Titolo originale | Ad Astra |
Anno | 2019 |
Genere | Fantascienza, Thriller, |
Produzione | USA, Brasile |
Durata | 124 minuti |
Regia di | James Gray |
Attori | Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Ruth Negga, John Ortiz, Liv Tyler Donald Sutherland, Greg Bryk, Jamie Kennedy, Kimberly Elise, Elisa Perry, Loren Dean, Donnie Keshawarz, Sean Blakemore, Bobby Nish, Lisa Gay Hamilton, John Finn, Freda Foh Shen, Kayla Adams, Ravi Kapoor, Daniel Sauli, Kimmy Shields, Kunal Dudheker, Alyson Reed, Sasha Compère, Justin Dray, Alex Luna, Natasha Lyonne, Zoro Saro Manuel Daghlian, Jacob Sandler, Elizabeth Willaman. |
Uscita | giovedì 26 settembre 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | 20th Century Fox Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 40 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 7 ottobre 2019
Un uomo muore 20 anni fa in una missione spaziale. Il figlio parte anche lui per un viaggio nel sistema solare per capire i veri motivi della scomparsa del genitore. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a ADG Awards, In Italia al Box Office Ad Astra ha incassato 1,8 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Da qualche parte nello spazio profondo, un campo elettrico scarica la sua forza alla velocità della luce e minaccia la sopravvivenza della Terra. L'origine viene presto identificata e il Maggiore Roy McBride incaricato della missione che dovrebbe liquidare il problema. Ma le cose non sono così semplici perché Roy, soldato decorato oltre i confini della Terra, è il figlio di Clifford McBride, pioniere dello spazio partito ventinove anni prima per cercare segni di vita su Nettuno. Arenata tra i suoi satelliti, la nave del padre è la causa delle scariche elettriche che colpiscono la Terra. Astronauta performante e figlio devoto, Roy è il cavallo di Troia per stanare Clifford. Un cavallo indomabile che cerca risposte all'abbandono e una via altra per tornare finalmente a casa.
Se James Gray fosse un colore, sarebbe quello di una fiamma che arde nella notte. L'autore newyorkese ha costruito in una manciata di film sontuosi (Little Odessa, The Yards, I padroni della notte, Two Lovers, Civiltà perduta) un universo potente abitato da personaggi struggenti, radicati nella comunità ebraica di New York. Ebrei russi che occupano i ranghi della polizia o della criminalità, proletari del Queens o di Little Odessa, mai trattati al cinema prima di James Gray.
Colone nero dunque irradiato da baleni solari. E su quei lampi di luce si accende Ad Astra, che affida al titolo la destinazione e al racconto le asperità (per aspera) dell'impresa. Un buio perfetto si accende di rosso e poi di giallo. Quello che accade è incerto, quello che è certo è la bellezza del prologo, la sua atmosfera onirica, la qualità del silenzio, dell'inquadratura, della luce. Siamo dopotutto in un film di James Gray, un uomo che trasforma in oro sensoriale tutto quello che filma.
Gray ritorna sull'idea che guida da sempre il suo cinema e che è il principio stesso della tragedia: qualsiasi cosa facciamo non possiamo fuggire il nostro passato. Di nuovo è una questione di padri e di figli, di padri megalomani che conducono i propri figli nelle segrete dei loro sogni fatali. Se ieri era una civiltà perduta in Amazzonia, oggi è una forma di vita intelligente nell'Universo. Una spedizione esplorativa prende un'altra dimensione liberando, questa volta in assenza di gravità, le forze contraddittorie che guidano il desiderio (ossessivo) di avventura e di conoscenza.
Ma Ad Astra non è il semplice racconto di un'ossessione, attraverso la science fiction il regista dispiega le questioni che nutrono i suoi film: il dilemma tra diverse fedeltà conflittuali. Come restare fedeli a se stessi senza tradire i propri padri? Diventare un uomo è inscriversi nel seguito di una storia familiare o è rompere con la legge del padre, scrivendo le proprie pagine? Dominare o subire il proprio destino? Il montaggio diventa nel film l'essenza stessa di una ricerca quasi metafisica di quello che unisce e separa spazi e universi antinomici, quello che divide gli uomini e le donne, i padri e i figli.
Il Maggiore McBride farà esperienza dell'altro, un padre visto da vicino. A guidarlo è quello che muove da sempre i personaggi di James Gray, il desiderio, un desiderio sempre legato a una mancanza e a quello che ci proiettano. Quello che in superficie assomiglia a un viaggio spettacolare si fa progressivamente spazio-opera intimo che avvolge lo spettatore, alla deriva come il suo protagonista.
Nel tempo infinito dello spazio, Gray indaga una forma di sterilità morale e affettiva che minaccia l'estinzione dell'umanità. Attraversato da pulsioni nichiliste, il personaggio di Tommy Lee Jones sembra accogliere lo spazio come una tomba contro la volontà irriducibile del figlio di vivere e di tornare coi piedi per Terra. Nel vuoto intersiderale creato dagli effetti speciali e risalito come un fiume dal suo eroe conradiano, Ad Astra fatica a recuperare una storia in caduta libera tra lutto e perdita, trauma e rielaborazione.
Fuori dalla giungla metropolitana e da quella lussureggiante dell'Amazzonia, il vuoto spaziale impone la sua legge con un senso di infinitezza che l'autore esplora a meraviglia, soprattutto nella prima sequenza su una base in orbita, ma fatica a tenere in asse. A farlo atterrare 'manualmente' lungo la rotta prevista ci pensa Brad Pitt, presenza costante sullo schermo che impiega ogni occasione offerta, dai dialoghi ai monologhi interiori passando per i silenzi, per donare spessore e ambiguità al suo personaggio. Interprete e produttore, assume con impressionante naturalezza e un senso di elegante fatalità la disperazione del suo cosmonauta facendone il centro di gravità del film.
Un film greve e angosciante che va in fondo, va oltre disegnando un percorso di rielaborazione più sottile: l'accettazione dell'età adulta e del dolore che comporta. Da ultimo, potremmo azzardare un lignaggio cinematografico per definire Ad Astra, Stanley Kubrick per la descrizione dei meccanismi astratti che muovono gli individui, David Lean per il gusto dell'epopea, Luchino Visconti per la maledizione dei legami di sangue, ma rischieremmo di sminuire la singolarità del lavoro di James Gray, che combina con grande sottigliezza tutti gli assunti. A suo agio nei bassifondi criminali o sulle spiagge di Brighton Beach, con la testa fra le stelle è soltanto meno ispirato. Aspetteremo che trovi o ritrovi il suo 'spazio'.
Vent'anni dopo la partenza di suo padre, per una missione di sola andata verso Nettuno alla ricerca di segni di vita extraterrestre, Roy McBride segue le orme paterne. Ingegnere dell'esercito attraversa il sistema solare in cerca di indizi sul fallimento della spedizione paterna, nella speranza anche di ricongiungersi al genitore. Ma lo spazio non lascia indenne il cuore dell'uomo...
"La fantascienza è un genere più difficile di quello che sembra, perché ci sono solitamente elementi fantastici. Quello che vorrei fare è mostrare la più realistica rappresentazione possibile del viaggio spaziale che sia mai stata vista al cinema".
James Gray
La dichiarata intenzione del regista è di mostrare quanto lo spazio sia tremendamente ostile verso di noi, come in una sorta di Cuore di tenebra dove alla fitta foresta si sostituisca il vuoto siderale dei confini del nostro sistema solare. Naturalmente Gray non si è sbottonato di più, ma Cuore di tenebra così come il suo più celebre adattamento Apocalypse Now, raccontavano anche del rapporto tra l'uomo civilizzato e una società primitiva, lecito dunque chiedersi se Gray sostituirà gli indigeni con gli alieni. Speculazioni a parte il regista già nel 2017 raccontava di essere relativamente spaventato dal progetto e negli ultimi tempi ha spiegato che la lavorazione è ancora in corso, tanto che l'uscita americana è slittata da gennaio alla fine di maggio.
Alla fotografia Gray si avvarrà per la prima volta del danese Hoyte van Hoytema, collaboratore di Christopher Nolan insieme al quale si era già cimentato nello spazio da una prospettiva scientificamente rigorosa in Interstellar. A comporre la colonna sonora è il tedesco Max Richter, che alterna Tv (The Leftovers e L'amica geniale ma pure l'episodio di Joe Wright di Black Mirror) e cinema, dove ha sfiorato la fantascienza quando un suo brano, On the Nature of Daylight, è stato utilizzato da Jóhann Jóhannsson nella colonna sonora di Arrival di Villeneuve, e in passato aveva firmato lo score del visionario The Congress di Ari Folman. Anche per lui si tratta della prima collaborazione con Gray, che si è avvalso per la prima volta del co-sceneggiatore Ethan Gross, noto per la serie Fringe ma già ringraziato dal regista nei credits di ben quattro suoi film precedenti: The Yards, Two Lovers, C'era una volta a New York e Civiltà Perduta.
Come già Civiltà Perduta, il film è in parte prodotto da Plan B, la compagnia di Brad Pitt, che infatti è il protagonista di Ad Astra nei panni di Roy McBride. Suo padre, il disperso Clifford McBride, ha invece il volto segnato di Tommy Lee Jones, inoltre al film partecipano altri nomi ben noti come il grande Donald Sutherland, l'ormai affermata Ruth Negga, l'ottimo caratterista John Ortiz e l'intensa LisaGay Hamilton, che sta affrontando il tema dell'esplorazione in questo stesso periodo anche nella serie The First di Beau Willimon.
Il budget dichiarato per Ad Astra, che sarà distribuito da Fox, è di 50 milioni di dollari, ma è possibile che, considerati i ritardi, sia stato sforato. Si tratta di un notevole atto di fiducia verso un autore di culto che non ha però grandi successi nel suo curriculum ed è pressoché sconosciuto al pubblico della fantascienza. D'altra parte Interstellar ha dimostrato come un approccio serio al genere e un cast prestigioso siano capaci di superare la nicchia e attirare sia una fetta di appassionati di cinema d'autore sia almeno una parte di chi vuole farsi meravigliare da film maestosi, che non siano esclusivamente blockbuster a base di battute.
Del resto a dare al progetto un taglio cult agli occhi anche dello spettatore meno informato bastano i volti di Brad Pitt e Tommy Lee Jones, oltretutto per la prima volta insieme sullo schermo. A preoccupare la Fox è più probabilmente l'atteggiamento di Gray, che si è lasciato andare a forti critiche verso il circuito dei grandi festival del cinema e in particolare Cannes, rischiando di compromettere la partecipazione di Ad Astra sulla Croisette e la sua vittoria di qualche importante riconoscimento.
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Ad Astra si colloca in quel filone di fantascienza antropocentrica che pone interrogativi e questioni esistenziali, introspettive, filosofiche e morali sulla natura dell'uomo, su quale sia il suo destino e futuro e che sopratutto cerca di scavare e di indagare nel profondo di quel abisso siderale e insondabile come lo spazio che altro non è se non l'animo umano.
Il film racconta la ricongiunzione paterna, il necessario viaggio nell'abisso delle difficoltà ancestrali che legano il figlio con un padre sempre distante, mai incontrato e portato con sé in sofferti e frammentati ricordi. Roy accetta come Willard la missione verso il cuore di tenebra a incontrare il suo Kurz giudicato impazzito, che nella profondità dello spazio non [...] Vai alla recensione »
recensione ancora più biliosa per il fatto che a causa di pronlemi tecnici quella precedente si è "cancellata" prima di inviarla (se ne trovate un'altra, a voi la scelta) riassumo: un buon lavoro di scenografia computerizzata e una prestazione di buon livello di Brad Pitt soggetto discutibile e il sugo (il predecessore nello spazio o giù di lì che ha [...] Vai alla recensione »
Film di altissime pretese, che prova a mettere insieme tecnicismo stile Gravity/Interstellar e un approfondimento psicologico degno di un ciclo di psicoterapie sul rapporto padre/figlio e tutti i danni che può causare. James Gray quindi mette tanta carne sul fuoco, e sceglie un attore top per sfondare, un Brad Pitt dimesso, molto molto introspettivo , bravo e credibile.
“Ad Astra” (Ad Astra, 2019) è il settimo lungometraggio del regista-sceneggiatore di New York James Gray. Film di un incontro, film di un viaggio, film di un ricordo, film di un passato, film di un figlio. Un incipit che piace, il resto non infiamma e i finali leziosi con epilogo che parrebbe inutile. Una pellicola fantascientifica che vuole essere umana e persuasiva.
Introspettivo, melanconico, fantascientifico, con una bella fotografia e una scenografia credibile per un’ambientazione futuristica con esterni “girati” esclusivamente sulla luna, Ad Astra è un film che poteva aspirare ad essere qualcosa di più di un buon film. Brad Pitt piange ma non commuove e convince di più nelle scene d’azione, peraltro rare, [...] Vai alla recensione »
Straordinario connubio di profondità interiore e cosmica assieme. Due linee parallele interrogano lo spettatore sull’essere figlio e padre, sulla fusione ideale di vuoto cosmico dello spazio e del rapporto padre figlio che uno straordinario Pitt, astronauta figlio di cotanto padre, a sua volta eroe dello spazio 29 anni prima, soffre indicibilmente nel suo essere oggi uomo e marito all’alt [...] Vai alla recensione »
Il film parte male, con una realizzazione che tecnicamente non regge perché nessuna antenna potrebbe essere costruita delle dimensioni tali da raggiungere un'altezza di svariati chilometri e sostenere la suo apice il peso di strumenti pesanti come le parabole. Lo scopo della trovata evidentemente è un altro, farci sapere fin dall'inizio che la fantascienza qui è solo un'alle [...] Vai alla recensione »
E' un film di fantascienza diretto da James Gray,che come regista non ha fatto molti film 7ed 8 alcuni dei quali si sono dimostrati dei flop disastrosi: The Yards (incassò 900 mila $ a fronte di un budgett di 24 milioni!), anche l'ultimo girato Civiltà perduta (da me recensito) a fronte di un budget di 30 milioni di $ ha incassato solo 20 milioni.
Ennesimo pastrocchio sul conflitto padre-figlio, stavolta in salsa sci-fi - roba tediosa che tra l'altro ci ammorba dai tempi di Dart Vader vs Luke Scaiuolcher. Bellissima fotografia, ottimi effetti ma l'effetto generale è quello di un paio di ciabatte de Fonseca a natale, incartate in una busta di Gucci. Tre perle piuttosto cringe e totalmente fuori contesto : la stazione lunare che [...] Vai alla recensione »
Cuore di tenebra nello spazio, Ad Astra è un film antipaticissimo e tronfio. Un viaggio che è anche interiore in cerca di un uomo che è anche un simbolo. Brad Pitt non sta mai zitto e narra e commenta costantemente tutto quello che gli accade e tutto quello che gli passa per la testa: davvero un voice over fastidioso e invadente.
Roy McBride è un veterano dello spazio, dove ha dimostrato di essere in grado di affrontare situazioni molto complesse. In seguito a tempeste cosmiche provenienti da Nettuno, che minacciano l'esistenza umana sulla Terra e sulle sue colonie spaziali, Roy viene chiamato per una missione molto particolare: individuare e distruggere la sorgente di queste tempeste.
Numerosi picchi di energia minacciano da sistemi lontani l’esistenza terrena. Per cercare di capire il mistero è il maggiore McBride ad essere incaricato dallo SpaceCom di risolvere l’arcano, lui sì sopravvissuto ad un incidente causato proprio da tali sbalzi. Il perché di questa scelta – oltre alla conclamata abilità di Brad Pitt/Roy di viaggiare in [...] Vai alla recensione »
Ad astra...per aspera ,certo.Ma Mc Bride senior ha esagerato un pochino,rinunciando ad ogni valore affettivo per un'insensata ricerca dell'alieno,dell'"altro".Dimnticando l'altro"che aveva sotto i suoi occhi,la sua famiglia,i suoi colleghi,la sua vita infine.Un pazzo errabondo nello spazo che quando rivede il figlio dopo decenni non sa dirgli di meglio se non che non [...] Vai alla recensione »
Troppa carne al fuoco in questo film James Gray che cerca di ripetere in salsa spaziale il viaggio introspettivo del protagonista che si era visto nel film precedente "Civiltà perduta". Il pianeta Nettuno come l'Amazzonia, due viaggi dentro se stessi in cerca di un punto di riferimento che possa far ravviare la propria vita, questi sono i punti di contatto dei due film, ma in questo [...] Vai alla recensione »
Fin dalle sue origini la letteratura ha spedito i figli alla ricerca dei padri scomparsi, ed è con un'indagine che i figli cercano di ricostruire gli ultimi movimenti del padre e di capirne le motivazioni. Quella di Gray è una fantascienza dove ricerca e indagine sono il fulcro della storia, una fantascienza inoltre dove gli effetti speciali servono la storia, non la sovrastano.
Un film più incredibile del cielo stellato che il protagonista desidera così profondamente esplorare. Un’esplorazione, questa, che procede in parallelo a quella dell’animo umano che il regista James Gray propone. La ricerca è il grande tema del film. Non solo la ricerca nell'universo ma anche in noi e negli altri.
Noia mortale, scene senza collocazione logica (l' inseguimento sulla luna, i primati a bordo del veicolo che ha lanciato il may day), disattenzioni assolutamente incomprensibili, come quando Brad non allaccia e lascia perdersi nello spazio la sua navicella arrivato alla stazione intorno a nettuno, accadimenti scientificamente sbagliati al punto di sfidare l'intelligenza anche di uno spettatore che [...] Vai alla recensione »
Speri fino alla fine che succeda qualcosa, e quel qualcosa non arriva mai, mi spiace ho buttato via i miei soldi, consigliato a chi soffre di insonnia...non mi ha nemmeno consolata Brad Pitt piu brutto del solito
Film fantascientifico con indagine psicologica su quello che può essere il rapporto fra un padre ed un figlio. L'idea di base è discreta, la sceneggiatura d'effetto. Buona anche la regia, e tutto sommato anche l'interpretazione di Brad Pitt se - generosamente - non si vuole tener conto di una certa monotonia nell'espressività.
Lunghi e pensierosi primi piani di Brad Pitt, con la stessa espressione fissa per due ore consecutive, che medita e rumina frasi apparentemente profonde, in realtà banalità che non offrono spunti di riflessione (forse agli americani...). Numerose ingenuità da cartone animato giusto per risolvere la situazione, e nulla di non già visto come effetti speciali.
Il film ha un ritmo letargico condito con degli avvenimenti secondari - con i quali si cerca forse di svegliare il pubblico - che definire patetici è tessere lodi del tizio che ha scritto questa porcheria: pirati lunari, babbuini assassini in mezzo allo spazio, incontri di kung-fu a zero g, con un tasso di mortalità degno di tarantino.
Girato male, nessun rispetto a qualsivoglia aspetto scientifico. Noia abissale e grande pochezza di sentimenti. Un qualsiasi b/n giapponese anni '50 genera più pathos. Devo rivedere in fretta qualche pellicola con Tommy Lee Jones per fargli riguadagnare punti nei miei pensieri. Il buon Brad, beh, ha inciampato alla grande. Trama più prevedibile della fine del Titanic, un protagonista che saltella per [...] Vai alla recensione »
Non si pretendo un capolavoro assoluto come 2001 Odissea nello Spazio. In quel film la lentezza era un valore aggiuto. Non si cerca nemmeno un film tutto scoppi ed inseguimenti alla Guerre Stellari. Un film introspettivo, si dice. I film introspettivi se non sono fatti più che bene, sono una lagna mostruosa. Già non mi è piaciuto per nulla Interstellar, questo ricalca esattamente [...] Vai alla recensione »
Fallimentare tentativo di trasporre in chiave fantascientifica "Cuore di tenebra" di Conrad, con un occhio rivolto a Kubrick e l'altro al precedente Civiltà perduta dello stesso Gray. Nonostante le buone intenzioni Ad Astra non compie il miracolo della trasformazione dell'acqua in vino, o meglio del rendere plausibile l'implausibile, prodigio che spesso riesce [...] Vai alla recensione »
Film noiosissimo, lento. Il regista voleva essere introspettivo invece ha creato un capolavoro di noia e lentezza. Brad Pitt monoespressivo dall'inizio alla fine. Un Pitt stanco, svogliato forse si è reso conto dell'inutile minchiata che stava recitando. Da evitare assolutamente.
Conrad non finisce mai di ispirare. Che sia l'Africa, il Sud Est Asiatico o lo spazio ( ne dimentico sicuramente altri), lo scrittore ucraino di nascita, inglese di vita, continua ad attirare a se proseliti. Il suo racconto evidentemente va alla radice dell'uomo ed è forse per questo che tanto viene citato nelle opere degli ultimi decenni.
Ennesima digressione sul “Cuore di tenebra” di Conrad. Ne ho viste di migliori, tra tutte “Apocalypse now”. Gli attori sono bravi e, mentre Tommy Lee Jones non regge il confronto (troppo poco tempo e troppe cose da fare) Brad Pitt se la cava. Ma i primi piani si sprecano e riducono la storia a sfondo impercettibile, la lentezza grava come i corpi in assenza di gravità. [...] Vai alla recensione »
Il film ha un ritmo letargico condito con degli avvenimenti secondari - con i quali si cerca forse di svegliare il pubblico - che definire patetici è tessere lodi del tizio che ha scritto questa porcheria: pirati lunari, babbuini assassini in mezzo allo spazio, incontri di kung-fu a zero g, con un tasso di mortalità degno di tarantino. La storia principale è un'edipica versione di un cuore di tenebra [...] Vai alla recensione »
il film è molto pretenzioso, si intravedono gli intenti ma la stesura è molto molto mediocre e poco originale
Per pura fortuna ho zompato l'uscita ripromettendomi di recuperarlo appena vedibile da rete....Google mi manda il solito reminder ed io ci ricasco e me lo noleggio.Mannaggia....Ci aveva già provato Clooney con Solaris ad avventurarsi nel fantascientifico e l'avventura era finita maluccio (nota:qui rivaluto Solaris alla grandissima!), ma qui siamo davvero ad altissimi livelli di incomprensibilità:sceneggiatu [...] Vai alla recensione »
Si potrebbe concedere lo scettro di film fantescifico più brutto degli ultimi tempi insieme ad un altro "presunto capolavoro", che però mi astengo da rivelarne il nome. Non mi è piaciuto proprio, amo la fantascienza, purtroppo però capisco che oggi come oggi sia sempre più difficile proporre qualcosa di interessante in questo specifico genere, meglio ripiegare [...] Vai alla recensione »
Sicuramente un film "non per tutti". No, non intendo "vietato ai minori di", ma "vietato a quelli che cercano azione e trovate incredibili. Si, qualcosa di movimentato c'è, ma sono scene perlopiù propedeutiche ad altre situazioni (come l'inutile fermata per rispondere ad un vecchio SOS che non da e non toglie nulla alla trama, se non farci capire davanti [...] Vai alla recensione »
Ottimo cast, ma il film risulta un pò noioso, troppi soliloqui. Spessissimo. Si può benissimo fare altro mentre si segue il film, non si perde certo nulla di fondamentale che ti impedisca di continuarne la visione.
Sono d'accordo con te su quasi tutto dace74. Forse qualche scena andrebbe vista con gli occhi di un rimando ad altro: i pirati lunari potrebbero, per me, essere l'iimagine di qualcosa o qualcuno che vuole rubare i nostri sogni, e contro cui dobbiamo lottare se vogliamo mantenerli vivi, la scimmia in questo senso è l'immagine della nostra voglia primordiale di vita.
Capita di lasciarsi convincere ad andare al cinema, al buio, ignorando che film si andrà a vedere, senza leggere recensioni o altro, scoprendo poi che l'attore protagonista è tale Brad Pitt, più un cast di grido. Il film sembra promettere bene, ma è solo un'illusione. E' evidente il tentativo di riproporre in chiave sentimentale-familiare e futuristica il filo conduttore di Apocalypse Now, non ci vuole [...] Vai alla recensione »
La fantascienza è una scusa, poteva ugualmente essere un viaggio in barca a vela o altro. E’ un viaggio dentro sé stesso del protagonista, alla ricerca del padre, ma anche del proprio significato. Ottima prova d’attore di Brad Pitt, e anche del doppiatore, perché per la maggior parte si ascoltano i pensieri del protagonista.
Immagini belle, ma racconto pretenzioso e, soprattutto, noioso. Le uniche parti movimentate sono scollegate dal racconto. Che senso ha l'episodio del soccorso alla nave in avaria se non sono quello di dare una fiammata di movimento alla lentezza infinita del resto. E la sintesi? Magari sono io che non capisco ma il messaggio mi è sembrato del tipo: "Inutile cercare lontano qualcosa [...] Vai alla recensione »
"Ad astra", sottintendendo anche"Per aspera", dato che il detto, relativamente recentein questa forma non e'citazione riscontrabile nei classici)e'un film di John Gray del 2019, che il regista ha scritto con Ethan Gross e che arriva in Europa poco prima della pandemia, non avendo il successo meritato. Sorta di"odissea"di un responsabile dell'aereonautica USA, [...] Vai alla recensione »
La prima volta che ho visto un tipo in tuta bianca parlare dei casi suoi ad una macchina era in "THX1138" (malamente tradotto in italiano ne "l'uomo che fuggì dal futuro") e il tipo nella tuta bianca era un quarantenne Robert Duvall, completamente pelato, operaio in una società controllata dalle macchine e dagli psicofarmaci nel lungometraggio di esordio di George [...] Vai alla recensione »
A parte il finale, francamente un po' banale e deludente, una sorta di "Apocalypse Now" nello spazio, con tanto d'identica impostazione narrativa; il viaggio psichico e fisico di un uomo alla ricerca di se stesso, delle proprie origini e del proprio destino, fra i meandri di un cosmo criptico che sembra non avere risposte ai grandi interrogativi dell'umanità.
Allora partiamo: il mitico Super Astronauta viene inviato oltre gli anelli di Saturno (bè sono di Nettuno ma la citazione di Finardi ci stava) per porre fine a non ben identificate onde di energia, però gli dicono che forse là c'è suo padre quindi armiamoci e partite; sulla terra è tutto un caos, sulla Luna un casino su Marte un bailamme, nella stazione orbitale [...] Vai alla recensione »
Da un punto di vista visivo Ad Astra è sicuramente un gran film, con immagini dello spazio e dei vari apparati tecnologici di grande impatto e un ottima accuratezza nell'utilizzo dei mezzi tecnici e della fotografia, forse meno su alcune procedure spaziali, qualche passeggiata spaziale un po troppo allegra che potrebbe fare storcere il naso a qualche purista del genere).
Brad Pitt si produce questo film di fantascienza e si affida a Gray ( di cui si ricorda Little Odessa e Two Lovers). Ma l'unico che poteva migliorarlo era magari Denis Villeneuve (quello di Arrival). Una prima parte con un pò di azione e l'ultima con molti pensieri e psicanalisi, pure troppa per i miei gusti
Un film basato sul rapporto figlio-padre in chiave fantascientifica, alla scoperta delle ragioni dell'abbandono in un viaggio nel profondo universo che racchiude un introspezione del protagonista (Brad Pitt) alla scoperta di sé stesso attraverso la figura paterna. Roy McBride (Brad Pitt) è un uomo che scappa in cerca di solitudine, si allontana dalla vita di tutti i giorni e dagli [...] Vai alla recensione »
Una fotografia magnifica,ma una sceneggiatura molto debole e poco credibile. Interessante ma a tratti lento,molto introspettivo sul rapporto padre figlio. Pitt a sto punto avrebbe bisogno di un riconoscimento prima o poi,la sua interpretazione tiene su tutto il film ed è sicuramente la nota più positiva
Premetto che non ho ancora visto il film e andrò a vederlo proprio in ragione della tua recensione. Generalmente giudizi intrisi di termini come introspettivo, clichè, visionario, immaginifico, pathos, tensione, allegorico, angoscioso, mi fanno venire la voglia di vedere il film in questione così come la dolce euchessina fa venire voglia di qualcos'altro.
Film vedibile, ma nello spazio niente di nuovo. Scene viste e riviste. Kubrick è ancora un maestro. Il film però esaspera i tratti filosofici ( assai banali ) con Brad Pitt ( ottima la sua recitazione )alla ricerca del padre e alla riscoperta di un rapporto tra loro. Finale banale e scontato. Vedibile, ma niente di più.
Il film non è male, guardabile. Bravo Pitt, protagonista assoluto ( tutto il film dall'inizio alla fine centrato su di lui ). Trama nulla di speciale, oltre al viaggio spaziale è più che altro un viaggio introspettivo di se stesso e del rapporto mancato col padre. Però al film manca mordente, non intriga, non esalta o emoziona, abbastanza piatto e pure il finale fila [...] Vai alla recensione »
Un film davvero molto cupo ed intimista sorretto da un bravo Brad Pitt. E' quasi più lungo il viaggio che il nostro protagonista compie all'interno di se stesso rispetto a quello vero e proprio, attraversando il sistema solare per giungere alle porte di Nettuno. Musiche dai ritmi blandi e colori opachi vanno a creare l'atmosfera perfetta per ciò che questa pellicola vuole [...] Vai alla recensione »
«Ho sempre voluto diventare un astronauta». Come tutti noi da piccoli solo che poi alla fine Roy McBride (Brad Pitt) ce l'ha fatta, proprio come papà. Peccato che il McBride Senior sia da anni disperso tra le stelle dalle parti di Nettuno, quindi ecco che Roy viene coinvolto per andarlo a recuperare. Il genitore è impazzito? Ha incontrato gli alieni? È semplicemente morto? Ha guidato un ammutinamento? [...] Vai alla recensione »
"Ad Astra" di James Gray, il film in concorso di cui è protagonista Brad Pitt, era uno dei titoli più attesi alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno. L'entusiasmo riservato al divo hollywoodiano sbarcato al Lido non è lo stesso generato dalla visione della sua ultima fatica. Sebbene, infatti, non si possa certo definire "Ad Astra" un film non riuscito, sul grande schermo si sono viste incursioni [...] Vai alla recensione »
Togliete il giocattolo della fantascienza dalle mani di James Gray. Ad Astra, terzo titolo in Concorso a Venezia 76, è una clamorosa delusione da consumare possibilmente non al secondo spettacolo della sera. La pesantezza e l'evanescenza di questo film sono direttamente proporzionali al tragitto lunghissimo di fuga dell'astronauta McBride (Brad Pitt, della sua straordinaria inespressività ne parliamo [...] Vai alla recensione »
Il primo film di fantascienza di James Gray è bello. Non solo, come c'era da aspettarsi, per l'impressionante collezione di salvaschermi, vedute di pianeti, anelli, pulviscoli e luci cosmiche, luoghi comuni della fantascienza che il regista affronta senza inutili pudori, come un passaggio obbligato del genere, o meglio come uno degli ostacoli da sormontare per conquistare il cielo.
L'astronauta Roy McBride viaggia in missione segreta ai confini del sistema solare. Deve inviare un messaggio radio a suo padre, specie di capitano Achab scomparso anni prima durante una spedizione nello spazio. E che potrebbe essere diventato un pericolo per le sorti della Terra. Ai vecchi tempi la fantascienza era divisa tra "outer space" (lo spazio cosmico) e "inner space" (quello interiore all'uomo). [...] Vai alla recensione »
La Luna, poi Marte, infine Nettuno. Fino al satellite della Terra con un volo di linea, perché nel futuro immaginato da James Gray si tratta di un viaggio entrato nella normalità, possibile per chiunque abbia un fisico integro. Roy, il viaggiatore speciale che lo spettatore segue nel suo percorso interplanetario, è un astronauta americano, al quale è stata affidata una missione segreta: ritrovare, [...] Vai alla recensione »
Brad Pitt è l'astronauta Roy McBride che si spinge a cercare il padre perduto fino a Nettuno - ed è forse la prima volta di un viaggio spazialcinematografico così lungo - rimanendo però legato, paradossalmente, alla Terra come mai prima in un film fantascientifico. Il regista James Gray è troppo interessato alla nostra "civiltà perduta", con il suo passato che è sempre lì a richiamare il nostro presente, [...] Vai alla recensione »
C'è sempre qualcosa di affascinante e pericoloso in un regista come James Gray, che si è sempre rinchiuso nella più scomoda delle comfort zone, una Link Odessa popolata di uomini e donne spezzati, dolenti, lacerati tra ciò che sono e ciò che dovrebbero e vorrebbero essere. C'è, soprattutto, quando cerca altro e altrove. Trovarlo in un film di fantascienza in cui consegna la sua poetica a un Brad Pitt [...] Vai alla recensione »
La Terra è minacciata da misteriose scariche spaziali e il maggiore Roy Menare (Brad Pitt) viene mandato in una missione che è anche personale: responsabile della minaccia sembra essere suo padre, astronauta anche lui, che aveva lasciato la famiglia anni prima e che Roy credeva morto. Storia fantasciendfico-esistenziale, lenta, con tratti di noia ma scenografica. Da Tu Style, 1 ottobre 2019
Due anni fa, con Civiltà perduta, James Gray ci aveva regalato un film inafferrabile, labirintico, disorientante. Ora, con Ad Astra, ci propone un film meno labirintico ma analogamente disorientante. Là un padre e un figlio si perdevano nel cuore della foresta amazzonica alla ricerca di una mitica città dell'oro. Qui, in Ad Astra, un figlio (Brad Pitt) va kubrickianamente oltre i confini dell'universo [...] Vai alla recensione »
Il maggiore Roy McBride (Brad Pitt), lavorando ad altissima quota, precipita nel vuoto, ma con eccezionale presenza di spirito riesce a riequilibrarsi e ad aprire il paracadute. La percezione della caduta riassume la condizione della sua esistenza: la madre è morta, il leggendario padre è dato per disperso nello spazio profondo, la moglie lo ha abbandonato.
Prende sempre decisioni pragmatiche, non si fa distrarre da nulla, mai dipende da qualcuno o da qualcosa. Un computer umano, lo si definirebbe. E poi quel battito, sempre sotto gli 80, anche nelle situazioni più critiche. Profilo impressionante, quello del maggiore Roy McBride, un Brad Pitt per la prima volta in versione astronauta - tendenza che ha già catapultato nel cosmo tanti colleghi, dal Matthew [...] Vai alla recensione »
Magari è lo spazio profondo che disturba. Nella versione "Quando vedo tutto questo capisco che Dio esiste" (copyright Terrence Malick), oppure nelle "Spheres" di Eliza McNitt, prodotto da Darren Aronofsky con voce narrante di Jessica Chastain: era l'anno scorso alla Mostra di Venezia (sezione "realtà virtuale" con cuffie e occhiali 3D) e non è stato un bel momento, soli nel cosmo ribollente senza qualcosa [...] Vai alla recensione »
Passato senza suscitare particolare eco all'ultima Mostra di Venezia, il nuovo e magniloquente poema fantascientifico diretto da un grande regista come James Gray («Little Odessa», «I padroni della notte», «Two Lovers») parte con ottime chance da tutti i punti di vista, ma alla fine ne spreca un po' troppe. «Ad Astra», abbreviazione della frase latina «Per aspera ad astra» che significa «attraverso [...] Vai alla recensione »
Lo spazio profondo e oscuro per esplorare il mistero delle relazioni umane, in un viaggio intimo e personale sullo sfondo dell'infinito. Ad Astra di James Gray, interpretato e coprodotto da Brad Pitt al fianco di Tommy Lee Jones, Liv Tyler, Ruth Negga, in concorso a Venezia, è un film di fantascienza diverso dal solito, antiepico e decisamente poco spettacolare, che parte dalla storia di una missione [...] Vai alla recensione »
Quando Ad Astra è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia, quasi un mese fa, un vecchio critico del festival (vecchio per esperienza e sapienza, più che per età), l'ottimissimo Michele Anselmi, ha fatto notare che a molte grandi star di Hollywood negli ultimi anni è capitato di indossare, prima o dopo, tuta e casco da astronauta così, solo per dirne alcuni, George Clooney (Gravity di Alfonso [...] Vai alla recensione »
"Per aspera ad astra" ovvero "Attraverso le avversità, verso le stelle". Questa frase latina ispira il titolo del nuovo film di James Gray, Ad Astra, dal 26 settembre al cinema dopo essere stato presentato in concorso all'ultima Mostra di Venezia. Qui è stato accolto con tepore: gran parte della critica non si è spesa in grandi lodi, qualche collega ha trattenuto a fatica il sonno.
L'astronauta Roy McBride, interpretato da Brad Pitt, cerca il papà disperso parecchi anni prima dalle parti del pianeta Nettuno. Voci interiori e lotte esteriori con pirati della Luna, scimmie assassine e doppi giochi del governo. Siamo nel 2124. È fantascienza adulta che guarda al Cuore di tenebra di Joseph Conrad e la testa rivolta non tanto a Solaris (1972) quanto ai più recenti Gravity (2013), [...] Vai alla recensione »
Eccellente cineasta che finora si era mosso fra crime story e melò romantico intrecciando all'ombra del fato complicati rapporti familiari, James Gray passa alla fantascienza, declinando in chiave intimista l'epos dell'avventura interstellare. Ambientato in un imprecisato futuro, Ad Astra parte in modo classico: causa inspiegabili tempeste elettriche che mettono a rischio la sopravvivenza della Terra, [...] Vai alla recensione »
Esplorare l'infinito per scoprire il limite. Bello, bene, bravo. Dopodiché l'idea andrebbe scoperta, trovata, incarnata. Non solo detta, ma mostrata. Va bene l'ad astra, ma c'è anche il per aspera. Le stelle, la "rivelazione" (l'assenza di una rivelazione), dovrebbero essere il compimento di un percorso, non la sua illustrazione magniloquente. L'abbiamo già fatto mille volte quel viaggio cosmico - [...] Vai alla recensione »
Sino alle stelle. Per ritrovare il padre, certo. Ma ovviamente per definire se stessi. Siamo nel cinema di James Gray e Ad Astra (in Concorso a Venezia 76) non può che essere un film sulla solitudine dell'eroe, sul suo infinito ritorno alla materia fondativa della sua astrazione dal mondo in cui si muove. Lo diresti differente dagli altri personaggi di Gray, ma il Maggiore Roy McBride è piuttosto il [...] Vai alla recensione »
Per molti la promessa di James Gray è sempre rimasta tale: quella di un autore premiato proprio a Venezia con il Leone d'Argento per la Miglior regia nel 1994 all'esordio con Little Odessa e mai veramente giunto alla consacrazione della maturità artistica. Il regista americano ha la sua schiera di fan e l'eclettismo della sua filmografia ne favorisce una considerazione da politique des auteurs, pur [...] Vai alla recensione »
James Gray torna in Ad Astra a raccontare la storia di un'ossessione. Anzi due. La sua e quella del protagonista. Se in Civiltà perduta l'esploratore Percy Fawcett si misurava ossessivamente con la sete di conoscenza e l'avventura come pratiche esistenziali, necessarie al suo essere nel mondo molto più o molto oltre l'obiettivo dell'esplorazione, qui l'astronauta Roy McBride (Brad Pitt) si misura [...] Vai alla recensione »
" Esistono due possibilità: o siamo soli nell'universo, o non lo siamo. Entrambe sono terrificanti ". Come egli stesso ha affermato, James Gray si è lasciato ispirare da questa citazione di Arthur C. Clarke - co-sceneggiatore di 2001: Odissea nello Spazio - quando ha iniziato a scrivere - con la collaborazione di Ethan Gross - la sceneggiatura di Ad Astra - in gara per il Leone d'Oro, a Venezia 76., [...] Vai alla recensione »
Il film del giorno è ovviamente "Ad Astra" del talentuoso regista statunitense James Gray, che finalmente vede la luce, dopo tanta attesa, con Brad Pitt, Tommy Lee Jones e, in fugace apparizione, Donald Sutherland. Racconta la storia, in un futuro prossimo, del cosmonauta Roy, chiamato a salvare la Terra da una fatale turbolenza cosmica, generata probabilmente dall'equipaggio di un'astronave, al largo [...] Vai alla recensione »
Un futuro immaginario ma possibile e uno invece da costruire in maniera più condivisa sono gli argomenti di due dei tre film in Concorso presentati ieri, rispettivamente «Ad Astra» e «The Perfect Candidate». Il primo è diretto dal newyorkese James Gray e interpretato da Brad Pitt (concentrato e in parte), Tommy Lee Jones, Liv Tyler e Donald Sutherland.
Ci sono forse forme di vita intelligente nello spazio? La risposta è no (e si direbbe ormai neanche sulla terra), ne abbiamo la certezza dopo le esplorazioni del maggiore Roy McBride (Brad Pitt) in Ad Astra, di James Gray (Leone d'argento a Venezia nel 1996 per Litlle Odessa, tra gli altri svariati premi del suo palmares). Si tralascia nel titolo «Per aspera» anche se il suo significato si può evincere [...] Vai alla recensione »
«In un futuro non lontano. In tempi di speranza o di conflitto, l'umanità guarda alle stelle come speranza»: così l'incipit di Ad Astra. Il dottor Clifford McBride tanti anni prima aveva guidato una missione esplorativa ai confini del sistema solare, in cerca di segnali di vita extraterrestre. La missione era fallita, sembra per una rivolta non si sa di chi contro chi.
Futuro prossimo. La terra guarda alle stelle per trovare le risposte ai quesiti più profondi. Ma è afflitta da continui incidenti causati da sbalzi elettrici che si verificano a causa di esplosioni radioattive. Il maggiore-astronauta Roy McBride (Brad Pitt) viene scelto per una rescue mission delicata: recuperare suo padre (Tommy Lee Jones), che credeva morto, partito 16 anni prima alla volta di Nettuno [...] Vai alla recensione »
Un figlio (Pitt) sulle tracce del padre (Lee Jones), in missione verso Nettuno, via Marte: cerca il first man alla ricerca di nuove forme di vita, che s'è dimenticato di quelle prossime a lui. Solo Gray avrebbe potuto farlo: un uomo incapace di sentire il reale (è lo Zeitgeist, no?), una space opera antispettacolare (anche se quando si concede l'action non ce n'è per nessuno), un viaggio alla ricerca [...] Vai alla recensione »
Esplorare nuovi mondi, oltre l'infinito, oltre l'impossibile. Fino alle stelle. Dal basso verso l'alto. Ad Astra. Diciamolo subito: mai il cinema di James Gray era stato così diretto, verticale, trascendente e umanista. Il viaggio è inarrestabile, verso l'angolo più buio del sistema solare e dell'essere umano. Una "zona" oscura identificata ancora una volta dall'eredità dei padri, forse dalle loro [...] Vai alla recensione »
Ermanno passa i suoi giorni tra piccoli furti e slot machine, in attesa di una svolta nella sua vita. Lena arriva in Italia per vendere la bambina che porta in grembo e poter così iniziare una nuova vita. I due fingono di essere una coppia in modo che Fabio, lo zio di Ermanno, sterile e disposto a pagare per avere la figlia che lui e sua moglie Bianca non possono avere, possa ottenere l'affidamento [...] Vai alla recensione »
"In un futuro prossimo, in tempi di speranza e conflitto", si muove l'esplorazione spaziale e interiore di Brad Pitt in Ad Astra, film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, edizione 76. Applausi e qualche lievissimo brontolio accogle lo sci-fi diretto da James Gray nella proiezione per la stampa in Sala Grande. Ad Astra sembra dividere: o ci si perde, per poi ritrovarsi, insieme al cosmonauta [...] Vai alla recensione »
Non so se Ad Astra è davvero un bel film, ma Brad Pitt è una brava persona. Da produttore - non solo protagonista - ha supportato un progetto rischioso come "Ad Astra", in cui James Gray si cimenta per la prima volta con la sci-fi. In concorso a Venezia, promette fino a metà di essere un sequel temporale e tematico di "2001 - Odissea nello Spazio", per declinare poi verso il più elementare dei conflitti [...] Vai alla recensione »
Una coppia che divorzia e un astronauta che va in cerca del padre perduto ai confini del sistema solare. Un cinema da camera, fatto di dialoghi, semitoni, esattezza millimetrica di ambientazione e psicologie, e un film di fantascienza che remixa quasi in parti uguali 2001 di Kubrick e Apocalypse Now (o meglio Cuore di tenebra) per scavare nell'intimo del protagonista.
Dai latini ad oggi, per aspera ad astra, letteralmente «attraverso le asperità fino alle stelle», e lì recuperare, forse, il senso di tutto, e chi abbiamo amato. Lo spazio nella sua complessa, talvolta difficile esplorazione, ridiventa così l'abisso immenso e desolato in cui poter raccontare qualcosa di intimo e personale. L'occasione arriva guardando "Ad astra", reduce dall'ultima Mostra del cinema [...] Vai alla recensione »
Ad Astra interpreta alla lettera la fantascienza e la sua vocazione a esplorare uno spazio ostile. Là fuori - oltre la Luna, oltre Marte, Nettuno e ciò che viene dopo - non vi è nulla che non sia materia silenziosa, nessuna forma di vita, nessun linguaggio da imparare. È scritto (con Ethan Gross) e diretto da James Gray, e a James Gray non si può chiedere che un film umanista, anche e soprattutto nell'infin [...] Vai alla recensione »
Non entusiasmante Ad Astra, classico esempio di fantascienza pensosa. Ma la fantascienza è da sempre filosofica e sociologica utilizzando le convenzioni del genere, e Gray non si inventa niente dal punto di vista visivo. Lo schema è un Cuore di tenebra nello spazio, però introspettivo: Brad Pitt (in difficoltà nel ruolo) cerca il padre perduto nello spazio quasi trent'anni prima e forse responsabile [...] Vai alla recensione »