una fetta della torta. Nicola il Lupo è un ex pugile che gestisce insieme ad Alvise un locale country western: anche lui entrerà a far parete dello schema criminale che dovrebbe cambiare loro la vita, con esiti tutti da scoprire.
Gli uomini d'oro è la seconda regia di Vincenzo Alfieri, attore ma anche sceneggiatore e montatore, dopo I peggiori.
Rispetto al film d'esordio Alfieri ha fatto passi da gigante: innanzitutto ha scelto di rimanere dietro la cinepresa, concentrandosi su una sceneggiatura ambiziosa e articolata che racconta la storia dai punti di vista dei tre protagonisti. Il copione porta (saggiamente) anche le firme di Alessandro Aronadio e Giuseppe G. Stasi, entrambi anche registi, e di Renato Sannio, e il lavoro corale si vede, perché la tessitura di una trama complicata (e per certi versi improbabile) è ben confezionata, partendo da un episodio di cronaca che aveva tutte le carte in regola per diventare un buon heist movie.
Ma la domanda fondamentale al centro della storia resta: "Che uomo sei?", ed è proprio la volontà di ragionare in forma metaforica sulla virilità nell'era della crisi e davanti a donne che tengono in mano il destino maschile che Gli uomini d'oro trova la sua vera originalità. Anche la regia è coraggiosa, benché fortemente debitrice della saga di Smetto quando voglio (da cui "ruba" ben tre interpreti) e del cinema internazionale alla Guy Ritchie. Fondamentale il montaggio dello stesso Alfieri, che cuce efficacemente i vari piani della storia.
Fra gli attori, tutti in buona forma, spiccano Giuseppe Ragone nei panni di Luciano, che non sbaglia un'intonazione o un tempo comico, e, a sorpresa, Fabio De Luigi, che abbandona la sua consueta maschera buonista per un'interpretazione sinistra e rancorosa che rispecchia le frustrazioni di molta Italietta contemporanea. Un solo personaggio è davvero implausibile, ed è lo stilista-strozzino (ben) interpretato da Gianmarco Tognazzi.
Sono indovinati anche alcuni stratagemmi narrativi, come il continuo parallelo fra le vicende dei nostri antieroi e la storica rivalità fra tifosi della Juventus e del Torino, o la composizione regionale della "squadra del crimine", che rispecchia l'immigrazione dal sud ma anche il clima fra "terroni" e "polentoni": entrambi i contrasti diventano facili valvole di sfogo (e bersagli) per la frustrazione di chi si sente ingiustamente sfavorito dalla sorte. È una bella intuizione anche quella di appaltare gli ostacoli al piano criminale ai difetti intrinseci dei personaggi, e fare invece sì che le inadempienze della nostra società (come il telefono di un ufficio pubblico che non risponde mai, soprattutto quando è in corso la partita) giochino invece a favore invece che contro l'"iniziativa privata". Infine funzionano bene come contrappunto narrativo un paio di innesti musicali: 'Lullaby' dei Cure e 'Alive and kicking' dei Simple Minds.
Gli uomini d'oro rinegozia continuamente il suo equilibrio fra commedia all'italiana e tragedia, stringendo i tempi a mano a mano che la struttura in tre "atti" si avvicina alla conclusione: questo sbilanciamento progressivo può disorientare e lasciare perplessi, così come rappresentare una novità interessante nel panorama statico del cinema italiano. Da quale parte penderà la bilancia dipende dal grado di disponibilità del pubblico a lasciarsi trascinare in un vortice che comunque si fa seguire volentieri.
Giocarsi tutto in un unico e audace colpo, una rapina in grado di cambiare la vita e consentire di realizzare tutti i sogni che irresistibilmente sembravano irraggiungibili, è questo il corrosivo pensiero che si nasconde dietro Gli uomini d'oro. Il film scritto e diretto da Vincenzo Alfieri arriva nelle sale il 7 novembre.
Gli uomini d'oro, pur vicino ad un ampio filone che sta attraversando anche il cinema italiano (basta guardare la serie Smetto quando voglio) che mostra la via del crimine come l'unica soluzione per risolvere i problemi e cambiare in meglio la vita di una persona comune, è un film tratto da una incredibile storia vera. La storia è ispirata ad un'audace rapina avvenuta nel torinese nel 1996 di cui il regista e sceneggiatore, Vincenzo Alfieri, aveva letto sui giornali.
In una Torino plumbea, come si addice ad un noir, l'autista di un furgone valori progetta un audace colpo con cui andare in pensione per tutta la vita e trasferirsi in Costa Rica. Luigi agognava la baby pensione come il suo amico Luciano, un ex postino, ma quel sogno appare irrealizzabile quindi non resta che sfruttare le falle nella sicurezza della società per cui lavora e in cui transitano ogni giorno svariati milioni. Coinvolto l'ambiguo Alvise, un collega frustrato e incatenato ad un matrimonio che non sopporta più, e un ex pugile, il Lupo, si forma la banda. Il piano prevede niente sangue e niente armi per un colpo grosso che sembra fin troppo facile. Coinvolti anche la bellissima Gina, donna di Lupo, e soprattutto il machiavellico Boutique, un uomo dalla doppia vita ben nascosta dalla sua attività di parrucchiere da sarto d'alta moda. Purtroppo anche i piani migliori possono finire male e un film che inizia dalle parti de I soliti ignoti - rispettando i comandamenti del genio di Mario Monicelli - rischia di prendere una brutta piega in stile Le Iene di tarantiniana memoria.
A dare a questo film una marcia in più è il cast assemblato da Vincenzo Alfieri alla sua seconda opera dopo I peggiori del 2017: si comincia da Giampaolo Morelli nei panni del cervello della banda Luigi, per continuare con uno straordinariamente misurato Fabio De Luigi ossia Alvise. Quindi Giuseppe Rangone è il pensionato Luciano, mentre Gian Marco Tognazzi è Boutique. Lupo è interpretato da Edoardo Leo e Gina ha il volto e la bellezza di Mariela Garriga.
GLI UOMINI D'ORO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | - | |||
€9,99 | - |
C'è molta carne al fuoco (forse un po' troppa) in questo film di Vincenzo Alfieri che ripropone una storia vera ambientata a Torino a metà anni '90. L'ispirazione tarantiniana esplicitata dal racconto “per capitoli” (il Playboy, il Cacciatore e il Lupo) e molte atmosfere della parte centrale e finale del film.
Il film tratta una vicenda reale avvenuta a Torino nel 1996: la rapina di un furgone delle Poste che fruttò solo in contanti oltre due miliardi di lire e che si concluse tragicamente, salvo il fatto che i soldi non si trovarono più. (Elementi di Spoiler)La regia è di Vincenzo Alfieri (attore che è al suo secondo film il precedente è I peggiori) che è anche [...] Vai alla recensione »
Il film drammatico è basato su un fatto di cronaca avvenuto nel capoluogo piemontese nell' anno 1996 , e riguarda una rapina ad un furgone portavalori preparata dall ' impiegato Luigi Meroni , facendosi supportare dal suo amico Luciano e dal collega Alvise , una persona estremamente antipatica che mal sopporta i lamenti napoletani del protagonista, che non può andare [...] Vai alla recensione »
Gli uomini d’oro lasciandosi guidare dalla cronaca, citata e tradita a più riprese, insegue un ritmo action capace di coinvolgere il pubblico nelle avventure dei suoi antieroi per caso. Una sceneggiatura che si complica dietro diversi punti di vista, piani temporali differenti e una ricostruzione storica anni 90 ostentata, ma spesso piegata alle esigenze artistiche del regista sono alcuni [...] Vai alla recensione »
Film che ha trovato pieno riscontro nel mio gusto cinematografico quando predilige il genere drammatico e i colpi di scena e soprattutto quando un film è ottimamente interpretato e diretto in maniera convincente dal regista. Un vero e proprio noir all'italiana i cui toni, appunto, drammatici mi fanno accostare questo film di Vincenzo Alfieri ad altre pellicole italiane del genere, come ad [...] Vai alla recensione »
Luigi, impiegato postale originario di Napoli e trapiantato a Torino, appassionato di donne e della bella vita, è a un passo dalla tanto agognata pensione anticipata che gli consentirà di recarsi a vivere definitivamente in Costa Rica. Quando la riforma Dini vanificherà i suoi sogni, Luigi inizierà a progettare un colpo al furgone porta valori che guida abitualmente. Vai alla recensione »
Il Cinema italiano avrebbe bisogno di più film che non rientrino nelle solite commedie o tematiche tipiche di genere. Il film di Alfieri è decisamente interessante, non banale nelle riprese, merita di essere citato il montaggio fondamentale nello sviluppo della narrazione che ricostruisce le vicende con lo sguardo dei vari protagonisti arricchendo man mano di dettagli e informazioni [...] Vai alla recensione »
Niente. Stasera ho visto un film bellissimo.Voto? 10Il mio 10 è un 9 che va oltre il giudizio “tecnico”, è un voto di pancia. Un voto emotivo. Perché mi ha trasmesso molto.Un film con una trama interessante, una tecnica ottima (la chiudo qui per non fare la parte del critico cinematografico che ne sa, perché non è affatto così. Anzi, i “virtuosismi di camera” non li valorizzo più di tanto perché quando [...] Vai alla recensione »
Delusione dopo venti minuti dall'inizio, film girato in un verde tetro, immagini poco chiare e audio pessimo con molte battute perse. Troppo compiacimento del regista e della fotografia che si perdono su zoomate su piccoli dettagli assolutamente inutili e che nuocciono alla suspence-se mai esiste- tanto per far vedere come sono bravi loro, vedi lo zoom sulle macchine da cucire, uno per tutti.Cos&i [...] Vai alla recensione »
Perchè Remake? Ma perchè fin dalle prime battute del film ho riconosciuto la precedente opera di Tavarelli (Qui non è il Paradiso, 2000) sullo sfondo. Non che i due lavori siano uguali, non sto dicendo questo, sto solo affermando che la sensazione di "Deja-Vu" è stata fortissima subito e solo dopo un po' ho ricollegato le due storie.
Film particolare nel panorama italiano. Struttura a capitoli con alternanza di piani temporali con chiari riferimenti a Il capitale umano e, non vorrei dire una bestialità a Kubrick. La costruzione è accattivante, la recitazione ottima, anche da parte di attori che io non considero tali come Fabio de Luigi. Non conosco il film di Cavatelli e non posso fare confronti, ma quest'opera [...] Vai alla recensione »
Mi sorprende che in tutti gli articoli letti, relativi a questa nuova uscita, non si faccia accenno al fatto che lo stesso tema venne affrontato nel film QUI NON È IL PARADISO di Tavarelli, anno 2000
Il giudizio non esaltante probabilmente deriva dalla predisposizione alla visione di un film inusuale per i cinema italiano, sia per la regia che per la cupezza della fotografia. Mentre sullo sfondo scorre la storica rivalità tra il Torino e l’altra squadra della città, ripercorrendo le difficoltà della prima e le facili vittorie della seconda, Alfieri racconta una storia [...] Vai alla recensione »
Ispirato al fatto di cronaca nella Torino del'96 già alla base di "Qui non è il paradiso",il film ricalca lo stile narraivo di "Le iene"(dall'uso dei flashback alla suddivisione in capitoli)e di altri modelli oltreoceano(con sprazzi videoclippari e confezione da noir odierno)per raccontare le gesta del solito gruppo di perdenti disposti a tutto per riscattare [...] Vai alla recensione »
Tratto da una storia incredibilmente vera, il film percorre le vicende dei protagonisti di una rapina avvenuta alle "poste nazionali". Tra gli interpreti spicca un Fabio De Luigi inedito, che abbandona la sua chiave umoristica, ironica, per cimentarsi in un noir, che fa' il verso a Tarantino (la storia e' divisa in Capitoli). Il film e l'idea non sono affatto male, peccato pero' [...] Vai alla recensione »
Gli uomini d"oro (2019) è il film noir di Vincenzo Alfieri, regista salernitano, classe 1986, alla sua seconda esperienza. Il film è ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto a Torino, nel 1996 e cioè una rapina alle Poste, con l'intento di cambiare vita di colpo. A questo episodio di cronaca si è già ispirato anche un altro regista (Tavarelli, [...] Vai alla recensione »
Avevo letto parecchie belle recensioni per cui volevo vedere con i miei occhi se tutto quello che leggevo fosse vero. Be' l'aspettativa era alta e la soddisfazione è stata massima.Avevo visto Tavarelli ma questo film non è un remake e non si ispira nemmeno parlano solo dello stesso fatto di cronaca.Qui devo dire che la storia è molto ben scritta, l'idea di raccontarla a capitoli mi è piaciuta moltissimo...d [...] Vai alla recensione »
Trovo anch'io sorprendente e imperdonabile che nessuno lo citi.
Ispirato a fatti realmente accaduti nella Torino di metà anni '90, Luigi Meroni, meridionale che lavora da anni a Torino, è stanco della monotona vita e sogna la Costa Rica assieme all'amico Luciano. Quasi per gioco nasce l'idea di un colpo apparentemente semplice che vede l'ingresso in scena del collega Alvise Zago, schivo e burbero nordico di poche parole.
Ottima sceneggiatura. Il film non annoia, ed anzi, tiene incollati gli spettatori per tutta la sua durata. Molto bravi e convincenti gli attori. Per quanto tutto possa sembrare assurdo o rocambolesco, è tratto da una storia vera. Da vedere!
Un film godibile tratto da una storia vera, un noir girato a Torino su una rapina ad un furgone portavalori. Vincenzo Alfieri si dimostra un regista più che promettente, crescono giovani "director" italiani che non hanno l’ossessione di essere Autori. Guardatelo come gira le scene in discoteca, o le scene d’amore, piccoli test per vagliare un film di genere.
Film bellissimo, storia che non conoscevo. Vorrò vedere anche quello di Tavarelli, citato nel forum. Ma... mi spiegate il finale degli "uomini d'oro"? Temo di essermi un po'perso.
Un film davvero riuscito, Alfieri si conferma tra i giovani registi italiani di maggior livello. Il cast è di livello, ed anche l'"esperimento" di Fabio De Luigi in un ruolo drammatico funziona alla grande. La Torino cupa degli anni Novanta è molto ben riprodotta: eccezion fatta per alcuni dettagli della città non presenti nel 1996 (ad esempio l'attuale illuminazione [...] Vai alla recensione »
Torino, 1996. Luigi il Playboy è un impiegato delle Poste deputato a guidare il furgone portavalori. Gli mancano tre mesi alla pensione, e già si vede gestire un chiringuito in Costa Rica insieme al collega e amico Luciano. Ma il ministro Dini - "uno che non l'ha eletto nessuno" - sposta dieci anni più avanti l'età pensionabile, e Luigi prende il destino nelle sue mani: rapinerà l'ufficio postale, impossessandosi dei valori che trasporta per mestiere. Alvise il Cacciatore accompagna il furgone ma deve svolgere altrui due lavori per mantenere moglie e figlia secondo un decoro borghese che non può permettersi. È lui ad avere l'idea geniale per mettere a segno il colpo grosso, e vuole una fetta della torta. Nicola il Lupo è un ex pugile che gestisce insieme ad Alvise un locale country western: anche lui entrerà a far parete dello schema criminale che dovrebbe cambiare loro la vita, con esiti tutti da scoprire.
Gli uomini d'oro è la seconda regia di Vincenzo Alfieri, attore ma anche sceneggiatore e montatore, dopo I peggiori.
Fabio De Luigi, che ne Gli uomini d'oro interpreta Alvise il Cacciatore, racconta come è nata la sua partecipazione al film.
Altro che nebbie e labirinti scimmiottati dagli americani, chi chiede al cinema la suspense dei criminali sfigati all'italiana non perda il noir del salernitano Alfieri, sul cui futuro da numero uno siamo disposti a giocarci la qualifica. "Gli uomini d'oro" non solo rappresenta, infatti, un ritorno concreto -cioè non feticistico alla maniera dei cinéfili- alla migliore tradizione del filone gangsteristico [...] Vai alla recensione »
Torino 1996. Due impiegati delle poste, addetti al furgone portavalori, si improvvisano rapinatori: Luigi (Giampaolo Morelli) perché gli è stata negata la baby pensione, Alvise (Fabio De Luigi, ringhioso, astioso, bravissimo) perché è stufo di fare anche altri due lavori per mantenere la famiglia. Nell'impresa si imbarcano anche Luciano, un amico, e il Lupo, ex pugile indebitato (Edoardo Leo).
Difficile etichettare "Gli uomini d'oro" del giovanissimo Vincenzo Alfieri. Commedia, certo, poliziesco e dramma. Heist movie che non ti aspetti. Siamo a Torino ed è il 1996. Luigi il Playboy (Giampaolo Morelli) è un impiegato delle poste, il cui compito è guidare il furgone portavalori. Per raggiungere il suo sogno, una pensione permanente in Costa Rica, pensa al colpo della vita, e per metterlo a [...] Vai alla recensione »
L'episodio di cronaca torinese alla base di «Gli uomini d'oro» era già divenuto cinema in «Qui non è il paradiso» (2000) di Tavarelli, che per raccontarlo aveva puntato su un difficile equilibrio tra dramma poliziesco e commedia, facendo prevalere la seconda. Vincenzo Alfieri, alla seconda regia dopo «I peggiori» (di cui era anche protagonista), la evita invece del tutto, realizzando un'opera che - [...] Vai alla recensione »
La didascalia iniziale ci mette in guardia (ma, soprattutto, mette al riparo il film) sul fatto che, pur essendo tratto da eventi realmente accaduti, la storia è di pura finzione. Torino, anni Novanta, sfumato il miraggio del prepensionamento, l'impiegato delle Poste Luigi Meroni (Giampaolo Morelli), che si vedeva già titolare di un chiringuito in Costa Rica, rimugina ogni giorno sul destino avverso [...] Vai alla recensione »
Qualcuno, forse, ricorderà, nel '96, il colpo alle poste, a Torino, per mano degli «uomini d'oro». La pellicola, diretta molto bene da Vincenzo Alfieri, ne ripercorre la storia. Luigi (Morelli), impiegato postale, sogna di andare in Costarica. Organizza, con il collega Luciano (De Luigi), il clamoroso furto, chiedendo aiuto anche a Luciano e all'ex pugile Il Lupo (Leo).
Torino, 1996. Luigi, impiegato postale con la passione per il lusso e le belle donne, ha sempre sognato la baby pensione e una vita in vacanza in Costa Rica. Quando il sogno si dissolve scopre di essere disposto a tutto, persino a rapinare il furgone portavalori che guida tutti i giorni, perché la svolta della vita è proprio lì, alle sue spalle e il confine fra l'impiegato modello e il criminale è [...] Vai alla recensione »
Torino, dopo i fasti dell'epopea craxiana si è dovuta risvegliare di colpo anche dall'effimero sogno berlusconiano. Neanche le vittorie cannibali della prima Juventus di Marcello Lippi, semplici omeopatie per cuori proletari, riescono a distrarre dalle politiche di un governo costretto a legare le mani di un paese euforico. La riforma delle pensioni di Lamberto Dini arriva come una doccia fredda sui [...] Vai alla recensione »
Fece il botto al botteghino 7 uomini d'oro di Marco Vicario. Era il 1965 e il film rimase un po' un caso isolato nel nostro cinema, perché ibrido tra un tipo di commedia poco esplorata, quella d'azione, e il cosiddetto heist movie. Gli uomini d'oro di Vincenzo Alfieri in qualche modo lo omaggia ma ne prende le distanze; è ambientato 30 anni dopo, quando la riforma Dini stronca i piani di tanti impiegati [...] Vai alla recensione »
Va di moda ultimamente nel cinema italiano raccontare rapine, prese da fatti di cronaca realmente accaduti, di qualche anno fa. Dopo Le Brave ragazze di Michela Andreozzi arrivano infatti al cinema Gli uomini d'oro di Vincenzo Alfieri. Altro heist movie all'italiana. Questa volta però si torna al grande "classicone": le rapine le fanno gli uomini, non le donne.
C'è un film in cui Fabio De Luigi non recita da comico. E già questa è una notizia da segnare sul calendario. Se poi De Luigi si rivela perfino bravo e credibile (diciamolo subito: pare il protagonista di Breaking Bad) in un ruolo serissimo, cupo, criminale, allora un'occhiatina a Gli Uomini d'oro bisognerà dargliela. Heist movie, o film di rapina, livido e grigio, catapultato in un atmosfera anni [...] Vai alla recensione »