Romanzo famigliare

Film 2018 | Drammatico

Regia di Francesca Archibugi. Una serie con Vittoria Puccini, Guido Caprino, Fotinì Peluso, Marco Messeri, Giancarlo Giannini. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2018,

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Ultimo aggiornamento lunedì 16 aprile 2018

Un romanzo popolare con un linguaggio contemporaneo in 12 episodi diretti da Francesca Archibugi, per la prima volta alla regia di una serie tv.

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Archibugi getta anima e corpo in un feuilleton televisivo.
Ilaria Ravarino
mercoledì 10 gennaio 2018
Ilaria Ravarino
mercoledì 10 gennaio 2018

Più di trent'anni di carriera e in curriculum nemmeno una serie tv a parte Renzo e Lucia del 2004, "che però durava due ore, non seicento". E a guardare la sua filmografia adesso, in un periodo storico in cui un salto sul piccolo schermo non si nega a nessuno, sembra impossibile che Francesca Archibugi non abbia mai "trasgredito" evadendo dalla sala cinematografica. Un debutto fulminante, a soli 28 anni, col successo di Mignon è partita (5 David di Donatello, 2 Nastri d'Argento), confermato dal riconoscimento riscosso con Verso sera, poi dalla consacrazione con Il grande cocomero, e giù fino a Gli sdraiati, lungo una carriera che l'ha portata anche a sceneggiare con ottimi risultati - spesso per l'amico Paolo Virzì - senza perdere di vista la sua passione per la regia. Ma la televisione, quella no. La televisione mai. Almeno fino a due anni fa, quando, complice la giornalista e sceneggiatrice Elena Bucaccio - cresciuta nella palestra di Incantesimo, rodata in Tutti pazzi per amore - Archibugi ha cambiato improvvisamente prospettiva, gettandosi anima e corpo in un feuilleton televisivo.
Scritto in tre anni e girato in sei mesi, Romanzo famigliare appartiene a un genere dai nobili natali, che affonda le radici in Dickens e Tolstoj.

Volevo provare a fare un grande romanzo popolare, ma con un linguaggio contemporaneo. È stato difficile. È stato un incubo. Sono stati tre anni durante i quali Francesca mi ha letteralmente fatta a pezzi, per poi ricostruirmi in maniera magnifica.
La sceneggiatrice Elena Bucaccio

Serie in 12 episodi da 50 minuti, trasmessi da RaiUno e ripresi su RaiPlay, Romanzo famigliare è prima di tutto la storia di una dinastia, quella dei Liegi, da sempre abituata a comandare economicamente e socialmente nella città di Livorno. Tutto merito degli affari - appalti, petrolio, di tutto un po' - amministrati con piglio da squalo dal capofamiglia Gian Pietro Liegi (Giancarlo Giannini), rimasto vedovo della prima moglie e risposato, come da copione, con la rampantissima Natalia, ex babysitter della figlia (Anita Kravos). Ma Gian Pietro è un uomo malato, ha un male incurabile e degenerativo, e di fronte all'ignoto del futuro decide di fare un ultimo tentativo per riprendersi l'unico bene che non è riuscito a controllare: sua figlia Emma.
Emma è una donna ancora giovane e molto bella (Vittoria Puccini), che da ragazza si è ribellata alla famiglia scappando di casa. Appena maggiorenne e già incinta, ha sposato il marinaio Agostino Pagnotta (Guido Caprino), con il quale si è ricostruita una vita lontano dai parenti, dagli amici e dall'ex fidanzato livornese Giorgio (Andrea Bosca).

Ma la vita ha in serbo per lei una sorpresa: proprio quando tutto sembra filare liscio, con il marito innamorato e la figlia Micol (Fotini Peluso) adolescente con la testa sulle spalle, ecco che per Agostino arriva una misteriosa e tempestiva opportunità di lavoro. A Livorno, naturalmente. Costretta a ritornare nella sua amata, odiata città natale, Emma dovrà confrontarsi non solo con suo padre, ma anche con altri demoni del passato e del futuro: sua figlia Micol, minorenne, si scopre incinta. E per suo padre - ammesso che sia davvero Agostino, suo padre - l'unica soluzione per andare avanti, ora che e entrato all'Accademia navale, è ricorrere all'aiuto del nonno...

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LE DONNE.

Era inevitabile, data la filmografia della regista, che le adolescenti e i grandi personaggi femminili fossero al centro anche della prima opera per la tv firmata da Archibugi. Ed ecco allora che nella saga di Romanzo famigliare spiccano soprattutto due caratteri, splendidamente portati in scena da due attrici molto diverse tra loro: Emma e sua figlia Micol.
Troppo spesso vincolata dal typecasting del cinema italiano a ruoli da borghese snob, nel ruolo di Emma Puccini si libera senza strafare, portando nel personaggio un tocco folle di candore. La sua Emma è una ragazza ricca e viziata, che l'agio ha reso completamente inadatta alla vita: non sa fare niente anche se ci prova, è svampita, è una madre affettuosa ma incapace.

È stato un personaggio impegnativo da portare in scena perché sentivo che in qualche modo, anche alla lontana, Francesca Archibugi ci si identificava. Molti dei vestiti che indossa Emma nella serie provengono dal suo guardaroba.
Vittoria Puccini

Più matura di Emma, ma ugualmente ribelle, è la figlia Micol, interpretata dalla vera sorpresa della serie, la giovane Fotini Peluso: già vista nella seconda stagione di Non uccidere, l'attrice di origini greche qui mostra di saper giocare su più registri, gestendo con naturalezza scene madri e dialoghi brillanti (tra i migliori della serie, quelli con le sue coetanee). "È stata un'esperienza indimenticabile - ha detto - Francesca mi ha fatto capire cosa vuol davvero dire recitare".

LIVORNO.

"Ho scelto Livorno perché è la città del mio amico Paolo Virzì, e perché per questa storia mi serviva l'Accademia col suo sistema di regole, divieti e codici". Prima troupe al mondo a ottenere il permesso di girare nell'Accademia - "E ammettiamolo - ha detto Archibugi in conferenza stampa - sulle prime non è stata una convivenza facile" - il gruppo di lavoro della regista ha avuto accesso anche all'Amerigo Vespucci, la più anziana nave della Marina Militare ancora in servizio.

Per me che sono un uomo di mare è stato un sogno, navigare sulla Vespucci è un'esperienza che tutti dovrebbero fare perché insegna tante cose: il rispetto per gli altri, la cura del bene comune.
Guido Caprino

Altre location della serie, girata in parte anche a Roma e Torino, sono il porto di Livorno, l'ospedale e il quartiere La Venezia: "È stato Paolo Virzì a farmi conoscere Livorno più di vent'anni fa - ha detto Archibugi - ai tempi in cui dividva l'ombrellone ai Bagni Pancaldi con sua madre".


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La famiglia è una malattia che va curata!
Vanni (Marco Messeri)
dalla serie Romanzo famigliare
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