Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 53 minuti |
Regia di | Alessandro Seidita, Joshua Wahlen |
MYmonetro | 3,06 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 6 ottobre 2018
Un ponte ideale, una guida che accompagna lo spettatore dal mormorio mondano al silenzio ignoto, intriso di spiritualità, di cui è pervasa la vita eremitica. In Italia al Box Office Voci dal silenzio ha incassato 6,5 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Un'esplorazione on the road di due registi molto indipendenti e intraprendenti che si misurano con un paradosso: filmare chi in vari luoghi d'Italia si è allontanato volontariamente dalla comunità sociale, per i motivi più diversi: bisogno di ritrovarsi, chiamata della fede, esigenza di meditazione, cura della propria essenza, della natura, ricerca della bellezza nella vita semplice.
Tra gli intervistati - non solo religiosi, mistici ma anche uomini anziani dai lunghi capelli e barbe bianche - spicca per loquela e forza argomentativa padre Giancarlo Bruni, biblista, fratello della comunità di Bose, docente, residente all'Eremo di San Pietro alle Stinche a Panzano (Firenze).
A lui si deve la precisazione della differenza (secondo paradosso) tra solitudine e isolamento, a sottolineare che la scelta eremitica non è mai fuga dal mondo ma strumento di riavvicinamento all'umanità più essenziale e profonda, al suo ascolto e alla sua cura. La crisi insomma come possibilità di cambiamento, trasformazione, l'esigenza di ritirarsi per "rientrare in se stessi". Isolarsi per aprirsi all'Altro /Altri.
Un'esperienza produttiva finanziata in crowdfunding e raccontata in itinere dai registi nel blog "Italia che cambia". Un documentario minimalista, low budget e ricco di significati e domande, privo di artifici nella messa in scena, che segue l'illuminazione naturale, condotto dai due filmmaker di origine palermitana Joshua Wahlen e Alessandro Seidita con il passo rallentato di chi vuole seguire il ritmo del ciclo delle stagioni, sulla scia del lavoro fotografico di Federico Tisa, che nel 2014 ha percorso a piedi il Paese alla ricerca di eremiti. La Natura, a cui si fa costantemente riferimento sia nelle immagini che nei ragionamenti, è protagonista, non semplice cornice ma proprio come elemento di rispecchiamento, confronto, "una nuova relazione con ciò che ci circonda". Una realtà che il film esalta, seguendo la ripetizione dei gesti più elementari, contrapponendo elementi come fuoco e acqua per dire del conflitto tra apparenza ed essenza, o della fatica e del rispetto nel sopravviverle, per riavvicinarsi al momento in cui tutto fu creato.