Titolo originale | Monsters and Men |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Reinaldo Marcus Green |
Attori | Chanté Adams, Giuseppe Ardizzone, Cara Buono, J.W. Cortes, Angel Bismark Curiel Aaron Costa Ganis, Kelvin Harrison Jr., Jasmine Cephas Jones, Rob Morgan, Anthony Ramos, John David Washington, Nicole Beharie, Grant Jaeger, Josiah Gabriel, Emilia Allen, Brian Pollock, Joe Tippett, Steve Cirbus, Samel Edwards, Christopher Jordan Wallace, Joshua Rivera, Lana Young, Kareem Savinon, John Diaz Banks, Daniel Stewart Sherman, Keenan Jolliff, Frankie Wolf, Craig muMs Grant, Lizan Mitchell, Chris McKinney, Amanda Warren, Don Guillory, Cassandra Freeman, Jeff Kim, Elizabeth Lodge, Neal Huff, Jeffrey Lerman, David Walcott, Brooke Alexandra, Jabin Waterman, Gregory Barker. |
Distribuzione | Videa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,11 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 maggio 2019
Le conseguenze dell'omicidio di un uomo nero da parte di un poliziotto, raccontate attraverso gli occhi di chi ha filmato l'assassinio. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, Al Box Office Usa Monsters and Men ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 500 mila dollari e 131 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un uomo afroamericano guida la sua auto su una strada di Brooklyn, cantando. Una volante della polizia lo ferma e gli chiede i documenti. "Sono in servizio", afferma l'uomo, a bassa voce. E i poliziotti, dopo un rapido controllo, gli restituiscono i documenti, scusandosi. Un secondo dopo capiamo il perché delle scuse: l'uomo è un poliziotto, come loro. È questo il folgorante incipit di Monsters and Men, lungometraggio di esordio di Reinaldo Marcus Green, che si era già fatto conoscere con un corto dal titolo Stop inperniato proprio su un fermo di polizia ai danni di un afroamericano: uno di quelli cui la popolazione nera è tristemente abituata.
Da quel seme è nata una pianta con almeno tre rami portanti: le storie di tre maschi di colore, due dei quali ancora ragazzi, che si confrontano con l'essere black in un quartiere, Bedford-Stuyvesant (lo stesso in cui Spike Lee ha ambientato Fa' la cosa giusta), dove le tensioni razziali sono particolarmente accese, ma che non è altro che il frattale di un intero Paese.
La prima storia riguarda Manny (un nome che sembra il diminutivo di "man", ovvero "uomo"), giovanissimo padre di famiglia ispanico in cerca di lavoro. Per caso Manny assiste all'omicidio di un negoziante del quartiere ad opera della polizia, e riesce a filmare l'accaduto. Da quel momento dovrà decidere se rendere pubblico il video o "farsi i fatti suoi", mettendo al riparo la sua famiglia dalle ire delle Forze dell'Ordine.
La sua vicenda sconfina in quella di Dennis, il poliziotto che abbiamo visto all'inizio del film, che detesta gli abusi di alcuni suoi colleghi ma ha un obbligo di fedeltà nei confronti del Corpo di Polizia che, come lui, mette a rischio la propria vita ogni giorno sulle strade del quartiere.
Infine la terza storia, collegata alle prime due, vede Zyric, giovane promessa del baseball, decidere se partecipare alle manifestazioni in difesa dei diritti civili che dicono basta alla violenza contro gli afroamericani o, di nuovo, "farsi i fatti suoi" e concentrarsi sulla sua nascente carriera sportiva.
Monsters and Men ha vinto il Premio Speciale della Giuria all'ultimo Festival di Sundance, e la sua forza è soprattutto nella struttura narrativa (la sceneggiatura è di Green insieme a Justin Chan e Scott Cummings), un poliedro del quale vediamo ogni faccia, e che comunica la complessità di una situazione stratificata. Le scelte del regista, anche in termini visivi, sono improntate alla chiarezza espositiva, e delineano con precisione un quartiere e i suoi frequentatori, che a volte giocano insieme su un campetto di basketball e a volte si fronteggiano su metà campi contrapposti.
I tre attori protagonisti sono eccezionalmente convincenti: Anthony Ramos (l'amico queer di Lady Gaga in A Star is Born) è un giovane uomo còlto a metà fra senso di responsabilità famigliare e senso di giustizia; John David Washington (il figlio di Denzel, già visto in BlacKkKlansman) è un poliziotto gentile e tormentato da lealtà conflittuali; Kelvin Harrison Jr. è un atleta umiliato dai continui fermi di polizia, anche nei suoi confronti, e disgustato dalla preoccupazione del padre di "non fare l'onda".
Il tono della narrazione è pacato e non sconfina mai nell'arringa o nel sermone, lasciando che siano i personaggi e le storie a comunicare indignazione o empatia. Alcune intuizioni registiche, come lo sguardo al di qua e al di là del vetro di una saletta da interrogatorio, sono cinematograficamente assai efficaci, e l'escalation degli eventi non degenera mai, contrariamente a ciò che spesso succede a Bed-Stuy e ovunque i conflitti siano esacerbati. Il che non vuol dire che Monsters and Men sia edulcorato o compiacente. La denuncia di un clima intimidatorio che mortifica la dignità delle persone è evidente, e la citazione secondo cui "non c'è un Martin senza un Malcom" illustra bene la posizione morale di Green.
Quando a Brooklyn un afroamericano disarmato viene ucciso dopo una banale lite con le forze dell'ordine, uno studente che ha ripreso l'aggressione con il suo smartphone mette in rete il video suscitando l'indignazione del quartiere e l'allarme dei poliziotti che temono di finire sotto inchiesta. Ognuno dei personaggi coinvolti in questa storia reagisce all'accaduto in modo diverso, secondo la propria [...] Vai alla recensione »