Titolo originale | Eshtebak |
Anno | 2016 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Egitto, Francia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Mohamed Diab |
Attori | Nelly Karim, Hani Adel, Ahmad Abdulhamid Hifni, El Sebaii Mohamed, Ahmed Dash May Elghety, Nilli Karim, Muhammad El-Sebai, Muhammad El-Suwisi, Mahmood Fares, Walid Abdulghani, Attef Ammar, Tarek Abdel Aziz, Husni Sheta, Ahmed Malek, Mohamed Abdel Azim, Gamil Barsoom, Khaled Kamal, Muhammad Tareq, Muhammad Gamal Qalbaz, Ashraf Hamdi, Amr Elqady, Mahmoud Gomaa, Muhammad Salah, Mohamed Alaa, Mohamed Abu Elsoa'ud, Ahmed El Turky, Mohamed Radwan, Muhammad Adel, Fares Bakr, Ali El-Tayyeb, Mohamed Farouk, Ahmed Hagag, Walid Mahmoud, Abdelrahman Yasser. |
Distribuzione | Academy Two |
MYmonetro | 2,51 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 novembre 2016
In un furgone della polizia si confrontano attivisti pro e contro la Fratellanza Musulmana, subito dopo le dimostrazioni avvenute in seguito all'espulsione di un membro dalla Fratellanza Musulmana il 3 luglio 2013.
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CONSIGLIATO NÌ
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Un giornalista egiziano-americano e il suo fotografo vengono arrestati per sbaglio nella confusione creatasi al Cairo tra manifestanti dei Fratelli Musulmani e della fazione fedele all’esercito golpista. In breve tempo nello stesso cellulare della polizia si ritroveranno amici, parenti e nemici mortali.
La camionetta della polizia come luogo “privilegiato” da cui osservare gli avvenimenti che devastano l’Egitto in seguito al colpo di stato dell’esercito. Mohamed Diab sfrutta tutte le tecniche possibili messe a disposizione da un bagaglio classico - la porta che separa il furgone-prigione dal mondo impazzito, l’assedio, i piani ravvicinati degli interni contrapposti a quelli lunghissimi degli esterni - e le unisce a espedienti contemporanei - i cellulari, le riprese video e la socialità della rete, ancorché remota - per raccontare nel(l’unico?) modo in cui è possibile farlo un conflitto difficile da spiegare al mondo.
Proprio sulla confusione tra i ruoli e l’impossibilità di stabilire con certezza l’appartenenza all’uno o all’altro schieramento si basano molte delle sequenze chiave del film di Diab. Clash non mostra mai momenti di cinema audace o sperimentale, niente che porti a riflessioni complesse post-visione. Preferisce intrattenere e, quando è necessario, “colpire” per rendere il mondo edotto su quel che è successo, succede e succederà nella terra delle Piramidi. Senza indugiare sulle efferatezze, ma facendo percepire la costante presenza della morte, seppur fuoricampo. Tuttavia quando il regista si avventura in qualche simbolismo - la metafora del tris senza vincitori né vinti, ad esempio - la fragilità del suo linguaggio emerge con disarmante evidenza.
CLASH disponibile in DVD o BluRay |
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"Clash" è una bella sorpresa, finalmente un film dove poter capire qualcosa della rivoluzione e contro-rivoluzione avvenute in Egitto negli ultimi anni. Per farlo, la regìa non ci manda in giro per il Cairo, ma con un espediente costringe i sostenitori delle due parti principali (fratelli musulmani ed egiziani "laici") a ritrovarsi pigiati in un cassone per [...] Vai alla recensione »
Il fatto che nn si misuri con linguaggio sperimentale, non vuol dire molto a mio parere, né può essere considerato un limite. Il film ha saputo condensare all'interno di un camion, una pluralità di voci difficilmente indescrivibili in altri contesti. La sceneggiatura è la sua forza, e in questo e nel raccontare crudamente la situazione, Il regista ricorda il miglior neorealismo italiano e il grande [...] Vai alla recensione »