Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Valerio Mastandrea |
Attori | Chiara Martegiani, Arturo Marchetti, Renato Carpentieri, Stefano Dionisi, Milena Vukotic, Mattia Stramazzi, Walter Toschi Giancarlo Porcacchia, Silvia Gallerano, Emanuele Bevilacqua, Milena Mancini, Giordano De Plano, Lino Musella. |
Uscita | giovedì 29 novembre 2018 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,76 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 11 dicembre 2018
Una donna perde il marito in un incidente sul lavoro. Manca un giorno al funerale e deve fare i conti con se stessa e il dolore che la sta travolgendo. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Ride ha incassato 470 mila euro .
Ride è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Carolina è vedova da una settimana e non riesce a piangere. Seduta sul divano, assorta in cucina, in piedi alla finestra, scava alla ricerca delle lacrime che tutti si aspettano da lei. Anche Bruno, il figlio di pochi anni che sul terrazzo di casa 'mette in scena' i funerali del genitore. Nessuno, nemmeno il padre e il fratello di Mario Secondari, giovane operaio morto in fabbrica, sembra riuscire a fare i conti col lutto. Tra un occhio nero e una nuvola carica di pioggia, Carolina farà i conti con l'assenza.
Ride, debutto alla regia di Valerio Mastandrea, è la cronaca della vita dopo.
Dedicato a chi resta, confronta melanconicamente una giovane donna con la perdita della sua giovinezza e del suo amore, la prepara a vivere veramente, a fare della morte che arriva improvvisa l'incessante condizione della sua sopravvivenza.
Quello della protagonista non è però un lutto 'convenzionale', è un lutto bloccato, complicato. Perché come ogni altra esperienza emotiva, anche quella del lutto è soggettiva. Quieta, pratica ed efficientissima, Carolina attende tra il divano e il tavolo della cucina che le emozioni si facciano vive, che le lacrime arrivino copiose. Ma niente. La perdita del consorte, che sconvolge, scompagina e dissesta il modo di vedere il mondo, non si trasforma in lavoro. Il lavoro del lutto, la reazione adeguata all'esperienza della perdita. Al suo sentimento di doglio intimo fa eco quello sociale.
Caduto in fabbrica, Mario Secondari è l'assenza che permette a Mastandrea di aprire una finestra collettiva su un dramma privato. A incarnarli insieme è il saldo Renato Carpentieri, padre in ambasce davanti all'inaccettabile morte del figlio. Ride tocca di sponda la tragedia di (una) classe (che non c'è più) e il conflitto generazionale, meglio, il reciproco sospetto delle generazioni da cui nascono le ferite che padre (Renato Carpentieri) e figlio (Stefano Dionisi) non riescono a risanare.
Valerio Mastandrea non trova però la maniera coerente di fare dialogare due assi narrativi che hanno in fondo la stessa ossessione: la morte al lavoro, la terribile e dolorosa precarietà di tutte le imprese umane. Nei movimenti a latere, il film incontra turbolenze improvvise e perde quota (la sequenza 'di piombo' della pistola), indeciso sulla rotta da seguire per guarire il trauma della perdita. Trauma che una moglie nega con una reazione anestetica, un figlio esorcizza volgendolo in recita e un padre elabora 'confiscando' il corpo (del reato) allo Stato. Confisca che disattiva deliberatamente l'aspetto politico e l'abiezione morale delle morti sul lavoro, diluendo di nuovo il film nel percorso elusivo e fantastico delle traiettorie intime.
Ritornando sulle proprie premesse, Mastandrea offre la libertà ai personaggi di piangere. Di piangere meglio, di piangere finalmente sotto l'ombrello e una nuvola che scuote corpi pieni di lacrime. Recitare per Valerio Mastandrea significa da sempre 'mettersi in scena', con Ride ribadisce l'attitudine all'autofiction e fa un passo di lato. Non è più lui a incarnare la naturale laconicità esistenziale ma un alter ego femminile, che ha il volto e la semplicità limpida di Chiara Martegiani.
Virtuoso dell'understatement sulla scena, l'attore non trova nella direzione la stessa misura e quella sottrazione di peso, su cui come Calvino ha sempre avuto "più cose da dire". Film di un attore sul mestiere dell'attore (la performance mimetica di Carolina che prova a riprodurre l'afflizione della ex del marito), Ride svolge in maniera singolare l'implacabile dialettica del dolore e disegna con altrettanta inusualità l'implosione interiore della sua protagonista. Tuttavia la voce del regista finisce per occupare lo spazio vuoto del suo spirito dolente e ingombrare un film dove ogni attore è proiezione dell'autore. A mancare è forse la giusta distanza, quella che ripara i personaggi e lascia andare gli attori.
RIDE disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €12,99 | |||
€9,99 | - |
Che peccato . Le buone intezioni ci sono tutte e le idee brillanti non mancano accoppiate a intuizioni anche interessanti . Ma come per un soufflè non basta usare gli ingredienti giusti per farlo lievitare così questo film viaggia piatto per tutta la sua durata . Persino gli attori , alcuni di comprovata professionalità , danno l'impressione di recitare con il freno a [...] Vai alla recensione »
L’attore italiano Valerio Mastandrea passa dall’altra parte della cinepresa dirigendo il suo primo film, intitolato “Ride”, in questi giorni nelle sale cinematografiche Nella pellicola viene rappresentata l’elaborazione del lutto da parte di una giovane donna che è rimasta vedova anzitempo del proprio marito morto in seguito ad un incidente sul lavoro.
L’attore italiano Valerio Mastandrea passa dall’altra parte della cinepresa dirigendo il suo primo film, intitolato “Ride”, in questi giorni nelle sale cinematografiche Nella pellicola viene rappresentata l’elaborazione del lutto da parte di una giovane donna che è rimasta vedova anzitempo del proprio marito morto in seguito ad un incidente sul lavoro.
Il bravissimo Mastandrea al suo esordio cinematografico come regista affronta un tema delicatissimo e soprattutto difficile da sentire se non esserci passati,la morte sul lavoro di un giovane operaio,la giovane moglie confusa da tutto ciò che il mondo l'aspetta,un figlio che non si rende ancora conto del dramma,e soprattutto la famiglia dell'operaio,un padre assente nei sentimenti una [...] Vai alla recensione »
Difficile recensire un film come questo: Mastandrea tocca con delicatezza un tema che di delicato non ha nulla. La morte improvvisa e sul lavoro di un giovane marito e papà, uno strappo alla vita con in più un senso di ingiustizia esistenziale, politico, cosmico gigante. Chiara Martegiani cammina su questo filo che è la sua fragilità, che non è dramma, che non è tristezza, che non è indifferenza.
Bello e triste "ride", sembra una contraddizione. Perchè non c'è nulla di più triste della tristezza dei bambini e dei vecchi, e in questo film è loro la vera tristezza. Perchè la brava protagonista, giovane e neovedova, non ce la fa a soffrire, e non si spiega il perchè, non potendo comprendere che per lei non è ancora venuto il suo tempo [...] Vai alla recensione »
Come si valuta una disgrazia? Cosa è giusto e cosa no nelle tragedia? Questi i temi dell'ultimo film di Mastandrea come regista, che somiglia molto al suo stile come attore... ridere, certo, ma con intelligenza.
Valerio Mastandrea, attore riconosciuto per la sua verve comica e introspettiva, si lancia nella regia con un film dall'ottimo potenziale ma frenato da una sceneggiatura non perfettamente oliata (soprattutto nella seconda parte). Si ride meno delle aspettative ma ci si commuove addirittura, come nelle scene che comprendono gli anziani. La protagonista femminile e delle belle trovate completano [...] Vai alla recensione »
Dimostra di masticarne assai, di cinema di qualità, Valerio Mastandrea al suo esordio come regista, nei tagli mai banali delle inquadrature, nei modi ellittici, ma perspicui, della narrazione. Rivela una grande sensibilità nel raccontare il lutto, l'assenza, attraverso il senso di inadeguatezza di chi resta, quel senso che tutti abbiamo conosciuto, indipendentemente dall'et&agrav [...] Vai alla recensione »
C'è nella figura di Mastandrea come un alone, un'eco che lo trasfigura in qualcos'altro da un corpo: qualcosa come un'atmosfera, proprio un campo semantico che viene direttamente da quel Tutti giù per terra che lo consacrò attore dotato di magnetismo, al centro di un immaginario incarnatosi da lì in poi nelle sue espressioni, nelle movenze, tutto un recitare che scandisce un'urbanità randagia, periferica, [...] Vai alla recensione »
Cronaca di un lutto impossibile. Il titolo segna il paradosso: bloccata, incredula, in attesa del funerale il mattino dopo, Carolina non riesce a piangere la perdita del marito in un incidente sul lavoro. Il figlio undicenne gioca con un amico alla diretta tv. Il nonno, ex operaio nella stessa fabbrica, si ritrova con gli anziani sconfitti dal tempo e dall'ingiustizia.
Cento per cento Valerio Mastandrea. Nel bene e nel male. Il bene è abbastanza, più che in tanti film italiani; potrebbe stracciare tutta la concorrenza, posizionandosi da film indipendente americano, se la sceneggiatura avesse tolto di mezzo il superfluo concentrandosi sulle cose che incantano lo spettatore. Il male purtroppo azzoppa un film che non parla né di precari né di architetti -gran passo [...] Vai alla recensione »
Che Valerio Mastandrea dovesse esordire nel lungometraggio come regista era nell'aria da anni. Oltre ad aver probabilmente collaborato alla regia dell'ultimo capolavoro del compianto Claudio Calligari, Non essere cattivo, Mastandrea ha già diretto tra gli altri anche due bei video musicali per il suo cantautore e amico Riccardo Sinigallia (Solo per te e Ciao cuore), che firma anche la colonna sonora [...] Vai alla recensione »
Non piange mai la semisconosciuta Chiara Martegiani, protagonista del film dell'esordiente regista Valerio Mastandrea. Poveretta, non riesce a sfogare il dolore per la morte sul lavoro del compagno, l'operaio Mauro, che Elia lasciata sola con un bambino di dieci anni. In compenso piange lo spettatore, davanti a un dramma pretenzioso e noiosissimo. Dove quel poco che succede è incomprensibile.