The Harvest

Film 2017 | Docu-fiction, +13 73 min.

Titolo originaleThe Harvest
Anno2017
GenereDocu-fiction,
ProduzioneItalia
Durata73 minuti
Regia diAndrea Paco Mariani
AttoriHardeep Kaur, Gurvinder Singh, Marco Omizzolo, Simone Andreotti, Gurmuk Singh Sarbjit Chauhan.
Uscitamercoledì 7 febbraio 2018
DistribuzioneDistribuzioni dal Basso/OpenDDB
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,13 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Andrea Paco Mariani. Un film con Hardeep Kaur, Gurvinder Singh, Marco Omizzolo, Simone Andreotti, Gurmuk Singh. Cast completo Titolo originale: The Harvest. Genere Docu-fiction, - Italia, 2017, durata 73 minuti. Uscita cinema mercoledì 7 febbraio 2018 distribuito da Distribuzioni dal Basso/OpenDDB. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,13 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 31 gennaio 2018

Un docu-musical che, per la prima volta, unisce il linguaggio del documentario alle coreografie delle danze punjabi, raccontando l'umiliazione dei lavoratori sfruttati dai datori di lavoro e dai caporali. In Italia al Box Office The Harvest ha incassato 10,6 mila euro .

Consigliato sì!
3,13/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,26
CONSIGLIATO SÌ
Una denuncia fieramente indipendente del caporalato nell'Agro Pontino: tra musical di Bollywood, inchiesta, fiction.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 31 gennaio 2018
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 31 gennaio 2018

A Bella Farnia, frazione di Sabaudia (Latina), risiede una cospicua comunità di sikh, prevalentemente occupati come braccianti nella filiera agricola locale (nell'Agro Pontino si calcola la loro presenza in circa 30mila unità). Il loro lavoro è sfruttato e sottopagato e la non conoscenza della lingua è uno svantaggio nella consapevolezza dei loro diritti, sistematicamente calpestati, ad opera di caporali locali e con la connivenza dei loro connazionali, in spregio delle tutele sindacali. Nel complesso di case che li accoglie vivono anche Gurwinder, bracciante agricolo e Hardeep, mediatrice culturale, padre punjabi e accento laziale, che lavora ogni giorno per accorciare le distanze tra indiani e italiani. A punteggiare la narrazione, gli interventi di Marco Omizzolo e Simone Andreotti, responsabile scientifico e vice presidente della cooperativa locale InMigrazione, motore del film.

Ha una vocazione fieramente, fortemente indipendente The Harvest ("raccolto", inteso sia letteralmente come frutto della terra ma anche come esito di politiche inique di lavoro, o meglio, di leggi non rispettate).

Una produzione dal basso realizzata da SMK Videofactory, orientata al sociale e fondata dal regista Mariani (classe 1983) a Bologna. La formula è quella del crowdfunding, che ha coinvolto svariate realtà come FLAI (Federazione Lavoratori dell'Agro Industria) e ovviamente la cooperativa InMigrazione. Il risultato è un'opera in cui - come all'interno del "tempio", il luogo in cui i sikh si ritrovano a pregare e a socializzare - tutti, dai realizzatori agli attori, hanno un uguale peso narrativo, in un'orizzontalità che ricalca quella dei campi sterminati e delle serre fruttuose dell'"oro del Pontino" e che porta un punto di vista inusuale e scomodo su un preciso contesto sociopolitico.

Le note di regia lo definiscono un "docu-musical", ma si potrebbe definirlo documentario di fiction, a urgente vocazione di inchiesta, che racchiude al suo interno inserti da musical di Bollywood. Infatti l'idea originale del film è calare, all'interno di un ambito descritto da chi vi opera e vi vive, alcuni numeri musicali coreografati, (protagonisti, i cinque ballerini di Banghra Vibes, residenti tra Cremona e Mantova), efficacemente ripresi e montati, che di cromatico hanno solo i costumi, privi come sono dell'energia gioiosa tipica del genere. Uno stratagemma per non replicare il film di denuncia costruito solo su "teste parlanti" e testimonianze drammatiche.

La musica di Slick Steve and The Gangsters, poi, formazione bresciana rock blues nata nel 2011, fornisce il controcanto alla Tom Waits (e concorre al cast) rispetto a questa comunità indiana che rimette in scena reali soprusi subiti sul lavoro - e la necessità di doparsi per conservarlo - avvenuti tra il 2014 e il 2016 (anno in cui è stata approvata la legge contro il caporalato). Documento di alto valore civile, sintesi inedita di inchiesta giornalistica, musical, re-enactement, tra la naiveté degli interpreti e lo stridore tra generi, appropriata eco all'ingiustizia rappresentata.

Sei d'accordo con Raffaella Giancristofaro?
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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 5 febbraio 2018
bologna

Una storia commovente raccontata con un linguaggio inedito e colorato. Testimonianze dei protagonisti toccanti e musiche originali che ti accompagnano dentro la storia. Da vedere e fare vedere assolutamente!

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