Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Luca Gianfrancesco |
Uscita | mercoledì 25 aprile 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,32 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 dicembre 2018
Una memoria avvincente e commossa, per ricordarci che la Storia del Paese, è del Paese intero. In Italia al Box Office Terra Bruciata! ha incassato 36,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La mattina del 1° novembre 1943, a Conca della Campania, un minuscolo borgo della provincia di Caserta, 19 civili vengono trucidati da una pattuglia di militari tedeschi. Graziella Di Gasparro, figlia di uno dei caduti, lotta da anni per tener viva la memoria di quell'eccidio dimenticato.
Luca Gianfrancesco, con il sostegno di numerose realtà locali e grazie alla distribuzione di Cinecittà Luce, porta sul grande schermo un documentario che andrebbe proiettato in tutti gli Istituti Superiori d'Italia. Il motivo? Perché racconta ciò che accadde dopo l'8 settembre 1943 da una prospettiva nuova che rende giustizia a chi nel Sud combatté a rischio della vita il nazifascismo e a chi ne fu vittima innocente.
La Resistenza, così come ci è stata raccontata nella maggioranza dei casi, sembrerebbe essere stata un fenomeno verificatosi da Roma in su. Le 4 giornate di Napoli, che Nanni Loy celebrò nel film omonimo e che costituivano il finale di quel capolavoro che è Tutti a casa, in quella narrazione finiscono con l'occupare un posto residuale.
Questo documentario, che trova nell'ostinata volontà di fare memoria da parte della figlia di un innocente ucciso dai nazisti il suo spunto di partenza, si allarga immediatamente a comporre un quadro storico grazie a due elementi. Da un lato ci sono gli storici e gli studiosi che collocano quella precisa vicenda in un contesto preciso e documentato. Dall'altra c'è il lavoro del regista con i testimoni dell'epoca. Intervento che si presenta come estremamente prezioso perché si tratta di persone molto anziane che hanno l'opportunità di ricordare e ricordarci quanto accadde prima che malattie o gli inevitabili trapassi dovuti all'età ci privino della loro parola e delle loro emozioni.
Perché a più di 70 anni da quei tragici eventi alcuni di loro ancora si commuovono nel rivisitare quei momenti e in tutti si avverte la consapevolezza della necessità di una testimonianza veritiera non filtrata dal trascorrere degli anni. Molti addirittura raccontano come se avessero ancora davanti agli occhi quegli accadimenti. Gianfrancesco però inserisce un'ulteriore cifra narrativa nella sua opera addentrandosi nel terreno, talvolta accidentato, della ricostruzione in stile docufiction.
Riesce a superare anche questo possibile ostacolo con sequenze puntuali e mirate che restituiscono le dinamiche dei rapporti all'interno di piccole comunità che si trovno, per alcuni giorni, al centro di un conflitto di cui subiscono le atrocità ma a cui sanno anche reagire. Interessante e anche intimamente toccante la descrizione di come quelle persone seppero accogliere alcuni ebrei senza mai rivelarne la presenza. Anche quando una delazione avrebbe potuto portare dei vantaggi immediati. Il termine eroismo in questi casi perde ogni valenza trionfalistica e si rivela quanto mai appropriato.
SI TRATTA DI UN DOCUMENTO ECCEZIONALE, CHE TUTTI DOVREBBERO VEDERE PER CAPIRE QUELLO CHE E' REALMENTE ACCADUTO DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE. HO PIANTO TUTTO IL TEMPO, SOPRATTUTTO NEL VEDERE CHE PER I PROTAGONISTI E' COME SE IL TEMPO SI FOSSE CONGELATO... POTENZA DEL TRAUMA! RINGRAZIO INFINITAMENTE LE PERSONE CHE SI SONO MESSE IN GIOCO, PUR SAPENDO CHE AVREBBERO DOVUTO RIAPRIRE UNA SCATOLA [...] Vai alla recensione »
Il commento di una persona all'uscita della Sala: Il 25 aprile sono andata a vedere "Terra Bruciata" all'Orione a Bologna. Sono almeno due/tre anni che seguivo l'evolversi del film documentario attraverso ricostruzioni, scene girate, amici usati come comparse, registi sul posto, ecc, ma mai mi sarei immaginata che il film avesse attraversato addirittura l'Italia intera. [...] Vai alla recensione »