Titolo originale | American Anarchist |
Anno | 2016 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Charlie Siskel |
Attori | William Powell (II), Charlie Siskel, Ochan Kusuma-Powell, Jeff Nightbyrd, Gavrilo Princip Joan Rivers, Lyle Stuart. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 4 settembre 2016
Il nuovo documentario del regista di Alla ricerca di Vivian Maier.
CONSIGLIATO SÌ
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William Powell nel 1971 ha scritto e pubblicato "The Anarchist Cookbook", un libro contenente idee e pensieri anarchici sulla necessità della guerra contro lo stato, e un lungo elenco di istruzioni per costruire armi in casa. Come modificare fucili, realizzare esplosivi, progettare detonatori e via dicendo. Il libro fu uno scandalo e un successo immediato. Dal momento della sua pubblicazione è stato trovato negli appartamenti di tutti i responsabili dei principali attentati o anche semplici atti di violenza di massa degli Stati Uniti. Oggi il suo autore è un uomo che rinnega quanto ha fatto ma non riesce a scappare dal senso di responsabilità.
Non stupisce affatto che Charlie Siskel, regista di American Anarchist, sia un esordiente sul grande schermo con una lunga carriera da produttore per la televisione. Questo documentario fondato su una lunga intervista e molte informazioni, una grande ricerca d'archivio e un'ottima preparazione, soffre tantissimo se proiettato in una sala. Con il cinema infatti American Anarchist ha pochissimo a che vedere. Ed è un peccato perché non solo la sua storia è una di quelle cruciali per la comprensione del mondo moderno, ma l'incontro con William Powell è condotto magistralmente, lasciando emergere una personalità non semplice.
Più assimilabile ad un ottimo special televisivo, American Anarchist è un documentario che non ha la minima idea di come usare le immagini o il montaggio se non per rendere più comprensibile il contenuto, non sa cioè arricchire il senso ultimo di ciò che racconta tramite la giustapposizione delle proprie immagini.
Tutta la tensione che si scatena tra la voce che intervista e l'intervistato, in palese difficoltà di fronte al proprio atteggiamento ambiguo, tra il desiderio di non sentire più la storia di come il suo libro abbia creato danni e l'istinto di occuparsene per cercare di fermarne la pubblicazione, non sfocia mai in nulla e il documentario in più punti sembra arenarsi, al contrario della curiosità dello spettatore.
Nonostante Siskel abbia la competenza, la preparazione e la bravura per condurre un'intervista dura, che non attacca il suo soggetto ma lo stesso fa di tutto per cercare di scoprire la sua reale disposizione d'animo verso il proprio passato, poi non sembra essere in grado di raccontare questo con le immagini, ma si limita ad usare la parola. Accade così che alcuni dei temi che sottendono questa storia incredibile non riescano mai a prendere vera forma.
Il diritto alla libertà d'espressione che spesso internet mette in crisi, questo libro lo questionava già negli anni '70. La differenza tra rimorso e rimpianto che menziona lo stesso Powell, ma anche solo la più semplice questione del senso di responsabilità dell'autore di un simile manuale rispetto a stragi perpetrate da chi su quel testo si è informato purtroppo sono tutte questioni che American Anarchist lascia appese e invece appaiono come il cuore di ciò che avrebbe dovuto affrontare.