Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 54 minuti |
Regia di | Silvio Montanaro, Gianni Ramacciotti |
Attori | Paolo Ramundo, Martino Branca, Gianfranco Moltedo, Paolo Portoghesi . |
Uscita | giovedì 26 settembre 2019 |
Distribuzione | Distribuzione Indipendente |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,08 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 4 ottobre 2019
Roma, febbraio 1968: quando gli uccelli fanno il nido alla Sapienza prende vita un '68 diverso, partecipato, creativo.
CONSIGLIATO SÌ
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Il gruppo degli Uccelli fa per la prima volta parlare di sé sulla stampa quando, con la collaborazione dell’allora professore Paolo Portoghesi, il 9 febbraio 1968 realizza una performance sul vertice della chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza opera del Borromini. Non è però il loro primo intervento estemporaneo per l’epoca e non sarà l’ultimo.
Anche se in sottofondo si avverte un po’ di autocelebrazione alla ‘come eravamo’, questo documentario si rivela interessante per più motivi. Innanzitutto perché fa conoscere a spettatori di generazioni diverse un gruppo che agì in controtendenza (non politica ma di situazioni) rispetto al Movimento Studentesco che all’epoca dominava nelle Università.
Gli Uccelli avevano ‘intuito’ - più che ‘capito’ - che dal profluvio di parole delle assemblee non sarebbe nato poi un futuro destinato a mutare nel profondo gli animi. Eccoli allora ‘cinguettare’ nelle assemblee mentre i leader tengono discorsi. La loro azione si esplica attraverso continue provocazioni non fini a se stesse e neppure di opposizione alla sinistra dominante.
Amano cogliere le contraddizioni e portarle alla luce, coinvolgono artisti come Guttuso o scrittori come Carlo Levi e, in qualche occasione, rischiano di farsi picchiare dagli autoctoni come quando si inventano una spiaggia notturna con tanto di ombrelloni nella piazza centrale di Matera. Oggi sono artisti, architetti o giornalisti.
Qualcuno, come Paolo Liguori, da quella esperienza passò a Lotta Continua per poi approdare a Mediaset. Le cose cambiano ma in lui, così’ come per gli altri Uccelli, è rimasto un misto di nostalgia e di stupore. La nostalgia è quella che molti provano nei confronti dei ‘bei tempi’ della gioventù. Lo stupore, che i registi sanno ben cogliere in alcuni interventi, è quello delle azioni compiute in un’epoca difficile ma anche piena di vitalità. Azioni che oggi, in tempi così diffusamente omologati, non avrebbero più lo stesso valore.
Una fase del '68 romano sconosciuta ai più: il gioco, la fantasia e la creatività al potere, dei simpatici e spregiudicati "vecchietti" che raccontando e raccontandosi incoraggiano a fare la rivoluzione!Da vedere per imparare, ridere, riflettere, sognare e ricominciare a giocare.
A Roma, nel 1968, nella facoltà occupata di architettura, ci sono tre studenti - Martino, Diavolo e Naso - che tutti chiamano "gli Uccelli": fischiano durante le assemblee, contestano i riti già rigidi del movimento studentesco, diventano celebri a livello nazionale quando occupano per due giorni la cupola di sant'Ivo alla Sapienza, obbligando la protesta a uscire dalle aule per scendere nelle strade. [...] Vai alla recensione »
Solo qualche mese fa, in primavera, eravamo al museo Macro di Roma, a un incontro a margine di una proiezione speciale di 1968 gli Uccelli. Sala gremita e surriscaldata, un'atmosfera quasi surreale. Sembrava una specie di tutti contro tutti, la royal rumble dei sessantottini. C'erano i seri e i faceti, i pacifisti (chissà quanto pacificati) e i guerrafondai.