|
Ultimo aggiornamento lunedì 27 settembre 2021
Il senatore Gary Hart è in corsa per la presidenza ma la sua relazione con una modella interrompe la sua carriera politica. In Italia al Box Office The Front Runner - Il Vizio del Potere ha incassato 67,1 mila euro .
The Front Runner - Il Vizio del Potere è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Gary Hart, senatore democratico del Colorado, è in piena corsa presidenziale. Favorito dai sondaggi e da un entourage efficientissimo, conduce una vita al riparo dai media che non vedono l'ora di affondare la penna nella sua vita privata. Ma Hart, abile oratore, rimanda al mittente e rilancia esponendo il suo programma politico. Marito e padre, niente sembra contare per lui più del suo lavoro e della sua famiglia. Poi il "Miami Herald" pubblica un articolo e la sua ascesa si interrompe bruscamente. Accusato di avere una relazione extraconiugale con Donna Rice, dovrà rispondere alla consorte e agli elettori dell'attacco e delle foto che lo inchiodano.
L'intrigo di The Front Runner - Il vizio del potere, l'impatto mediatico di uno scandalo sessuale sulla carriera di un politico, non è originale ma ha il merito di rammentarci un'epoca in cui la trasgressione a una norma offendeva la coscienza, scioccava l'opinione pubblica e fotteva la corsa del senatore di turno.
Un periodo in cui il 'carattere' di un leader (ancora) contava. La storia di Gary Hart, candidato del partito democratico alle presidenziali del 1988 liquidato in una notte per adulterio, fece molto scalpore a suo tempo ma è stata rimpiazzata negli anni e nell'immaginario collettivo da episodi della stessa natura. Ironia della sorte, i bersagli successivi hanno retto il colpo e conservato il posto. Bill Clinton non è forse sopravvissuto dieci anni dopo allo scandalo Lewinsky? Donald Trump non è il presidente degli Stati Uniti? Frank Underwood non è il presidente (finzionale) il cui successo è direttamente proporzionale alle sue nefandezze?
Political drama di Jason Reitman, The Front Runner sigla la fine di una carriera e racconta l'inizio di una tendenza giornalistica: pensare e trattare i politici come star hollywoodiane. Il caso Gary Hart è il debutto della politica tabloid che non fa più nessuna distinzione tra la vita pubblica e quella privata dei candidati. Dopo Il caso Spotlight e The Post, elegie di quella che fu l'età d'oro del giornalismo, The Front Runner spariglia le carte e richiama la stampa alle sue responsabilità.
Lontani dalle inchieste eroiche e dagli ideali di trasparenza del Boston Globe (Il caso Spotlight) e del Washington Post (The Post), che esce con biasimo dal film di Reitman, gli 'articoli' del "Miami Herald" ai danni di Gary Hart convertono i guardiani della democrazia in sciacalli cinici. Nascosti dietro i cespugli, i mercenari dello scandalo spostano per sempre l'attenzione del pubblico dalle questioni importanti, condannando a morte la privacy e la giustizia civica di cui furono il tribunale nobile.
Storia vera, basata sul libro di Matt Bai ("All the Truth Is Out") e sceneggiata da Matt Bai, Jason Reitman e Jay Carson, The Front Runner si domanda se l'adulterio del senatore Hart debba costare alla nazione la sua presidenza (vincerà le elezioni presidenziali il repubblicano George H. W. Bush). Il film, aperto con un lungo piano sequenza che denuncia subito il circo mediatico della politica, presenta il suo protagonista come un uomo onesto e pieno di buona volontà. Un'intellettuale che legge i classici e partecipa al lancio con l'ascia nelle contee.
Reitman stimola la curiosità sul comportamento di Gary Hart, un nome mai così azzeccato e musicale per un presidente, alimenta l'empatia per l'uomo in ambasce ma poi invita il pubblico a farsi i fatti propri. Rimprovera piuttosto che illuminare, riducendo la sola rilevanza di un film altrimenti semplice e senza troppe sorprese. La grande forza del cinema di Jaison Reitman, la sua tolleranza alla realtà, a questo turno elettorale sembra vacillare. Che si tratti di un fanatico dell'industria del tabacco (Thank You for Smoking), di un adolescente che non ha preso le sue precauzioni (Juno) o di un professionista del licenziamento indeciso tra cinismo e speranza (Tra le nuvole), Reitman non attacca mai i suoi personaggi, li osserva, li lascia agire, provocando una reazione chimica tra la loro posizione sociale e la loro vita intima. The Front Runner guarda invece con disprezzo allo spettacolo della democrazia americana, perdendo un po' della sua lucidità e della meravigliosa indecisione che gli eroi di Reitman dimostrano davanti ai dilemmi.
Il Gary Hart di Hugh Jackman, sempre saldo e carismatico, è freddo e arrogante verso il mondo. La sua incapacità di mettersi in discussione è (e fu probabilmente) la principale causa della fine della sua carriera politica, certamente più dei reiterati adulteri. Reitman non offre questa volta alcuna chance al suo eroe di evolvere naturalmente sul piano emozionale o morale, di mostrarci quanto sia umano nei suoi difetti e nel suo perfezionismo. Gary Hart resta dunque un enigma per lo spettatore. The Front Runner un film 'informativo' da cui non si esce più grandi.
The Front Runner – Il vizio del potere racconta il momento nella storia della politica americana nel quale il rapporto fra i cittadini e i leader politici è cambiato per sempre. Un punto di non ritorno che ha fatto sì che venisse meno una specie di patto di fiducia che era fin lì sempre esistito fra gli elettori e i loro rappresentanti nelle istituzioni.
il film è basato sulla storia vera del senatore del Colorado del Partito Democartico tale Gary Hart (Hugh Jackman) che nel 1988 era il candidato favorito alla presidenza degli Stati Uniti. La pellicola ripercorre in particolare quanto avvenne nelle ultime 3 settimane di campagna eletttorale. Coadiuvato da un ottimo staff di giovani convinti degli ideali liberali del senatore (che punta sull'ecolo [...] Vai alla recensione »
L’ascesa e la caduta di un politico in corsa per la Casa Bianca Il film “Front Runner – Il vizio del potere” racconta la storia del senatore del Colorado Gary Hurt(Hugh Jackman) che nel 1988 decise di concorrere per le presidenziali rappresentando il Partito Democratico. Sempre più vicino alle elezioni, con il suo fare carismatico e le sue idee innovative [...] Vai alla recensione »
Gli daro' la sufficienza e sono già abbastanza largo....ottima interpretazione di Hugh Jackman , su cui grava l'intero peso del film...come ho espresso nel titolo l'idea c'era e si poteva fare molto ma il film si perde in una lentezza aberrante, si concentra troppo sul rapporto tra il senatore Hurt e la stampa senza dare un minimo di importanza alla causa scatenante.
Una vera ossessione, quella per la politica nel cinema americano contemporaneo. Se Vice (guarda la video recensione) ha raccolto il massimo dell'interesse in questi tempi, forse per il suo ardito mix di cinema, televisione, talk show, documentario di montaggio, narrazione seriale e così via, altri approcci sono possibili, come dimostra The Front Runner - Il vizio del potere. Lo stile di Jason Reitman non potrebbe essere più diverso, anche perché - oltre che un film sulla politica - il suo è un film sull'informazione. Controcanto quasi crudele a The Post (guarda la video recensione) di Steven Spielberg, The Front Runner - Il vizio del potere denuncia frontalmente il mutamento antropologico del giornalismo, e la trasformazione stessa del concetto di moralità pubblica.
Temi, peraltro, che riguardano da vicino l'Italia, poiché - se in questo racconto è la baldanza di un democratico ad essere risucchiata nel vortice degli scandali - da noi le parti politiche si invertirono, e fu la vita sessuale di un premier di destra a scatenare la stampa di sinistra.
Reitman, in effetti, non la fa affatto facile, e - forse con qualche gentilezza di troppo - cerca di offrire l'onore delle armi mostrando l'imbarazzo degli inviati ad occuparsi delle scappatelle di un politico, ad appostarsi tra le siepi per immortalarne le scostumatezze, a fotografarlo in maniche di camicia nel vialetto di notte. La spettacolarizzazione della politica nasce forse negli anni Ottanta, anche se recenti studi hanno dimostrato quanto persino Lincoln facesse riferimento a studi di comunicazione per impostare i propri discorsi pubblici.
Un conto, però, sono sondaggi e analisi del target degli elettori, e un conto è il sistema dello spettacolo. In effetti, The Front Runner - Il vizio del potere non è solo il racconto dell'inizio di qualcosa ma anche dei prodromi di ciò che si sarebbe svolto in tutt'altro contesto di lì a una quindicina di anni. La vicenda del senatore Hart è ancora una questione di fotografie, indagini porta a porta, televisione, dibattiti dal vivo, giornali di carta, servizi scritti matita in bocca, maniche rimboccate, di notte, per poter uscire con l'edizione del mattino. Qualche tempo più tardi, Internet avrebbe cambiato tutto, offrendo nuovi strumenti alla politica ma anche nuove armi al giornalismo d'inchiesta scandalistica. I politici sono diventati "celebrities" della Rete e gli scandali o le immagini compromettenti a loro volta si sono svincolati da tutte le intermediazioni, portando l'informazione e le fake news in un territorio di pericolosa prossimità.
Negli ultimi tempi, la politica è tornata al centro del cinema americano, specie sotto forma di rilettura del passato alla luce del presente. Si tratti delle questioni razziali (da ultimi, Se la strada potesse parlare e in fondo Green Book), sia del cuore del potere, come in Vice, feroce biopic di Dick Cheney. E se The Post di Spielberg faceva l'epopea del giornalismo americano, ricostruendo la vicenda [...] Vai alla recensione »
Il ritorno di un piccolo maestro della commedia, già autore di perle come "Juno" e "Tra le nuvole" (nonché dei meno sottili "Tully" e "Young Adult"), pone due domande chiave in una volta sola. Uno: che cosa abbiamo perso, sul piano politico e sociale, da quando i media anziché setacciare idee e fatti hanno iniziato a frugare tra i panni sporchi delle figure pubbliche? Due: fino a dove può spingersi [...] Vai alla recensione »
Il cinema civile americano sta attraversando una fase molto interessante. Lo sguardo che i registi hanno dimostrato di adottare per raccontare retroscena e scandali della vita politica statunitense sono prepotentemente connessi anche con il media che deve veicolare la notizia. Esattamente come nel recente The Post (2017), anche in The Front Runner - Il vizio del potere si cerca di perseguire un obiettivo [...] Vai alla recensione »
Nel 1988 la campagna del senatore Gary Hart (interpretato da un bravissimo Hugh Jackman), considerato il favorito tra i democratici alle elezioni presidenziali, viene offuscata dalla notizia di una sua relazione extraconiugale con la modella Donna Rice. La vita privata travolge quella politica e Hart è costretto a rinunciare alla corsa per la Casa Bianca: al suo posto vince Michael Dukakis, poi sconfitto [...] Vai alla recensione »
Ha dimostrato di saper recitare, cantare, ballare. Sex-symbol, nonché venerato super eroe nel ruolo di Wolverine della saga di X. Men, l'australiano Hugh Jackman svela, in The Front Runner - Il vizio del potere, un altro aspetto del suo variegato talento. Nei panni del senatore democratico Gary Hart, costretto ad abbandonare la corsa alla Casa Bianca in seguito allo scandalo provocato dalla relazione [...] Vai alla recensione »
Qualcuno ricorderà, tra i lettori, la vicenda di Gary Hart, il candidato democratico che, nel 1988, in piena corsa per la Casa Bianca, fu costretto a ritirarsi, dopo la scoperta, da parte della stampa, della sua relazione clandestina con Donna Rice. Il film, parzialmente riuscito, ne ripercorre le tappe, puntando un po' troppo il dito contro quei cattivoni di giornalisti, ma evidenziando bene la trasformazi [...] Vai alla recensione »
Uscito in Usa, l'autunno scorso, sfruttando la coincidenza con il momento elettorale del midterm The Front Runner, arriva nelle sale italiane quando negli Stati uniti si sono già aperti i giochi su un'altra elezione, quella per la prossima Casa bianca. Questa co-produzione tra Sony e la compagnia canadese Bron Studios, con Hugh Jackman e un supporting cast di prestigio, è incentrato sulla storia del [...] Vai alla recensione »
Hollywood è feudo democratico. Perciò, quando a Washington governano i repubblicani, escono i film sul passato per sostenere l'opposizione nel presente: sono ora contro Richard Nixon, ora contro George W. Bush Jr., ora contro Dick Cheney Al libro All The Truth Is Out di Matt Bai (Random House) si ispira The Front Runner di Jason Reitman. Questo film è passato per Telluride, Toronto e Torino (altre [...] Vai alla recensione »
Dal 2018 al 1988 e ritorno. Per guardarsi indietro e trovare la falla, il punto di rottura che sembra aver condotto a quella progressiva vetrinizzazione sociale del privato, in virtù della quale abbattere idoli e sistemi, alla ricerca di una trasparenza totale impossibile da raggiungere. Jason Reitman, da sempre coerente cantore delle inquietudini e delle idiosincrasie del presente, piazza sull'obiettivo [...] Vai alla recensione »
C'è stato un momento nella storia della politica americana più o meno recente, nel quale il rapporto fra i cittadini e i leader politici è cambiato per sempre. Un punto di non ritorno che ha fatto sì che venisse meno una specie di patto di fiducia che era fin lì sempre esistito fra gli elettori e i loro rappresentanti nelle istituzioni. Un patto retto sulle idee, sui credo, sulle concezioni politiche [...] Vai alla recensione »
Cos'è successo all'America tra Watergate e Sexgate, tra Tutti gli uomini del presidente e Vice - L'uomo nell'ombra? Com'è che la vita privata dei politici è passata, sul finire degli anni 80, da materiale da cronaca rosa ad affare di stato? Abbandonate le puerilità in odor di Sundance che gli valsero i primi successi, Jason Reitman prova a rispondere così: per osservare, in vitro, i termini di una [...] Vai alla recensione »