Titolo originale | La marche de l'empereur - L'appel de l'Antarctique |
Titolo internazionale | March of the Penguins 2: The Next Step |
Anno | 2017 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Francia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Luc Jacquet |
Attori | Lambert Wilson, Pif, Thomas Acda, Morgan Freeman, Sofie Gråbøl Heikki Kinnunen, Rolf Lassgård, Zoltan Ratoti, Eduardo Rêgo, Dionysis Savvopoulos, Dennis Storhøi, Udo Wachtveitl. |
Uscita | giovedì 23 febbraio 2017 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 novembre 2017
Un pinguino sta per partire per seguire la misteriosa chiamata che costringe ogni suo simile, all'arrivo dell'inverno, a muoversi verso una destinazione sconosciuta. In Italia al Box Office La marcia dei pinguini - Il richiamo ha incassato 108 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Un pinguino imperatore, dopo aver covato l'uovo che conteneva suo figlio e aver poi tenuto al caldo il figlio stesso dalla nascita fino al raggiungimento di una dimensione ragguardevole, deve insegnargli a diventare adulto e avviarlo verso il viaggio in direzione del Mare Antartico dove il pulcino dovrà imparare a nuotare e a procurarsi il cibo come ogni altro membro del branco. Questo processo di iniziazione non è privo di incognite o di pericoli, dalle tempeste di neve ai crepacci ai predatori, ma papà pinguino non si ferma davanti a nulla e consegna junior al destino per cui è stato messo al mondo.
12 anni dopo il successo mondiale di La marcia dei pinguini, lo scienziato e documentarista francese Luc Jacquet torna a raccontare i più simpatici abitanti dell'Antartide attraverso un lavoro che ha richiesto mesi di osservazioni e di riprese, sopra e sotto la banchisa ghiacciata.
Il risultato è il resoconto accorato e partecipe della vita di una comunità che commuove per spirito unitario e determinazione ad affrontare insieme ogni impresa, dalle lunghe marce di migliaia di componenti alla formazione a testuggine per fare fronte ai venti gelidi del Polo.
Fin dalla prima scena La marcia dei pinguini - Il richiamo conferma l'enorme capacità pittorica di Jacquet, che non si accontenta di documentare l'esistente ma cerca di dargli un senso estetico profondo, aumentando con ralenti, primissimi piani e riprese mozzafiato il valore cinematografico della storia che racconta. Le immagini sono ben lontane dalla distanza oggettiva di certe (pur bellissime) sequenze del National Geographic perché restano impregnate della forte empatia del regista nei confronti delle creature che ritrae.
Quello che difetta a questo secondo episodio è invece la trama "antropocentrica" superimposta ai pinguini protagonisti, padre madre e figlio, che spiega e giustifica ogni loro comportamento in un'ottica umana che costituisce una forzatura rispetto alla verità della storia. Non giova che il narratore in voce fuori campo questa volta sia Pif e non Fiorello, perché la sua enunciazione piatta corrisponde meno efficacemente al lato buffo dei pinguini e fa sembrare più banali le battute del testo.
Per fortuna le riprese, soprattutto quelle subacquee in cui si mettono a buon uso nuove cineprese e droni di ultima generazione, sono da capogiro, e i pinguini restano per natura immuni a qualunque manipolazione retorica: teneri, divertenti, lodevoli nella loro devozione alla famiglia e al gruppo non in quanto imitazioni dell'uomo (che superano ampiamente in altruismo) ma in quanto rappresentanti di una specie animale che non ci stancheremmo mai di osservare.
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Dopo dodici anni Luc Jacquet ritorna sui luoghi già esplorati del primo film: “La marcia dei pinguini”. Come nella prima pellicola (Oscar come miglior documentario e alti incassi), il regista riutilizza le stesse formule: lunghi appostamenti e pedinamenti dei pinguini, senza rompere la naturalezza della loro vita; umanizzazione degli animali e antropomorfismo vocale; coinvolgimento emozionale; divulgazione [...] Vai alla recensione »
Dopo dodici anni Luc Jacquet ritorna sui luoghi già esplorati del primo film: “La marcia dei pinguini”. Come nella prima pellicola (Oscar come miglior documentario e alti incassi), il regista riutilizza le stesse formule: lunghi appostamenti e pedinamenti dei pinguini, senza rompere la naturalezza della loro vita; umanizzazione degli animali e antropomorfismo vocale; coinvolgimento emozionale; divulgazione [...] Vai alla recensione »
Con 127 milioni di dollari incassati in tutto il mondo e un Oscar vinto, quasi scontato confezionare un altro film con protagonisti i pinguini imperatore. Rispetto al 2005, poi, le possibilità tecniche sono cresciute e le riprese migliorate (meravigliose quelle nelle acque dell'Antartide). Il sequel ripropone alcuni aspetti della vita di questi simpatici animali, rispondendo anche a domande rimaste [...] Vai alla recensione »
Marciare, il loro destino. Magari durasse "solo" quei 12 anni che separano il primo glorioso film di Jacquet a questo secondo capitolo sui simpatici uccelli dell'Antartide, a tutti noti come i Pinguini imperatore. Super premiato, persino con l'Oscar, la Marcia dei Pinguini emozionò il mondo intero: una vera e propria epopea di resistenza estrema, costata anni di lavoro per troupe e produzioni.