Titolo originale | A Head Full of Dreams |
Anno | 2018 |
Genere | Eventi, Concerto, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Mat Whitecross |
Attori | Chris Martin, Guy Berryman, Will Champion, Jonny Buckland, Beyoncé Knowles Brian Eno, Noel Gallagher, Phil Harvey (III), Bruno Mars, Chris Martin (III), Gwyneth Paltrow, Mat Whitecross. |
Uscita | mercoledì 14 novembre 2018 |
Distribuzione | Nexo Digital |
MYmonetro | 3,06 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 novembre 2018
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CONSIGLIATO SÌ
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Uno sguardo retrospettivo su quel che ha condotto quattro ragazzi da Camden, Londra, in cima al mondo, come rockstar celebrate ovunque. Sembra la nuova frontiera del documentario rock: bandito ogni gigantismo ed esibizione di testosterone, largo a video rubati delle origini, di quando le rockstar di oggi erano solo dei ragazzini sfacciati. Immagini che sembrano rubate da un privato irraggiungibile e che quindi rivelano un punto di vista inedito, persino in tempi di sovraccarico di informazioni.
Un risultato impossibile da garantire senza che qualcuno ci abbia creduto prima di ogni altro. Ma Mat Whitecross, amico di Chris Martin e soci, c'è sempre stato, sin dai primi vagiti rock dei futuri Coldplay, con la sua videocamera portatile: pronto a filmare le prove in garage degli Starfish, i concerti del liceo o le promesse di un ambizioso Chris.
È il 2002 infatti quando, in favore di obiettivo, il biondo cantante pronuncia il suo vaticinio: "Tra quattro anni saremo enormi". Il montaggio susseguente è fin troppo facile. Glastonbury, 2006, quando i Coldplay ce l'hanno fatta, e suonano come headliner di fronte a decine di migliaia di spettatori. Un trionfo assoluto, con la più improbabile delle band che sale sul trono del rock britannico. Improbabile perché priva di glamour, di istrionismi, di virtuosismi. Musica scritta e suonata da gente "normale", concepita per l'ascolto di gente "normale".
Ma anziché indagare, magari con un pizzico di autocritica o di curiosità, su questo concetto, A Head Full of Dreams preferisce - legittimamente - celebrare in maniera più convenzionale lo status raggiunto dal gruppo, limitandosi ad alternare ai segmenti canonici, come le esibizioni live, altri inconsueti, come la registrazione di Beyoncé nella cameretta del figlio di Martin. Magari giocando con un po' di autoironia sullo schematismo dei documentari rock, come nell'incipit, quando a una precisa richiesta di Chris Martin di non iniziare nel modo più inflazionato, con la band che attraversa il corridoio che conduce al palcoscenico, segue esattamente il temuto cliché.
Nessun riferimento diretto al convitato di pietra del doc, Gwyneth Paltrow: la separazione consensuale tra lei e Martin, con conseguente depressione di quest'ultimo, è un'ellissi che pesa sulla storia del gruppo, ma che resta fuoricampo. E forse è giusto così, perché il fan non chiede di meglio che essere tranquillizzato nella policromia abbacinante di concerti che riempiono la sua testa piena di sogni.