Titolo originale | Tor dei gui mou yan |
Anno | 2015 |
Genere | Horror, Thriller |
Produzione | Hong Kong |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Nick Cheung |
Attori | Nick Cheung, Amber Kuo, Louis Cheung, Sisley Choi, Angie Cheung Jacky Cheung, Philip Keung, Elena Kong, Kar Yan Lam, Wai-keung Lau, Lawrence Ng, Olivia Yan, Shawn Yue, Sam Ip, Jordan Seung-Yuen Lee, Carmen Soup, Yu-Hong Wang, Chun-Fung Wong. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 aprile 2016
Dalla perdita della madre a Fatt compare il potere, difficile da gestire, di poter rimanere in contatto con i fantasmi.
CONSIGLIATO NÌ
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Niente sconvolge e condiziona la vita da adulti come un forte trauma in età infantile. Lo sa bene Fatt, che di cose strane a causa della depressione e della morte della madre ne fa parecchie, come il mestiere dell'esorcista, il consulente per fantasmi e il cliente della solita insignificante tavola calda. In una Hong Kong dove fa buio anche quando è giorno, Fatt cammina deciso, con lo sguardo dritto e concentrato di un falco: solo lui può salutare un fantasma triste appoggiato al muro o ammirare un piccolo spirito che si fa beffe di un poliziotto intento a multare, un superpotere che gli garantisce un certo rispetto anche da parte dei criminali più temuti. In generale non ha amici in carne e ossa, "perché le relazioni umane sono complicate". Gli si avvicina però la giornalista Fong Zi-ling: un contatto che, inizialmente propenso a trascurare, Fatt è costretto presto a rivalutare per un caso speciale, "una questione di vita o di morte". Un fantasma maligno, altissimo e spaventoso, ha un conto in sospeso con l'uomo che ha causato la morte sua, della moglie e della figlia e cerca un esorcista che lo aiuti ad attuare la sua vendetta: chi non ci sta viene fatto fuori. Fatt ha così poche ore per risolvere la situazione e dare una risposta al grande interrogativo del film, piuttosto sottile se lo si legge sotto la superficie: vale la pena una vita mediocre in terra quando è con i propri fantasmi che le cose vanno alla grande?
L'aspetto più salvabile di Keeper of Darkness che, presentato come un thriller-horror, offre in realtà ben poca suspense, è sicuramente lo strambo protagonista, interpretato da Nick Cheung, cinese di 48 anni che firma anche la regia.
Fatt ha spessore: professionale e giocoso allo stesso tempo, sfrutta la sua abilità fuori dal comune con tutte le cautele del caso e un'ironia prudente, ma mai scontata: affronta il lavoro con impegno e sincero coinvolgimento, credibile anche nelle situazioni in cui il rischio di destare ilarità anziché terrore è tangibile, come al momento di gettare due galline e un petardo gigante in una stanza per domare lo spirito che lo tormenta. Con le sue battute impassibili e le reazioni sempre controllate, Fatt ha l'aria del vero maestro, distinguendosi fra tutti gli umani che di fronte a un fantasma strillano a perdifiato cercando la via d'uscita più vicina. Il film regge, almeno fino a un certo punto, anche la prova dei sentimenti: il rapporto con Cherr, spirito di una graziosa e giovane donna che veglia su Fatt fin da quando era bambino, si gioca su una quotidianità condita di piccoli scherzi e una tenera complicità, prima di terminare in banali scene da melò in bianco e nero, ridicole più che sopportabilmente romantiche.
Questa scelta, insieme ad altre divagazioni poco contestualizzate, conferisce al film una certa incoerenza: amore e morte trovano in Keeper of Darkness un mix improbabile, malriuscito e appesantito da un'estetica altrettanto disordinata. I fantasmi appaiono come versioni imbruttite, troppo finte per gli interventi in computer graphics, dei corrispettivi umani e sempre sospesi tra cartoon, fumetti ed effetto "trasparenza" in vecchio stile. La fotografia offre in poche occasioni scene significative: apprezzabile è il calore trasmesso dalla figura di Fatt - la cui acconciatura tra il biondo e il bianco spicca su tutte le scenografie -, dalla sua casa e da alcuni personaggi che gli girano intorno.
Per il resto il film vuole convincere strizzando l'occhio al gotico, ma attingere ai soliti colori cupi e desaturati è una scelta troppo debole, così come pensare di stupire raccontando che dagli esorcismi di Fatt nascono seguitissimi video virali: delle stranezze che circolano online abbiamo tutti esperienza, diretta nel migliore dei casi, trasmessa dai telegiornali nel peggiore. Dal cinema è possibile, se non doveroso, aspettarsi qualcosa di più.