Titolo originale | Inside Leonardo |
Titolo internazionale | I, Leonardo |
Anno | 2019 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Jesus Garces Lambert |
Attori | Luca Argentero, Angela Fontana, Massimo De Lorenzo, Francesco Pannofino Stefano Ciammitti, Matt De Luise. |
Uscita | mercoledì 2 ottobre 2019 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,65 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 ottobre 2024
Un viaggio nella storia di Leonardo da Vinci. In Italia al Box Office Io, Leonardo ha incassato 653 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Pensatore, studioso, matematico, letterato, scienziato, fisico, paesaggista, geografo, urbanista, artista... Jesus Garces Lambert sceglie di raccontare Leonardo Da Vinci come un uomo fuori dal suo tempo - nonostante il costume cinquecentesco un po' trasandato e i lunghi capelli, come l'estetica del tempo richiedeva - in relazione a un contesto difficile da affrontare per l'eterno conflitto tra la sua mente in costante ricerca e le richieste dei committenti. Io, Leonardo si focalizza in particolare sul Da Vinci pittore, passando in rassegna alcune tra le più importanti committenze, soprattutto quelle milanesi, che il genio toscano ha avuto durante il suo percorso.
Leonardo ha in studio un occhio di bove. Lo osserva, ci gioca, lo cuoce e lo analizza anatomicamente, in compagnia del suo giovane aiutante. Questa è una delle sequenze svolte all'interno del suo atelier. Quanta materia può esserci dentro a quell'occhio? E in quello umano?
Sono tante le sfaccettature da scoprire in ogni cosa ed essere vivente. Quelle di Leonardo sono state analizzate e raccontate quasi tutte, grazie a migliaia di scritti autografi e bozzetti in cui il maestro ha lasciato i suoi appunti, oggi custoditi per la maggior parte nel prezioso Codice Atlantico, racchiuso alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e digitalizzato per una fruizione pubblica. La figura di Da Vinci è stata scandagliata in tanti, diversi aspetti dunque. Oggi, a cinquecento anni dalla sua morte avvenuta il 2 maggio 1519, questo personaggio straordinario è fin troppo raccontato, e Io, Leonardo ne sottolinea ancora storie, ossessioni, scoperte e personalità.
Il regista, dopo aver narrato un altro mito dell'arte con Caravaggio - L'anima e il sangue, avvia un film introspettivo, basato principalmente su un'estetica idealizzata di Da Vinci, partendo dai suoi scritti e dai suoi disegni, qui minuziosamente ben raccontati nel loro sviluppo. È una sorta di "lettera a Leonardo", uno scambio tra le azioni del maestro e una voce esterna, quella narrante di Francesco Pannofino che smorza lievemente il disagio di Luca Argentero nei panni di un Leonardo rappresentato in maniera stucchevolmente barocca e costruita. Che bisogno c'è di dilatare tempo e spazio quando si racconta di Leonardo, che il tempo e lo spazio li ha dominati? Non servono episodi teatrali che lo rappresentano come un uomo diverso dagli altri, qui ritratto addirittura come un infante che affronta il mondo a modo suo.
Certo Leonardo era peculiare, ragionava ad altri livelli, lo si sa. Tra scene davvero auliche, i momenti buoni emergono quando le immagini si concentrano sui disegni e le opere di quel talentoso disegnatore dei volti interessanti pescati per i quartieri popolari delle città; l'ossessivo ricercatore delle emozioni umane da riportare esternamente; l'artista sperimentatore che sapeva usare tutti i mezzi, per primo e come nessuno più dopo, dalla penna, alla matita, al carboncino e sanguigna; il genio che si mette in gioco inventando maniere per realizzare un cavallo in bronzo capace di stare in piedi con le sole due zampe posteriori, o pigmenti pittorici usati a fresco. Quel Leonardo che da Firenze, deluso dalle frivolezze alla corte di Lorenzo de Medici, si trasferisce a Milano presso Ludovico il Moro dove, parallelamente agli studi sull'uomo e sul mondo, inizia un percorso artistico personale e dagli esiti a volte persino incerti.
Il "Monumento equestre a Francesco Sforza", la magnifica natura rappresentata sulle arcate della Sala delle Asse del Castello Sforzesco, l'"Ultima Cena" all'interno del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie, qui narrata alla Jesus Christ superstar, come un tableau vivant in cui Leonardo riveste i panni di Gesù, poi tradito durante il momento conviviale. E ancora la "Vergine delle Rocce", e poi la "Gioconda", commissionata in Italia e portata fino in Francia, quando Leonardo vi giunge nel 1517, con il giovane Francesco Melzi come assistente di bottega, alla ricca corte di Francesco I. Tutte produzioni ed esperimenti geniali, a volte falliti, altre volte rimasti come traccia eterna.
"La pittura è scienza, tra natura e Dio", annota Da Vinci che parte proprio da qui, dal disegno e dal dipingere, per cercare un equilibrio tra le cose. La parte documentativa rimane interessante, perché da scoprire in Leonardo c'è sempre qualcosa. Ma per raccontarlo non c'è bisogno di tanta messa in scena.
Lo sguardo ipnotico e la bellezza virile di Luca Argentero sono chiamati a incarnare uno dei più grandi geni dell'umanità nel film Io, Leonardo per un ritratto non banale e lontano da ogni stereotipo. A 500 anni dalla scomparsa dello scienziato e artista toscano (morto il 2 maggio ad Amboise in Francia nel 1519) il film vuole restituire l'uomo fuori dagli schemi che con le sue opere e le sue invenzioni ha lasciato un segno profondo nell'immaginario collettivo.
Con una lunga parrucca di capelli castani e l'attenzione all'abbigliamento tipico del Rinascimento italiano si è completata la trasformazione di Luca Argentero in Leonardo Da Vinci.
L'attore, di cui spesso si dimenticano le tante prove di recitazione a cominciare da quella in in Saturno Contro, ne ha fatta di strada dalla partecipazione al Grande fratello nel 2003. A garanzia del progetto è stato chiamato Jesus Garces Lambert, il regista di quel piccolo gioiello biografico che è stato Caravaggio - L'anima e il sangue, una dei film d'arte più viste nel nostro paese.
Anche Io, Leonardo come il biopic su Caravaggio è prodotto da Sky: il film è atteso nelle sale il 2 ottobre. Insieme all'attore torinese sono stati chiamati Angela Fontana che interpreta Cecilia Gallerani, che Leonardo ritrasse nel celebre dipinto "Dama con l'ermellino". La nobildonna era l'amante di Ludovico il Moro che nel film ha il volto di Massimo De Lorenzo. Da rimarcare la voce narrante della pellicola che è quella inconfondibile di Francesco Pannofino.
Le riprese del film sono state effettuate oltre che in Francia nei luoghi dove ha vissuto l'artista, Vinci in Toscana, Milano e Roma. A garantire la maggior fedeltà possibile alla figura di Leonardo e all'epoca in cui visse è stato chiamato come consulente il professore di storia dell'arte moderna Pietro C. Marani presidente dell'Ente Raccolta Vinciana del Castello Sforzesco e membro della Commissione nazionale vinciana per la pubblicazione delle opere di Leonardo.
Non è la prima volta che Leonardo da Vinci è fonte di ispirazione al cinema: già nel 1912 fu realizzato un cortometraggio dal titolo Un tragico amore di Monna Lisa o La Joconde. Senza contare i numerosi documentari che ne affrontano le opere e raccontano la vita, Leonardo è una figura talmente gigantesca che ritroviamo persino in serie tv come Star Trek Voyager (interpretato da un anziano e barbuto John Rhys-Davies) ma anche come protagonista in una serie a lui dedicata dal titolo Da Vinci's Demons dove ha il volto e l'atleticità di Tom Riley.
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“Io, Leonardo” (2019) è il quarto lungometraggio (storico) del regista messicano Jesus Garces Lambert. “Ciò che so è molto ma ciò che non so è troppo”. Dalla bocca di Leonardo il tutto che ha fatto in una frase e la ‘battuta’ del film rimane impressa appena se ne esce. Non storditi ma neanche assuefatti, poco detto non certo il [...] Vai alla recensione »
Stile documentario, ma riesce a spiegare la vita di un genio del passato che ha, ancora oggi un fascino ineguagliabile.
Un film documentario sulla vita, anzi sul genio di Leonardo da Vinci. Raccontato in terza persona con la voce narrante di Francesco Pannofino, Leonardo viene bene interpretato da Luca Argentero. È un film introspettivo che evidenzia il genio di Leonardo e la sua cifra umana, fatta di quelle insicurezze e di quei dubbi che l’hanno trasformato in uno dei più grandi artisti e pensatori [...] Vai alla recensione »
Si assiste ad una visione introspettiva del genio di Leonardo da Vinci; pensieri che scrisse e che vengono riadattati cinematograficamente per questo buon biografico. E' un Leonardo fuori dal tempo, eternamente giovane, mentre i suoi allievi crescono e diventano adulti... quasi a significare che il genio, quello puro, non può invecchiare nè morire.
Ci voglio bene ad Argentero, sul serio.... Ma Leonardo no.... Leonardo no.......
Sono di Moncalieri e Luca Argentero è di Moncalieri. Io non l'ho mai visto ma conosco gente che conosce gente che lo conosce . E ne parlano bene. Fatta sta premessa non avevo mai visto un film di Argentero ma sapevo che è partito dal Grande Fratello e l'idea che uno ( d'alltronde anche il premio Oscar con The Artist Jean Daurdeu è [...] Vai alla recensione »
Sono diversi gli elementi di originalità in Io, Leonardo, un progetto di biopic sulla figura del più geniale simbolo del Rinascimento che non si accontenta mai di essere ciò che sembra. Il regista Jesus Garces Lambert aveva già applicato un metodo simile al suo Caravaggio - L'anima e il sangue, che si immergeva nella figura del Merisi rintracciandone l'individualità e portandone sullo schermo la storia non attraverso una narrativa convenzionale, ma in una struttura a sketch in cui stridevano il presente, il passato e l'idea della rappresentazione.
In Io, Leonardo, Lambert adotta un approccio simile nello spirito, ma che declinato sul personaggio interpretato da Luca Argentero assume delle sue particolarità. Stavolta la voce narrante non è del protagonista, ma di un'entità (umana troppo umana, forse, con la voce prosaica e familiare di Pannofino) che lo interpella dandogli del tu, come in una missiva che chiede conto di una vita intera. Il tono è però stranamente conciliante, in bilico tra la didattica museale e la facilità nel sorvolare sulle questioni più controverse, come se il pensiero appartenesse in fondo proprio al protagonista, indulgente come può essere soltanto l'autoindulgenza.
Altero, distaccato e a volte perfino annoiato, ma capace di infondere in Leonardo addirittura bagliori di una certa umanità autoironica, Argentero è la vera sorpresa di questo film; Lambert tocca gli snodi più celebri della vita dell'artista attraverso mini-episodi mai calati in un contesto realistico, e come cristallizzati all'interno di una video installazione.
Il regista si addentra tra le pieghe del genio alla ricerca del carattere, ma così facendo diventa lodevole il valore storico-artistico del film, mai timoroso di scendere nello specifico degli argomenti scientifici, delle tecniche realizzative e circostanze pratiche, come quella di un dipinto parzialmente rovinato per via di sbalzi di temperatura sul colore.
Anche per questo motivo la gestione parsimoniosa della presenza di Argentero non scade mai nella versione peggiore del film che uno spettatore potrebbe legittimamente costruirsi nella mente. La sua impossibilità di calarsi in una versione di Leonardo pienamente fittizia viene sfruttata come le ricostruzioni digitali in 3D che gli si ergono attorno: un effetto speciale che solletica di continuo lo spettatore con la teatralità della sua messa in scena.
Leonardo da Vinci, figura più complessa e meno accessibile di Caravaggio, viene quindi esternalizzato attraverso la seconda persona in un dialogo sornione. Se la voce di Pannofino si rivolge all'uomo, Argentero risponde trincerandosi dietro l'artista, in una singolare inversione delle leggi naturali del genere cine-biografico.
Passione, creatività e genio. Ma anche inquietudine, irrequietezza, fragilità. Dietro alla "maschera" del genio, di cui il Leonordo Da Vinci di Io, Leonardo di Jesus Garces Lambert è sintesi impeccabile, c'è un mondo interiore misterioso e inesplorato, una "selva oscura" (per dirla con un altro genio, quello di Dante Alighieri) che diventa un richiamo irresistibile per gli attori chiamati al confronto mimetico.
I Leonardo del cinema
Luca Argentero, che presta con coraggio il volto a Leonardo Da Vinci, è l'ultimo di una lunga serie di attori a cimentarsi con l'iconica rappresentazione del genio. Tra i primi a tentare l'impresa c'è il britannico Richard Ainley, che nel 1943 fu Leonardo in Portrait of a Genius di Sammy Lee, tutto incentrato sulla figura di Leonardo come inventore prima che artista. Del 1949 è L'ultima cena di Luigi Giachino, scritto con Leonardo Benvenuti, realizzato con la supervisione di Charles Reisner, e con l'esordiente Bruno Bernabo nel primo e ultimo ruolo della sua carriera.
Il primo e più famoso Leonardo televisivo è quello di Philippe Leroy nello sceneggiato Rai a sfondo biografico del 1971, Leonardo Da Vinci, scritto e diretto da Renato Castellani: basato sulla biografia di Leonardo del Vasari, vinse un Golden Globe come miglior "speciale tv" nel 1973. Sempre per la televisione nel 1983 arriva I, Leonardo: A Journey of the Mind di Lee R. Bobker: qui il ruolo di un Leonardo particolarmente inquietante e misterioso tocca a Frank Langella, allora notissimo Dracula del grande schermo. Un anno dopo Paolo Bonacelli fa un cameo destinato a rimanere storico in Non ci resta che piangere di Roberto Benigni e Massimo Troisi, mentre tre anni dopo anche la Finlandia ha il suo Leonardo - l'attore Kalevi Kahra - in Leonardon ikkunat di Pirjo Honkasalo. Una decina di anni più tardi, nel Leonardo: A Dream of Flight di Allan King, l'onore è tutto del canadese Brent Carver, e se Mark Rylance è Leonardo nell'omonimo film del 2003 di Sarah Aspinall, Paul Rhys è il bel Leonardo che gravita, per una paio di stagioni, nella corte della serie tv I Borgia.
Ultimi in ordine di arrivo Nick Roberts - protagonista nel 2006 del documentario The secret life of Leonardo Da Vinci - e Massimiliano Finazzer Flory, che veste i panni di Leonardo, recitando in lingua rinascimentale, in Essere Leonardo da Vinci del 2019.
Il cine-rinascimento
Un film su Leonardo da Vinci non può prescindere dal racconto di un altro grande protagonista: il Rinascimento italiano, ovvero l'età storica durante la quale il genio dell'artista e inventore trovò - di volta in volta - spazio o censura.
Di film sul Rinascimento la storia del cinema è piena, ma se il campo si restringe al Rinascimento italiano, è possibile concentrarsi su un numero minore di titoli - quasi tutti dedicati all'incredibile impulso creativo esercitato in quegli anni dalla penisola. Ecco allora il Michelangelo di Charlton Heston ne Il tormento e l'estasi di Carol Reed, tutto sulla creazione della Cappella Sistina, il Giordano Bruno di Gian Maria Volonté nell'omonimo film del 1973 di Giuliano Montaldo, e ancora Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi, del 2001, sugli ultimi giorni di vita del condottiero, al servizio dello Stato Pontificio, Giovanni dalle Bande Nere.
Oltre ai feuilleton televisivi de I Borgia e I Medici, e ai numerosi documentari d'autore sui geni dell'epoca (tre i più recenti: Michelangelo, infinito; Raffaello - Il Principe delle arti) e Caravaggio - L'anima e il sangue, quest'ultimo diretto dallo stesso Jesus Garces Lambert; restano fuori due pietre miliari del cine-Rinascimento italiano: il già citato Non ci resta che piangere e La mandragola del 1965, di Alberto Lattuada, tratta dall'omonima commedia di Machiavelli e interpretata da Philippe Leroy, Rosanna Schiaffino e Totò.
Mistero Leonardo
Parte del fascino di Leonardo è nel suo mistero. Il mistero di un genio, di un uomo segnato dalla vita, di un artista accusato di essere di volta in volta schiavo delle passioni (fu sospettato di sodomia) o addirittura servo del diavolo.
Sul mistero di Leonardo ruota tutta la saga letteraria, e poi cinematografica, de Il codice Da Vinci, diretto da Ron Howard e basato sull'omonimo romanzo di Dan Brown. Ma al centro di ogni trama, complotto o elucubrazione sul genio fiorentino, c'è sempre lei, la Gioconda, il dipinto forse più amato della storia del cinema.
Da Il ratto di Monna Lisa del 1931 a Il ladro della Gioconda del 1966, passando per L'uomo che rubò la Gioconda del 2006 fino a Monuments Men del 2014, Leonardo è soprattutto questo: l'enigma di un sorriso indecifrabile, potente e ipnotico, rimasto irrisolto da secoli.
Ha cominciato così, amando il più bravo di tutti in un film di Ferzan Özpetek (Saturno contro), e per osmosi bravo lo è diventato anche lui, film dopo film, serie dopo serie, programma dopo programma. Perché Luca Argentero ha abitato con disinvoltura il piccolo schermo, da cui è partito nel 2003 'in cattività', e il grande schermo, su cui ha debuttato nel 2006 (A casa nostra). Dalla casa affollata del Grande Fratello a quella vuota di Francesca Comencini, Luca Argentero salta il fosso, impara il mestiere e diventa il soggetto e l'oggetto del desiderio della nuova commedia italiana, interpretando personaggi evolutivi e dinamici e infilando meccanismi narrativi che mettono finalmente in discussione gli stereotipi.
Giovane artista che prende la gioia seriamente, Luca Argentero ha un'affinità elettiva con la commedia sentimentale ma si mette alla prova in altri generi e in altri registri, convertendosi in investigatore privato per Marco Risi (Cha cha cha) o in supereroe di rame per Eros Puglielli (Copperman).
Amico gourmand di Julia Roberts (Mangia, prega, ama) o politico gay 'convertito' da Claudia Gerini (Diverso da chi?), Jesus Garcés Lambert gli offre il ruolo di Leonardo in Io, Leonardo, nuovo film di Cinema d'Arte Sky che celebra il cinquecentenario della scomparsa di Leonardo da Vinci. La voce narrante è di Francesco Pannofino, il volto è quello di Luca Argentero che con semplicità passa a un regime superiore. Perché l'attore torinese pratica la leggerezza di chi ha cominciato per caso e ha affrontato con misura il tourbillon del successo.
Un attore che possiede l'intuizione e il controllo, che non abusa mai del suo charme e non cerca mai di piacere a tutti costi. Luca Argentero è tutto nella presenza, nella curiosità, nell'interesse per il mondo. Non è inebriato dalla celebrità e la vive con la distanza e la lucidità tranquilla di un giovane uomo intelligente e riservato.
Sullo schermo è cresciuto e adesso indossa il costume (rischioso) di un artista dai molteplici talenti, perché rifare un genio è per forza intimidente. Soprattutto quando al genio vengono attribuiti (almeno) una ventina di opere venerate come capolavori assoluti e insieme la paternità di tutte le invenzioni più rimarchevoli della storia dell'umanità.
Come abbordare un mito così impressionante? Come restituire in una performance la sua favolosa leggenda? Leggenda che cinque secoli dopo suscita ancora domande e riflessioni. Scultore, scrittore, pittore, architetto, botanico, musicista e ingegnere, Leonardo da Vinci ha affinato la sua comprensione indagando i segreti della natura, osservandola e traducendo con la matita il volo di un uccello o il meccanismo del mondo. La sua storia è romanzesca e costituisce la materia ideale per un film.
Nato nell'aprile del 1452, è il frutto di un amore illegittimo tra un notaio di Vinci e una contadina. Leonardo è cresciuto allora tra l'amore travolgente di una madre incolta e la buona educazione rustica impartita dal nonno paterno, proprietario terriero.Uomo 'senza lettere' divenuto autodidatta di un sapere universale, Leonardo ha contribuito a mantenere il mistero sulla sua vita privata, su cui adesso sognano sceneggiatori e attori.
A Luca Argentero la sfida di incarnare oggi questa illustre figura del Rinascimento, di riempire il vuoto con l'immaginazione e un'interpretazione che provi a ricostruire la 'trama' e a ottenere un'immagine adeguata dell'artista. Non sapremo mai abbastanza su Leonardo ma questa ignoranza è la base della nostra attrazione per l'individuo e l'aura che lo circonda. La verità è altrove, per riprendere una celebre formula, ed è per questa ragione che la frustrazione dello spettatore è il miglior vettore della fiction. Malgrado i progressi considerevoli dell'immagine scientifica, così cara al maestro toscano, il mistero della (sua) creazione resta intatto. Se per la scienza Leonardo è un 'invito' permanente, per Luca Argentero è un guanto da raccogliere adesso.
Se un attore uscito dal Grande Fratello può essere Leonardo da Vinci, allora Chiellini potrebbe interpretare Einstein. Se del Genio si sottolinea l'omosessualità e il film diventa un catalogo di opere di cui sarebbe capace anche un Pierino di terza elementare, allora si capisce perché il celebre anniversario è stato festeggiato come peggio era difficile.
I dialoghi di Leonardo sono tratti dai suoi scritti", avvertono i titoli di testa. Lo spettatore già un po' tre ma. Nessuno, neppure il genio universale che il mondo ci invidia, parla come scrive. Serve per rassicurare le professoresse democratiche che accompagneranno le scolaresche al cinema. Poi arriva un neonato che placido galleggia nell'acqua - uguale alla copertina di "Nevermind", Nirvana 1991 [...] Vai alla recensione »
Ma Leonardo chi? Qui c'è un virgulto 50enne un po' effeminato governato da un imparruccato Argentero di gesta sontuose, ammiccamenti divinatori, palandrane rinascimentali e intuizioni da Archimede Pitagorico nella generica bio cubista del genio in conflitto col suo tempo tra il petulante Ludovico il Moro e l'iconico uomo vitruviano. Minacciati da una guida vocale a volte apocalittica (sorta di "lettera [...] Vai alla recensione »
«Fissi per sempre l'emozione di un attimo». Pensate a questa frase, che pare rubata dal repertorio dei Tiromancino, pronunciata con toni enfatici da Francesco Pannofino (che si rivolge, unicamente come voce narrante, al genio di Vinci, di cui si celebrano i 500 anni della scomparsa attraverso una rievocazione degli episodi cruciali della biografia, ognuno legato a un'opera) e avrete la misura di Io, [...] Vai alla recensione »
A dare ideomitica forza al docufiction del messicano Jesus Garces Lambert «Io, Leonardo», sin dal titolo di personale prospettiva, tra ossessive inquietudini e razionali affondi è l'arrovellato rimpallo di poliedriche sfumature d'arte e vita del grande Da Vinci, pensatore, scienziato, artista, e sua inesausta creatività a specchio di una misteriosa profondità del creato.
Dopo Caravaggio - L'anima e il sangue, Raffaello - Il principe delle arti e Firenze e gli Uffizi, Sky continua il suo percorso che mette la tecnologia al servizio del patrimonio artistico e nel cinquecentenario dalla scomparsa non poteva mancare un film su Leonardo da Vinci. Nelle vesti del grande genio del Rinascimento vi è Luca Argentero, lo dirige il regista messicano Jesus Garces Lambert, mentre [...] Vai alla recensione »
Leonardo da Vinci: il genio, ma anche l'uomo fragile e inconcludente; l'artista, ma anche l'amante dolente. Io, Leonardo è la biografia della mente, dei sentimenti, del percorso creativo dell'uomo che più ha occupato e plasmato il nostro immaginario, basata soprattutto sugli scritti del suo Trattato della Pittura. L'indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto è una tendenza sempre più accentuata [...] Vai alla recensione »
Dal regista messicano di Caravaggio -L'anima e il sangue del 2018, un nuovo ed emozionante viaggio nel profondo dei pensieri e dei turbamenti di un mostro sacro della creatività e genialità, Leonardo Da Vinci. Dopo Raffaello, Michelangelo, ed appunto, Caravaggio, ennesimo progetto targato Sky, in occasione dei festeggiamenti per il 500° anniversario della morte dell'artista toscano.