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Ultimo aggiornamento lunedì 2 novembre 2020
Un fantasma torna in quella che era stata la sua casa e dove ora c'è la sua amante, sola con il suo dolore. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, In Italia al Box Office Storia di un fantasma ha incassato 43 .
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CONSIGLIATO SÌ
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Un fantasma vaga per campi e strade fino ad arrivare ad una casa di periferia: è qui che, in vita, abitava l'anima sotto a quel telo candido, insieme alla moglie. Una vita ordinaria, piena di tenerezza, consumata quotidianamente all'interno di quell'abitazione a cui lui era molto affezionato ma che lei, inutilmente, voleva cambiare. Fino alla morte, improvvisa, del marito proprio nella strada che costeggia la stessa casa: da quel momento in poi il suo spirito sarà destinato a vagare per sempre (o forse no?) all'interno di quelle mura: nella teoria di un universo ciclico che nasce, muore e rinasce dovrà fare i conti con il suo futuro che sarà, contemporaneamente, anche il suo passato.
Un ritmo lento e inesorabile, lunghi e statici piani sequenza e il tempo che scorre rapido, in modo quasi impercettibile.
Come in un cerchio, cornice o cielo dantesco: non è, forse, un caso che la ratio scelta dal regista sia un 4:3 (o 1.33:1) e l'intero film sia girato a 33 fotogrammi al secondo - eccola qui, la reiterazione del numero tanto caro al poeta fiorentino -, scelta stilistica che, indubbiamente, conferisce al film un generale clima di oppressione e un'aura sospesa, quasi immateriale, sottolineata dall'opacità dei colori, dai toni prevalentemente freddi.
Inoltre, a livello costruttivo, la narrazione è divisa perfettamente in tre parti da due immobili piani sequenza; il vagabondare del fantasma viene interrotto da questi momenti cruciali che rallentano ulteriormente il tempo inglobandolo in un'atmosfera ovattata: nel primo troviamo, accovacciata a terra, la moglie che ingoia forzatamente dei bocconi di torta al cioccolato cercando di reprimere quelle lacrime che non vedremo mai scendere sul suo volto. Successivamente, in quella casa ormai abbandonata da tempo dalla vedova, compare un personaggio decisamente inutile ai fini della storia ma il cui monologo (nuovamente un motivo per sospendere la narrazione nell'unica sequenza vivace del film) presenta degli spunti di riflessione non indifferenti: l'idea pessimistica di un universo che, prima o poi, è destinato a scomparire e quella di destino come disegno precostituito, sono i concetti attorno ai quali il film stesso si costruisce.
Quella casa "piena di storia" tanto apprezzata nella vita terrena si trasforma in una prigione nella vita celeste. Tale costrizione è resa, figurativamente, proprio dal formato dell'immagine: piccola e quasi quadrata, come la base di una casa disegnata da un bambino; dai bordi arrotondati, come qualsiasi oggetto che un bambino può maneggiare affinché non sia pericoloso. Attraverso questa cornice seguiamo (come un'ombra) il fantasma che è, essenzialmente, un lenzuolo bianco con due buchi neri al posto degli occhi.
Le forme fanciullesche che sagomano il film si combinano ad un'anima decisamente densa, quasi inenarrabile (tanto che il silenzio è, in alcuni momenti, imperante): più il candore del telo che ricopre lo spirito si sporca, più siamo consapevoli di giungere ad una fine che, però, sembra non arrivare mai, almeno finché una traccia del passato, un intimo desiderio nascosto con cura, verrà riportata alla luce ricordando il vero motivo della permanenza.
A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle.
Poche, pochissime parole che lasciano spazio alle lunghe, alle volte quasi interminabili, inquadrature dal silenzio assordante che catturano delle splendide immagini, colorate da un impeccabile e fredda fotografia e incorniciate da un formato schermo vintage molto originale. Il film sembra parlare di nulla, visti i dialoghi quasi assenti, ma dalle immagini, vere e proprie poesie per gli occhi, [...] Vai alla recensione »
È incredibile a quali livelli di presunzione si possa arrivare quando si è troppo presi da sé stessi e dalle proprie autoreferenziali percezioni artistiche. Bastasse girare in 4:3 - e per completare l'opera con i quattro angoli arrotondati, forse per scimmiottare i bei tempi della TV in 4:3 o chissà per quale altra ragione - per essere grandi intellettuali, lo saremmo [...] Vai alla recensione »
Con un coraggio sconcertante, questo film ci racconta la solitaria vita di un fantasma mostrandocelo nella sua iconografia più semplice e ironicamente scarnificata: quella di un lungo lenzuolo bianco con due buchi per gli occhi. Bisogna accettare senza ridere questo fatto per entrare in questo piccolo film e farsene affascinare. Scegliendo un curioso formato di schermo (quadrato e con gli angoli [...] Vai alla recensione »
A Ghost Story, ammaliante e bizzarro oggetto filmico destinato a lasciare sconcertati e al contempo affascinati. Ancor prima di essere una storia di fantasmi – meglio, di un fantasma, nella quale, peraltro, di orrore non ve ne è nemmeno l’ombra –, A Ghost Story si presenta innanzitutto come un ipnotico (melo)dramma dedicato al profondo (e al contempo sempre più relativo) [...] Vai alla recensione »
Con questo film, i produttori di BIDONI a livello interstellare si sono superati. Forse raggiungendo vette ineguagliabili. Il regista e gli autori, di certo hanno inventato un nuovo genere: il Thruller Trama commentata Una figura spettrale (un imbecille col lenzuolone che sembra un Bacio Perugina al negativo oppure un Caciocavallo in abito da sposa) - che un tempo era stata un [...] Vai alla recensione »
Questo film è noioso... Non ho potuto apprezzarlo assolutamente... È più interessante stare seduti su una panchina al parco e vedere cosa succede...
Film senza praticamente contenuto. non emoziona. non coinvolge. è un puro esercizio stilistico del regista, ai nostri danni. piani sequenza? ma se devono essere così noiosi, meglio che non ci siano. a che pro farci vedere per un buon quarto d'ora la vedova che tira su col naso e mangia forsennatamente la torta? e il povero casey affleck costretto a recitare per (quasi) tutto il film [...] Vai alla recensione »
Questo è un film lento, molto lento, che potete guardare facendo altre cose (come pulire casa con l'aspirapolvere). Un film che ha veramente poco da dire.
Sinceramente, nel rispetto delle opinioni di ognuno (e ci mancherebbe altro), classificare questo film come "opera d'autore" mi sembra, al minimo, un'inutile forzatura. Il film è di una lentezza esasperante, le sequenze sembrano essere volontariamente portate all'esasperazione: il regista deve aver pensato di cambiare scena, o semplicemente far accadere qualcosa, nell'esatt [...] Vai alla recensione »
...peccato che il film sia classificato come drammatico. Immaginatevi la scena: regista, sceneggiastore, produttore e il resto della crew, un po' sbronzi. Il regista chiede: ma come lo volemo fa sto fantasma? E giù idee roboanti e costosissime: effetti, luci, ologrammi. Il produttore, barcollante per l'alcool, propone, posando l'ennesimo bicchiere: Ma che effetti.
Un bizzarro prodotto fuori dalle mode odierne,che ripropone la figura del fantasma nella sua forma più classica,col lenzuolo e i buchi per gli occhi.La storia si svolge in maniera circolare,e privilegiando momenti sospesi e dilatati,riflette in maniera straniante e impassibile sullo scorrere del tempo e la sua ripetizione ciclica(il discorso del ragazzo alla festa),il perdurare delle memorie [...] Vai alla recensione »
La storia d'amore tra C (Affleck) ed M (Mara) verrà bruscamente interrotta da un'incidente mortale che coinvolge C. Se il corpo è andato, l'anima inquieta rimane, coperto da un lenzuolo, il fantasma di C ritorna a casa ad osservare la vita di M. Ritmi lenti e tanti, troppi, silenzi, una lentezza che fa da contraltare al trascorrere inesorabile del tempo.
A Ghost Story di David Lowery è un film decisamente particolare e fuori dagli schemi, sin dalla scelta del frame rate: 1:1 con gli angoli smussati. In un primo momento sembra ricalcare la scia del famoso "Ghost" del 1990: una giovane coppia di innamorati sta iniziando a costruire la propria vita insieme quando, improvvisamente, lui muore; tuttavia non accetta di morire, non "varca la soglia dell'aldilà" [...] Vai alla recensione »