Titolo originale | Blockers |
Anno | 2018 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Kay Cannon |
Attori | Leslie Mann, Ike Barinholtz, John Cena, Kathryn Newton, Geraldine Viswanathan Gideon Adlon, Ramona Young, Miles Robbins, Lindsey Clute, Marvin E. West, Graham Phillips, Colton Dunn, Jimmy Bellinger, Sarayu Blue, Gary Cole, Gina Gershon, June Diane Raphael, Hannibal Buress, Anniston Almond, Noor Anna Maher, Hannah Goergen, Chad Sanborn, Aubree McGuire, Milana Alrayes, Rylee Whiteman, Amelia Oswald, Madeline Paris Erwin, Aubrey Michele Katz, Brian Shortall, Amy Chandler, Andrew Lopez, Victoria Hall, Jake Picking, T.C. Carter, Kathryn Lim (II), Jordan Olivia Howell. |
Uscita | giovedì 17 maggio 2018 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,32 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 maggio 2018
Quando una coppia scopre che le figlie hanno in progetto di perdere la verginità durante il ballo a scuola, fanno di tutto per opporsi. In Italia al Box Office Giù le mani dalle nostre figlie ha incassato 39,1 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Per Julie, Kayla e Sam, amiche inseparabili dal primo giorno di scuola elementare, è arrivata la notte del ballo di fine anno. Peccato che tre dei loro genitori non riescano ad accettarlo e, scoperto via WhatsApp il progetto delle tre ragazze di salutare per sempre la verginità quella sera stessa, si lanciano in una rincorsa impazzita dell'ultimo minuto per impedire loro di vivere la propria e vita e assumersi le proprie responsabilità.
Proposto come la risposta femminile alle commedie sui ragazzi affamati di sesso genere American Pie, Giù le mani dalle nostre figlie è tutt'altro che un moderno racconto femminista di emancipazione, perché le tre ragazze hanno un ruolo del tutto marginale rispetto agli "eroi" della commedia, vale a dire i due padri e la madre, impegnati in gag di serie Zeta a base di litri di alcool infilati via tubo nel deretano.
Non basta avere l'idea di scambiare genitori e figli, dipingendo più idioti i primi e più autonomi i secondi (per poi finire tutti d'accordo, tutti sulla stessa linea di condotta, a tarallucci e vino), se non c'è un'invenzione che la supporti, un dialogo brillante che la corrobori, una punta di cattiveria che la spezi, perché così la scorribanda degli adulti in zona Millennials risulta soltanto patetica.
Certo, la miglior commedia nasce dal dramma, e qui va in scena la tragedia di una generazione di genitori che non ha una vita indipendentemente dall'esistenza dei figli, che si comporta in maniera parassitaria e vampiresca, scambiando l'essere presenti con l'essere invidiosi, ma è un peccato vedere un'attrice come Leslie Mann impiegata in un ruolo che ricalca gli originali maschili in tutto e per tutto, senza apportare alcun distinguo.
Stesso discorso per Kay Cannon: è estremamente arduo rintracciare nella regista di questo film la sceneggiatrice di Pitch Perfect, nel quale, pur con tutti i limiti del caso, prendeva vita un mondo, un tono, una serie di personaggi e un afflato di autoironica umanità. Giù le mani dalle nostre figlie è invece popolato di sagome cartonate, personaggi bidimensionali che riservano la sorpresa di essere in realtà com'era scontato immaginare che fossero (l'omone dalla lacrima facile, il giovane a tutti i costi che si rivela il più saggio della compagnia) e la guerra tra genitori e figlie non spara un colpo: si fa pace prima ancora di confrontarsi, nel nome di un umorismo di bassissima lega, fatto di vomito collettivo ed evacuazioni per altre vie.
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Non è un'altra stupida commedia americana». Era il titolo di una parodia del teen movie uscita nel 2001, ma si adatta bene a Giù le mani dalle nostre figlie, debutto nella regia della sceneggiatrice Kay Cannon. Contesto e situazioni sono tipici del filone: liceali al ballo di fine d'anno e relativi progetti sessuali. Ma nel caso, i protagonisti sono piuttosto i genitori: un terzetto composto da Lisa, [...] Vai alla recensione »