|
Ultimo aggiornamento mercoledì 12 febbraio 2020
Il desiderio del giovane Charlie di vivere liberamente il proprio corpo entrerà drammaticamente in conflitto con quello che famiglia e amici hanno scelto per lui. In Italia al Box Office Just Charlie - Diventa chi sei ha incassato 11,8 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
|
Charlie coltiva nella provincia inglese un talento e un segreto. Il padre lo sogna calciatore affermato, lui si vuole ragazza. Costretto in un corpo sbagliato, Charlie rifiuta l'offerta del Manchester City e si infila nei vestiti della sorella, all'ombra dei boschi e al riparo dal mondo. Ma il rientro anticipato dei genitori lo sorprende negli abiti femminili e nella sola immagine in cui Charlie si riconosca tenacemente. E altrettanto tenace è l'urgenza di diventare 'se stessa'. Con l'aiuto materno, contro il biasimo paterno e seguendo un piano medico, psicologico e affettivo, la ragazza nata dal corpo di un ragazzo scende in campo a giocare la partita della vita.
Bisogna sempre diffidare dei "film a soggetto". A ragione quando un film si rimette interamente al suo soggetto rinunciando ad essere un'altra cosa che un "film su".
Il racconto di formazione di Rebekah Fortune vorrebbe approcciare con sensibilità una materia rischiosa, il percorso arduo di riassegnazione sessuale di un ragazzo il cui corpo non è conforme alla propria identità, ma i cliché sono dietro l'angolo. Al cinema, l'autrice britannica preferisce la causa e l'intenzione ideologica. Nulla lo vieta ma il risultato è l'accumulo aneddotico delle tribolazioni di un adolescente e una costruzione narrativa di saturazione, pathos e imbrogli drammatici.
Il più grave inciampa sull'epilogo e una suspense che rende la mostruosità che pretende di denunciare (la violenza contro il protagonista transgender) patetica e produttiva. La suspense, trattenuta a lungo sul volto del padre di Charlie (Scott Williams), rimanda l'esito sul destino del protagonista fino all'happy end, giocando scorrettamente con la vita di un adolescente e il sentimento dello spettatore.
Concepito probabilmente con la volontà di piacere a tutti e di non dispiacere nessuno, Just Charlie - Diventa chi sei esclude qualsiasi paradigma estetico e finisce per sfumare la complessità del conflitto interiore di un ragazzo sospeso tra due età e due sessi. L'errore del film è di non evitare le convenzioni, a partire dalla famiglia, definita soprattutto dal padre, come luogo di rifiuto. Diversamente da Girl di Lukas Dhont, che sviluppa tra genitore e figlia una comprensione mutuale, rinnovando lo sguardo sul soggetto e accompagnando la comprensione plasticamente superba dei tormenti della fine dell'infanzia con le sperimentazioni cromatiche di Wong Kar-wai e l'energia di Xavier Dolan, Just Charlie - Diventa chi sei sposa uno schema conflittuale convenuto. Un ritratto bidimensionale che non trasfigura mai il desiderio di Charlie di diventare femmina.
L'epifania di Charlie e gli sconvolgimenti che provoca sono trattati con sconcertante moderazione. Qualunque cosa dica la sceneggiatura dello smarrimento di un ragazzino e della costituzione di una ragazzina, dell'impazienza del corpo e dell'urgenza di diventare se stessi, la messa in scena la disattende, agita forse dalla preoccupazione di non turbare il suo pubblico.
Just Charlie - Diventa chi sei è l'evocazione pudica di una transizione a immagine del volto del suo interprete (Harry Gilby), che dissimula con grazia la mascolinità biologica del suo personaggio. Rebekah Fortune si accontenta di collezionare una serie di illustrazioni gentili che favoriscono l'ottimismo in una storia dove il dolore ha sfortunatamente la sua parte.
Pensato per un pubblico giovane "accompagnato", risoluto a volersi un inno al coraggio di essere chi vogliamo essere, Just Charlie - Diventa chi sei sembra negare nei fatti quello che sostiene. La bambina che Charlie si sogna resta soltanto un'apparizione a cui la regista applica un cerchietto e un filo di rossetto. Troppo poco, troppo facile. Come il padre di Charlie non è disposta a 'ucciderlo' per incarnarla. Conforta tuttavia l'ingresso della transessualità, o il suo tentativo, nel cinema più commerciale. Un cinema senza sorprese che segna un progresso e coglie un fatto rilevante: fare il genitore è l'unico modo per (imparare a) essere madre e padre.
JUST CHARLIE - DIVENTA CHI SEI disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€10,99 | – | |||
€10,99 | – |
C'è da premettere che un film come Just Charlie sarebbe vietato girarlo e forse proiettarlo oggi in Ungheria, da quando il parlamento del presidente-dittatore Orban ha stabilito che il cambio di sesso non è permesso né è contemplata la definizione di transessuali, il genere deve restare quello che si ha alla nascita e cambi non sono ammessi.
Charlie è un ragazzo di talento: gioca a pallone molto bene e sta per essere ingaggiato da una squadra importante. Il papà è orgoglioso, sperando che il figlio possa intraprendere quella carriera a lui negata. Ma c'è un problema: Charlie si sente imprigionato nel suo corpo maschile. Di nascosto si veste con abiti femminili, ma viene scoperto. Senza avere la forza di "Tomboy" o di "Girl", il problematico [...] Vai alla recensione »
Charlie è un talentuoso calciatore quattordicenne a cui non manca niente: è bello, ha una famiglia amorevole e un contratto pronto da firmare con il Manchester City. Ma non è felice. I vestiti da maschio gli prudono, vorrebbe indossare quelli della sorella e truccarsi. La rivelazione della sua disforia di genere è come una bomba: il padre e la nonna non accettano la sua nuova identità, i compagni di [...] Vai alla recensione »
Charlie vive in una famiglia normale, con il padre, la madre e una sorella più grande. Gioca bene a calcio, tanto da essere selezionato da un grande club per un provino. Ma a Charlie non importa molto. Invece sente una bruciante necessità di indossare vestiti da donna, di truccarsi, di sembrare femmina, perché è così che s'identifica, anche se vive nel corpo di un maschio.
Da ragazzo a ragazza. Magari "tutto è bene quel che finisce bene" si poteva risparmiare. Toglie un po' di verità alla fatica, al dolore e al delicato equilibrio da raggiungere. Ma il percorso dell'adolescente maschio Charlie, promessa del calcio, che diventa l'adolescente femmina Charl è corretto, chiaro, a volte coinvolgente, perfino un po' freddo nell'analisi del "disastro" familiare e sociale.
Già era adorabile nei panni del piccolo J.R.R. Tolkien mentre vagava sognante nei boschi giocando con il fratellino nel biopic sull' autore de Il Signore Degli Anelli. Infatti il film diventava decisamente più brutto quando dal piccolo Harry Gilby si passava al maturo Nicholas Hoult. Ma ora il sempre meno mingherlino Gilby riesce addirittura a superarsi grazie a Just Charlie, piccolo romanzo di formazione [...] Vai alla recensione »
Charlie, adolescente di famiglia proletaria, è una giovane promessa del calcio, e in questo suo padre vede la possibilità di un riscatto anche per sé. Ma il ragazzo ha scoperto anche un aspetto della propria personalità che poco si adatta all' ambiente in cui è cresciuto: ama truccarsi e vestirsi da donna, coltivare. Insomma una propria parte femminile.
Charlie (Harry Gilby) adora giocare a football, ma intende farlo nelle vesti dell'essere femminile intrappolato nel suo corpo adolescenziale. Nella cittadina di Tamworth la notizia vola e, se la mamma sostiene amorosa il figlio nel cambiamento da «lui» in «lei», il padre si sente tra-dito e la cerchia intorno reagisce fra imbarazzo e aggressività. Gli interpreti hanno convincente naturalezza, però [...] Vai alla recensione »
Charlie è un talento del calcio, tanto che la squadra meno titolata di Manchester, il City, lo vuole per le sue giovanili. Il ragazzo sembra titubare, nonostante le pressioni del padre. Charlie, in realtà, sta vivendo una crisi interiore. Di nascosto, si veste da donna, fino a quando il suo vero «io» emergerà. Il tema dell'accettazione e la disforia di genere vengono trattati con grande delicatezza, [...] Vai alla recensione »
Di padri frustrati e figli fuori posto, sogni riflessi e desideri segreti. Attorno a questo grumo di tormenti si sviluppa Just Charlie. Produzione inglese del 2017, solo adesso arrivata da noi, è la storia di un quattordicenne destinato a fulgido futuro nel calcio e però a disagio col proprio corpo maschile. Diventa chi sei, recita il sottotitolo italiano.
Ci sono film che si denudano fin dal titolo. È il caso di Laurence Anyways (2012) di Xavier Dolan (2012), che addirittura, prima di scriverla e girarla, sceglie il nome della sua opera; perché Laurence, in Canada, è indifferentemente utilizzato per entrambi i sessi, ed è l'appellativo totale per dare vita a un personaggio uomo che, a trentacinque anni, vuol farsi donna.
Se sul grande schermo sono ormai approdate tante storie gay e lesbiche, solo da qualche tempo il cinema ha cominciato a confrontarsi con il tema della disforia di genere, ovvero della sofferenza causata dal sentire la propria identità in contrasto col corpo in cui si è imprigionati. Lo si è visto in Tomboy di Céline Sciamma, in Lawrence Anyways di Xavier Dolan, in The Danish Girl di Tom Hooper, in [...] Vai alla recensione »
La prima volta che si veste da ragazza, il quattordicenne Charlie pesca gli abiti usati di sua sorella dalla spazzatura. Dà loro una nuova vita mentre la cerca per sé, scavando a mani nude in cose rotte, respinte: una condizione in cui di lì a poco i parametri pregiudiziali e l'ignoranza oppressiva della cittadina dove abita lo recinteranno a sua volta.