Titolo originale | Suspiria |
Anno | 2018 |
Genere | Horror, |
Produzione | USA, Italia |
Durata | 152 minuti |
Regia di | Luca Guadagnino |
Attori | Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Lutz Ebersdorf, Jessica Harper Chloë Grace Moretz, Sylvie Testud, Angela Winkler, Malgorzata Bela, Ingrid Caven, Doris Hick, Vanda Capriolo, Alek Wek, Jessica Batut, Elena Fokina, Clémentine Houdart, Fabrizia Sacchi, Brigitte Cuvelier, Renée Soutendijk, Christine Leboutte, Vincenza Modica, Marjolaine Uscotti, Charo Calvo, Sharon Campbell, Elfriede Hock, Iaia Ferri, Gala Moody, Sara Sguotti, Olivia Ancona, Anne-Lise Brevers, Halla Thordardottir, Stephanie McMann, Majon Van der Schot, Maria Bregianni, Josepha Madoki, Navala 'Niko' Chaudhari, Karina El Amrani, Mikael Olsson, Fred Kelemen, Greta Bohacek, Joel-Dennis Bienstock. |
Uscita | martedì 1 gennaio 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Videa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,16 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 15 gennaio 2019
In una prestigiosa scuola di danza di Berlino arriva una giovane americana, Susie Bannion, per un'audizione. Il legame con la coreografa della scuola diventa sempre più stretto e va al di là della danza. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 6 candidature a David di Donatello, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a Spirit Awards, In Italia al Box Office Suspiria ha incassato 1,1 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La giovane danzatrice americana Susie Bannion arriva nel 1977 a Berlino per un'audizione presso la compagnia di danza Helena Markos nota in tutto il mondo. Riesce così ad attrarre l'attenzione della famosa coreografa Madame Blanc grazie al suo talento. Quando conquista il ruolo di prima ballerina Olga, che lo era stata fino a quel momento, accusa le dirigenti di essere delle streghe. Man mano che le prove si intensificano per l'avvicinarsi della rappresentazione, Susie e Madame Blanc sviluppano un legame sempre più stretto che va al di là della danza. Nel frattempo un anziano psicoterapeuta cerca di scoprire i lati oscuri della compagnia.
Luca Guadagnino è stato affascinato dal film di Dario Argento fin da quando all'età dei 10 anni ne vide il manifesto. Divenuto regista aveva accarezzato da tempo l'idea di avvicinarsi a quello che è ormai divenuto un classico per rendergli omaggio.
Ovviamente non poteva essere nelle sue corde realizzare un semplice remake e infatti ha ragione Tilda Swinton quando afferma che questo film è di fatto una cover che, come tutti sanno, in ambito musicale non necessariamente riprende i suoni e, ancor di più, il testo dell'originale. Infatti Guadagnino si allontana il più possibile se non dagli elementi base del plot sicuramente dallo stile visivo e anche dalle modalità di messa in scena dell'originale.
Argento caricava l'azione di tensione sin dalla prima sequenza dell'arrivo in aeroporto per poi trasferirci nella scuola di danza di Friburgo immergendoci in spazi che sollecitavano una lettura onirica di quanto accadeva e in cui il sangue era rosso acceso come parte della scenografia. Guadagnino invece, grazie alla felice intuizione di ambientare il suo lavoro nel 1977, anno in cui uscì il film argentiano, sposta l'azione a Berlino e colloca la scuola di danza nella zona occidentale ma esattamente dinanzi a un tratto di muro. Questo gli consente di tentare un'operazione che può sorprendere positivamente ma anche sconcertare.
Susie Bannion arriva nella scuola mentre in Germania la Rote Armee Fraktion sta seminando morte e offrendo alle autorità l'occasione per una stretta tendente all'autoritario. Si sviluppa così un parallelo tra quanto accade all'interno della Compagnia e quanto e sta avvenendo nel mondo esterno con il quale fa da trait d'union la figura dello psicoterapeuta che consente un'ulteriore riflessione sul passato (allora decisamente recente) della Germania.
"Una madre può sostituire tante persone ma non può essere sostituita". Guadagnino utilizza questa frase, che si legge su uno di quei teli ricamati a mano che si trovavano incorniciati nelle case del passato, come epigrafe di un film diviso in sei parti e in un epilogo. Si libera così dalle convenzioni dell'horror per aprire il suo Suspiria a una lettura che immerge il plot in una riflessione sulle Madri Patrie e sui crimini che in loro nome o contro di esse si possono commettere.
Una profonda differenza rispetto all'originale è data dal fatto che in breve tempo ci viene rivelata la vera natura delle responsabili della Compagnia ma proprio per questo diventa superfluo costruire scene ad effetto favorendo invece un progress verso la disgregazione dei corpi ma anche verso il rischio del troppo facile oblio degli orrori che permea questi nostri tempi. Ai quali questo film non dimentica di fare riferimento.
Ci sono film particolarmente riusciti per i quali sembra difficile pensare a un remake proprio perché rappresentano in se stessi qualcosa di paradigmatico. Suspiria è di certo tra questi. Non si tratta di Quarto potere, intendiamoci (ecco davvero un film che nessuno ha mai avuto nemmeno il coraggio di pensare di poter rifare), ma nel suo ambito è un film che rappresenta un apice: sicuramente l'apice di un autore importante come Dario Argento che ha dato molto al cinema, soprattutto, ma non solo, in termini di personalità e originalità. A volte è già capitato che si siano rifatti film di notevole spessore e fascino, magari perché si riteneva che i progressi negli effetti speciali avrebbero consentito di realizzare in modo più credibile il loro immaginario. King Kong è uno di questi. Ma pur con l'innegabile apporto di effetti speciali più perfezionati (almeno per quanto riguarda il secondo remake, quello di Peter Jackson), c'è qualcuno che pensa davvero che i due remake americani (lasciamo perdere quelli giapponesi, che sono altra cosa) siano migliori del prototipo del 1933? Non credo.
Suspiria, tra l'altro, non ha nemmeno questa motivazione dato che, per quel che serviva al film, gli effetti speciali del tempo erano già perfetti. Per non parlare della messa in scena e dei colori, così particolari da essere difficilmente ripetibili.
Si può quindi rifare Suspiria migliorandolo? Difficile. Credo però che si possa fare in modo diverso e questo potrebbe riservare belle sorprese. Anche perché Luca Guadagnino non è certo un regista di horror e quindi potrebbe affrontare il genere con un approccio diverso, libero da condizionamenti e da memorie pregresse. Di remake di film ottimi che hanno saputo trovare - in modo altrettanto ottimo - strade diverse ce ne sono stati. Per tutti vale l'esempio di La cosa di John Carpenter che è il rifacimento di un classico della fantascienza anni '50, La cosa da un altro mondo di Christian Nyby (con la produzione - e anche qualcosa di più - del grande Howard Hawks), ma è anche e soprattutto un film valido e innovativo in se stesso, che del film originario prende solo lo spunto per rielaborarlo in modo del tutto autonomo.
La filmografia di Guadagnino può far ben sperare, sotto questo profilo. Il genere, come detto, non l'ha mai frequentato, ma ha dimostrato, con opere diverse e spesso brillanti, una sensibilità e una personalità di autore che di certo gli consentiranno di evitare una trasposizione gregaria degli spunti e degli stilemi argentiani. Se ha accettato di fare questo film è evidentemente perché ha una sua idea di come ripresentare storia e situazioni in modo personale e diverso.
L'idea di realizzare un remake del capolavoro argentiano nasce, in ogni caso, da molto lontano e per anni è rimasta in un limbo produttivo che a un certo punto sembrava senza sbocchi tra nomi che si rincorrevano e venivano sostituiti da altri senza apparente soluzione di continuità. Poi a un certo punto le cose si sono stabilizzate e la fase produttiva è entrata a regime con Guadagnino - che prima doveva essere solo produttore - nella cabina di regia.
Per quel che se ne sa, anche questa volta teatro della vicenda è una prestigiosa scuola di ballo berlinese nella quale arriva una giovane americana per frequentare i corsi. La ragazza comincia con le migliori intenzioni con l'intenzione di apprendere i segreti della danza, ma un po' alla volta, grazie anche all'amicizia di un'altra studentessa, si rende conto che il luogo, di segreti, ne custodisce ben altri e ben più terribili.
La sceneggiatura è di David Kajganich che in campo horror - a parte il prossimo remake di Pet Sematary di cui è in predicato di scrivere la sceneggiatura - si era fatto notare per un piccolo horror, Town Creek, diretto con perizia da Joel Schumacher: niente di eccezionale, nemmeno dal punto di vista narrativo, ma un solido esempio di film di genere dalla buona resa spettacolare. Prima ancora aveva scritto Invasion, ennesimo remake de L'invasione degli ultracorpi, non particolarmente riuscito, nonostante la presenza di Nicole Kidman, ma se non altro testimonianza di una certa familiarità con la rielaborazione di materiali altrui.
Interessante è il cast capitanato da due attrici giovani e brave come Dakota Johnson, resa celebre soprattutto (ma non solo) dai film della serie delle Cinquanta sfumature e Chloë Grace Moretz che nel campo dell'horror si era fatta notare qualche anno fa in Blood Story (a sua volta il remake di un ottimo horror svedese, Lasciami entrare) e in Lo sguardo di Satana - Carrie (anche questo remake del famoso film di Brian De Palma), ma che è al di là di questo una delle attrici emergenti più interessanti. Il premio Oscar Tilda Swinton è il nome di maggior prestigio: già presente in diverse opere precedenti di Guadagnino (A Bigger Splash, Io sono l'amore, The Protagonists), torna a collaborare con lui dando il suo algido fascino e la sua indubbia classe al film. Ma anche nei ruoli di supporto non mancano nomi interessanti, primo fra tutti quello proprio di Jessica Harper, la protagonista del film di Argento che torna a sancire con la sua presenza una sorta di continuità con l'opera precedente. Renée Soutendijk è stata protagonista di uno dei film più controversi e interessanti del primo Paul Verhoeven (Il quarto uomo), mentre Ingrid Caven è stata nel cast di diversi film di Fassbinder (oltre che del notevole e cupissimo La tenerezza del lupo di Ulli Lommel) e Angela Winkler ha percorso con profitto le strade di quello che al tempo veniva chiamato il nuovo cinema tedesco (la si ricorda tra l'altro ne Il caso Katharina Blum e in Scene di caccia in bassa Baviera). Insomma, un cast promettente e di sicuro rilievo, così come lo era, con composizione del tutto diversa, quello del film di Argento.
L'importanza di Suspiria e la sua peculiarità nel contesto del genere horror, comunque, non sta tanto nella storia che racconta - una sorta di rivisitazione in chiave macabra dell'immaginario fiabesco - quanto nel modo in cui la racconta. La fluidità e l'inventiva della regia di Argento, il particolare uso del colore che recupera e aggiorna in modo mirabile e personale la lezione di Mario Bava, l'ambientazione perfetta e ricca di fascino inquietante grazie anche alla fotografia di Luciano Tovoli: sono queste caratteristiche specifiche e non replicabili che, assieme ad altre (non ultima la perfetta interpretazione di un cast ispirato, capitanato, come già ricordato, da una Jessica Harper imprescindibile nel ruolo della classica ingenua capitata nel posto sbagliato), hanno fatto di Suspiria il film che è. Una cosa però è certa, per fortuna: in ogni caso, bello o brutto che risulti essere, il nuovo Suspiria non va a sostituire il precedente, ma si aggiungerà a esso. Se saprà trovare il suo posto nel pantheon cinematografico o se finirà nel cosiddetto dimenticatoio assieme, per fare solo un nome, all'inutile remake di Psycho firmato da Gus Van Sant, lo sapremo presto.
Premetto che Suspiria di Argento per me resta un capolavoro assoluto del genere horror, ma questa rielaborazione di Guadagnino del medesimo film, è un'opera che mi ha davvero entusiasmato e stupito. Non è un remake, il regista mantiene la struttura originale, ma rielabora completamente il film, cambiandolo sotto tutti gli aspetti. Il film riesce in modo impeccabile ad essere completamente [...] Vai alla recensione »
Complimenti al regista Luca Guadagnino per aver riletto un classico dell'horror degli anni '70 riuscendo ad integrare il film originale grazie ad una serie di dettagli e novità narrative che evidenziano ottime attitudini creative a livello di scrittura da parte di questo autore. Questo film lo si può definire remake solo per la presenza di alcuni elementi principali, presenti [...] Vai alla recensione »
Nel film di Guadagnino le streghe hanno il potere di cancellare la memoria di coloro i quali hanno visto o sentito troppo, diventando pericolosi per la prosecuzione dell'attivita' della congrega. Di conseguenza viene meno uno dei piu' tradizionali moventi per uccidere qualcuno, il farlo tacere per impedirgli di rivelare una verita' scomoda.
Potrà sembrare provocatorio, ma è più completo, meglio raccontato e molto meglio recitato rispetto all'originale. Il brodo viene allungato: tra i due film vi è circa un'ora di differenza. Con l'andar del tempo ci si accorge che non si tratta di un semplice remake, ma di un film nuovo che prende solo spunto dal cult di Dario Argento.
Ottima rilettura di una grande classico della filmografia di genere italiana, discostandosi il più possibile da Argento ma mantenedo l'idea di fondo della trama. Guadagnino si conferma un regista completo, che sa alternare sapientemente il ritmo di questo film per i suoi 150 minuti. I balletti e le coreografie sono fantastiche, sullo sfondo di una lugubre e "diroccata" Berlino. [...] Vai alla recensione »
Era chiaro che non potesse essere un remake, ma anche la storia dell’ “omaggio alla potente emozione che ho provato quando ho visto per la prima volta il film originale” sapeva più di vaga paraculata. In teoria, Guadagnino sembrerebbe aver “brandizzato” un cult che, in tutta la sua semplicità e semplicioneria, ero tra i tanti ad aver amato incondizionatamente [...] Vai alla recensione »
Guadagnino prova il tentativo di una via personale all'horror e lo fa con la consueta maestria. Per 3/4 del film, a parte qualche scricchiolio, l'impresa sembra riuscire. Purtroppo nel finale e proprio nella scena clou, il film crolla clamorosamente e l'autore sembra perdere completamente il controllo estetico dell'opera tanto da sembrare realizzato da un regista diverso.
Questo remake della "Suspiria" di Dario Argento del 1977 è un tentativo molto ambizioso di aggiornare la mitologia argentiana delle Tre Madri. Il film, lungo due ore e mezzo e diviso in 6 atti e 1 epilogo, lascia interdetto lo spettatore perché non è affatto un semplice remake di un horror italiano degli anni Settanta, ma una vera e propria riscrittura molto personale. [...] Vai alla recensione »
Omaggio/rivisitazione di Dario Argento? Per favore. Prima di propinarvi anche i miei conati ermeneutici, segnalo la sonnolenza degli spettatori in sala e il luccichio dei WhatsApp di tanti che pensavano d'impiegare meglio il tempo. Il punto è questo: Guadagnino ha peccato di superbia e, quel che è più grave, ha mancato di rispetto allo spettatore dilungandosi e appesantendolo [...] Vai alla recensione »
Il film " Suspiria" di Luca Guadagnino è un'opera originale e profonda, ricca di ipotesi interpretative aperte e suggestive. Solo la struttura di sfondo è un richiamo al film di Dario Argento. Ma poi il film si snoda in modo autonomo e coinvolge invitando lo spettatore a varie riflessioni. Qual'è la natura del male? E' visibile o nascosta? Il muro di Berlino [...] Vai alla recensione »
Avete voglia di vedere un Horror di quelli fatti bene, pieni di jumpscares ed esseri mostruosi dall'inizio alla fine,magari con qualche suora assassina morta in circostanze misteriose? Bene,avete scelto il film sbagliato. Suspiria non è un remake,non si capisce perché allora lo si dovrebbe considerare un horror come l'originale (a sua volta,fra l'altro, ispirato ad un'opera [...] Vai alla recensione »
Chiariamo subito una cosa: il film di Guadagnino non è fatto male.Ottima ambientazione e fotografia,buona regia e interpreti.Come remake abbiamo visto nel tempo veri e propri stupri,e suspiria non ne fa parte.Allora perché dare un giudizio deludente? Perché se vado al cinema a vedere un film horror voglio un horror,e questo Suspiria benché possa in alcuni momenti ricordarlo,non [...] Vai alla recensione »
Luca Guadagnino ambienta la storia della Mater Suspiriorum, tratta da un’opera di Dario Argento del 1977, nella Germania dell’Ovest del 1977 riproducendo le atmosfere fosche degli anni di piombo a Berlino ai tempi delle azioni terroristiche della banda Baader-Meinhof. Con un attrice come Tilda Swinton, la strega bianca delle “Cronache di Narnia”, ed un’ottima scenografia [...] Vai alla recensione »
Luca Guadagnino torna al cinema, dopo CHIAMAMI COL TUO NOME, con SUSPIRIA remake del classico di Dario Argento del 1977. Il regista italiano prende il film originale e ne fa qualcosa di estremamente innovativo e personale modificando profondamente la storia che ha in comune soltanto l'idea di fondo di una ragazza americana che arriva in Germania (Berlino in questo e Friburgo nell'originale) [...] Vai alla recensione »
#Venezia75 #SUSPIRIA - Concorso. Reduce dai trionfi critici di Call me by your name, Guadagnino continua a puntare in alto (e a rischiare grosso) con il remake del capolavoro di Argento. E realizza una sorta di versione alternativa degli incubi politici di un'era buia (il terrorismo della Raf) come se fosse un horror diretto da Fassbinder. Evita il liberty dei cromatismi di Luciano Tovoli e immerge [...] Vai alla recensione »
Un film ambiziosissimo in cui attraversiamo l’orrore alla ricerca di una verità segreta. Un’esperienza indimenticabile. C’è un affastellarsi di temi estranei al testo originale: le rivolte femministe, lo spettro della Guerra Fredda, il Muro, l’isteria del Controllo, il Terrorismo, la Banalità del Male e gli insistiti rimandi al Terzo Reich, con la vicenda [...] Vai alla recensione »
Non c’è modo migliore di iniziare il nuovo anno se non andando al cinema. Questa prima fila è spettata all’ultimo figlio di Luca Guadagnino, che due anni fa ci aveva affascinato con Call Me by Your Name, e quest’inverno ci suggestiona omaggiando il Maestro con la sua visione orrorifica di Suspiria. La storia della setta della mater suspiriorum si distacca dal [...] Vai alla recensione »
Definito da Guadagnino non un remake ma un omaggio alle emozioni che ha provato quando l'ha visto,ma questo è molto differente da quello di Dario Argento. Ma veniamo al commento tecnico,fotografia straordinaria si vede proprio che è un film degli anni 70,inquadrature tipiche di quegli anni, stacchi veloci e soprattutto infrange molto spesso la regola dei 180°,infatti stiamo in [...] Vai alla recensione »
In una intervista il regista Luca Guadagnino ha dichiarato di aver amato tantissimo il "Suspiria" originale di Dario Argento. Ci si chiede allora perché nel farne il remake (o omaggio come preferisce chiamarlo lui) si sia dato tanto da fare nell'allontanarsi il più possibile dal film originale. Capisco il non voler cadere nella trappola del "remake fotocopia" ma [...] Vai alla recensione »
Non avrò bisogno di frasi ad effetto, o di sciorinare vocaboli forbiti , per sottolineare la valenza delle mie parole. Suspiria di Argento (1977) è stato ed e' tutt'oggi un capolavoro. Il film di Guadagnino ne ruba il titolo ed alcuni frammenti di storia, ma non ci sono SOSPIRI, ATMOSFERE SOSPESE ,SUSPANCE OMICIDI EFFERATI che sono i leit motiv del film originale.
Film sopravvalutato e noioso, sembrava che neanche i registi sapessero cosa stessero facendo, la parte storica completamente scollegata con la trama e rende il film solo più lungo e pensante per chi lo guarda, alcune scene inutili ed eliminabili, sconsiglio di andarlo a vedere al cinema perché ci si potrebbe addormentare sulla poltrona
Uno dei più brutti film che abbia mai visto nella mia vita. Di Suspiria di Dario Argento c'è solo il titolo. La scuola di danza è diventata un "vecchio edificio", le allieve sono ragazze "dentro", perché sembra abbiano l'età di mia zia, il pathos non esiste come anche la tensione. Film inguardabile!!!
Partiamo dalle intenzioni: cosa voleva comunicare questo film? La dicotomia madre- matrigna? Se era questa l'intenzione è stato fatto tutto molto male.La regia: meno male che è un premio Oscar. Non sono un critico ma a parte qualche bella scena, quelle soprattutto dei balletti, il film mi è apparso lento e non rispettoso dei tempi, tanto da umiliare alcuni colpi di scena per niente riusciuti e il giusto [...] Vai alla recensione »
Premesso che il vecchio Suspiria non me lo ricordo, ero un ragazzo, ma questo proprio non mi piace. Ho retto a fatica 1 ore, poi ho spento.
il tentativo di contestualizzare storicamente una vicenda horror/oltretomba tra lager nazisti e terrorismo contemporaneo finisce nel nulla. Ballerine brave e ben fatte sostengono la visione che anche dal punto di vista della suspance non ha proprio niente da dire. Più simile a una pornografia vintage censurata che altro
Comunque sono sicuro che una riproduzione più rinnovata del film può essere una cosa buona, lo aspetto al cinema, anche se le generazioni future non sapranno mai di Dario come regista di Suspiria, ma conosceranno Suspiria come un film di David Gordon Green.
Francamente non capisco cosa centrino richiami sessuali con l'horror Non capisco che caspita ci azzeccano gli zombie con suspiria Non afferro il significato di collegare insistentemente una trama horror con avvenimenti storici realmente accuditi Non comprendo come si possa accompagnare la scena finale, dove la madre delle streghe viene uccisa, e dove si balla in mezzo agli spruzzi [...] Vai alla recensione »
Sono un appassionato del genere horror, e devo dire che non ho mai visto un film peggiore di questo. Lo sconsiglio assolutamente.
PERONALMENTE SONO RIMASTO AFFASCINATO ALLA VISIONE DI QUESTO FILM, TUTTAVIA RESTA, SECONDO ME UN FILM TROPPO AMBIZIOSO (NON PER LE ABILITA' DEGLI ATTORI, DEL REGISTA O DI SCENEGGIATURA E MUSICHE) SEMPLICEMENTE TROPPO AMBIZIOSO PER LE MENTI DI UN PUBBLICO CHE E' ABITUATO A GODERSI I SOLITI CINE-PANETTONI O LE "AMERICANATE" DI TURNO". DALTRONDE GUADAGNINO PER ME, NON CADE QUASI MAI NEL BANALE E DIMOSTRA [...] Vai alla recensione »
Il nuovo Suspiria è un film sbiadito, somiglia ad una pellicola in bianco e nero. Per esigenze concettuali o intellettuali, il film di Guadagnino ha perso i tratti distintivi che avevano reso l'originale di Argento un opera di puro impatto artistico. I colori, le scenografie, l'architettura e le ambientazioni del "vecchio" Suspiria avevano contribuito all'unicità artistica del film.
Segue le orme dell'originale e crea un'atmosfera tutta sua. Ottima regia di Guadagnino e fantastiche le interpretazioni di Dakota Johnson e Tilda Swinton
Senza capo ne coda.. boh non l’avrò capito io, ma le facce perplesse erano parecchie all’uscita dal cinema.
l'ambientazione, berlino 1977, diventa uno dei personaggi, che dona significato ed estetica a questo reloaded....ma l'equilibrio tra ricerca d'autore sofisticata, con le atmosfere della danza notevoli e tilda swinton in stato di grazia in versione pina bausch, e l'horror omaggio al maestro Argento, s'impastrocchia nel finale..e devo dire che cade nel b movie, con tempi, suggestioni [...] Vai alla recensione »
La durata di un film dovrebbe essere direttamente commisurata alla capacità della vescica umana. Alfred Hitchcock
Il film come ha detto Guadagnino non è un remake ma un omaggio all'emozione che provato quando l'ha visto. Suspiria è molto differente a quello di Dario Argento. Ma veniamo al commento tecnico,fotografia straordinaria sembra proprio un film degli anni 70,inquadrature di quegli anni,stacchi veloci e soprattutto infrange la regola dei 180°,ambientato negli anni 70 siamo in [...] Vai alla recensione »
Partendo dal presupposto che il suspiria di argento è uno dei miei film preferiti, passiamo a quello di guadagnino e.....bho?!? So solo che sono uscito dalla sala frastornato dai suoni, con un Po di nausea e con una inspiegabile ma neanche tanto erezione marmorea. Mi è piaciuto?davvero non so dirlo, forse per capirlo appieno non basta essere un divoratore accanito di cinema, ma bisogna [...] Vai alla recensione »
Pioggia scrosciante, fulmini, una porta che si apre, luci accese che frastagliano la città ed una ballerina, spaesata, catapultata in un luogo buio, dove, dopo qualche minuto, la morte fa il suo ingresso sul palcoscenico: elegante e inesorabile immerge lo spettatore all’interno della rappresentazione estetica dell’oblio. Mai, in un film horror ci fu incipit più diretto e spietato, [...] Vai alla recensione »
Risposta a Paolo Stravalaci ed al suo post: "Ridicolo" Come ti permetti di dirmi cosa devo o non devo dire. Dall'alto della tua presunzione, perché così si chiama, mi dai del pinco pallino qualunque senza conoscermi e dell'italiano medio, offendendo così tutta quella fetta di persone che ogni settimana si riversano nelle sale cinematografiche [...] Vai alla recensione »
io e mia moglie abbaimo un accordo: lei viene al cinema a vedere le mie schifezze( xxx3) e io le sue. a mia moglie sto obrobrio è piaciuto voto 7- io do un 2 perchè non mi pare nemmenop un film ma uno spettacolo teatrale mal fatto. comunque il mondo è bello perchè è vario : io lo sconsiglio sto film ma appunto magari a voi piace.
La vicenda si rifà sicuramente alla sceneggiatura originale ma si evolve in modo decisamente diverso. Posso capire che chi si aspettava di rivedere il Suspiria di Argento sia rimasto deluso, soprattutto in un periodo di remake e Live Action a mio avviso davvero inutili, ma qui si parla di tutt 'altro. Guadagnino ha svoltato verso qualcosa di diverso.
Solo una parola.. noia. Un film lento, per niente fedele all’originale, e non solo visivamente parlando ma anche emotivamente. Un’opportunità giocata male, si sarebbe potuto tirar fuori un capolavoro di film con gli strumenti dei giorni nostri, invece è uscito un film che non lascia nulla allo spettatore. Scene insensate, particolari quasi assenti.
Il film di Argento,indiscutibilmente grandissimo,non mi ha mai preso come altri suoi lavori tipo "Profondo Rosso" o "Tenebre".Quindi ho guardato questo film senza i pregiudizi che moltissimi spettatori hanno avuto.E per quanto mi riguarda l'ho trovato meraviglioso.Innanzitutto i paragoni col prototipo si limitano all'ambientazione nel '77,al fatto che la scuola sia un [...] Vai alla recensione »
Per 2/3 è un ottimo film il terzo finale però è da dimenticare. Cresce troppo in rumorosità (grida mischiate con musica, discorsi e sghignazzate) così che gli ultimi 20 minuti sono una vera tortura e si vorrebbe finisse il prima possibile. Girato e interpretato molto bene ma verso la fine c'è confusione...tanta. Da vedere comunque.
Il male occulto dentro le austere pareti di una sinistra scuola di ballo, un’ambiziosa ragazza che a passi di danza si avvinghia al macabro fascino del maligno. Luca Guadagnino si accosta all’omonimo capolavoro Argentiano e lo include in un angolo di muro berlinese tra pioggia e tumulti politico sociali; un tortuoso viaggio nell’arcana anima femminile dai tratti tanto drammatici quanto [...] Vai alla recensione »
Dimenticate Dario Argento. Il remake di Suspiria è anzitutto un film di Guadagnino, con una sua autonomia, e anzi molto dentro il suo metodo e le sue ossessioni. Il lavoro sul genere horror (quasi completamente negato) è parallelo a quello sul cinema d'autore internazionale in Chiamami col tuo nome. La vicenda rimane quella di una ragazza americana (Dakota Johnson, molto brava) che entra in una scuola [...] Vai alla recensione »
Le tre madri, tenebre, lacrime e sospiri, arrivano immonde alla fine, in un sabba di giovani danzatrici nude e anziane streghe putrescenti da un Trionfo di Bruegel. Qui l'evanescente ballerina dell'accademia, sede di un culto del corpo nel teatro-danza modello Bausch, rivela se stessa... Il più ambizioso e riuscito lavoro del discontinuo far cinema di Guadagnino, montato spesso a colpi di martello [...] Vai alla recensione »
Quanta abilità sprecata, dell'evento annunciato "Suspiria" dimostra di possedere soltanto la smisurata pretensione. Guadagnino, in effetti, ha congegnato tutt'altro che un remake, bensì una sorta di ibrido che si appoggia sulla colonna vertebrale del film-culto di Argento facendo, però, in modo che venga ribaltato il procedimento instaurato dalla giovane critica post sessantotto: succede, cioè, che [...] Vai alla recensione »
Applaudito (ma anche fischiato) alla Mostra del cinema di Venezia 2018, osannato dalla stampa internazionale, è uscito finalmente anche in Italia, e a Piacenza alla multisala Uci, "Suspiria", l'omaggio di Luca Guadagnino a Dario Argento e al suo film del 1977. In una Berlino terrorizzata dalla banda Baader-Meinhof, le ballerine della Markos Dance Academy sono guardate a vista da direttrici e insegnanti, [...] Vai alla recensione »
Le tre madri, tenebre, lacrime e sospiri, arrivano immonde alla fine, in un sabba di giovani danzatrici nude e anziane streghe putrescenti da un Trionfo di Bruegel. Qui la magistrale evanescente ballerina (la Johnson) dell'accademia, rivela se stessa... Il più ambizioso e riuscito lavoro del discontinuo far cinema di Guadagnino, montato spesso a colpi di martello in lugubre realismo, non è né un omaggio [...] Vai alla recensione »
Più che un remake, ha spiegato Tilda Swinton, il film di Luca Guadagnino «Suspiria» è «una "cover version" e come la musica insegna, le "cover" possono avere un sound diverso dall'originale». Di queste nuove sonorità la sua doppia prova è parte integrante. Oltre a recitare nei panni della severa Madame Blanc, Swinton diventa il Dottor Klemperer, psicoterapeuta berlinese 82enne che nelle prime informazioni [...] Vai alla recensione »
Un remake da vedere senza ripensare al film di Dario Argento. Nella Germania, anni '70, una ballerina (Dakota Johnson, troppo impostata) viene accettata dalla Tanz Akademie. Lo spettatore intuisce subito che, dietro l'apparenza, si nasconda un mistero legato alla sparizione delle allieve. Fa paura il film? No, anche se la meravigliosa scena, nella quale gli effetti di un ballo della protagonista ricadono [...] Vai alla recensione »
Divisivo è una parola troppo banale per descrivere l'accoglienza riservata al remake radicale di Suspiria girato da Luca Guadagnino. Potrebbe piacervi o farvi scappare dal cinema - non ci sono vie di mezzo. Innanzitutto, cominciamo con il dire che il capolavoro dell'horror di Dario Argento non aveva nessun bisogno di un remake. L'originale, la storia di un'accademia di danza esclusiva gestita da un [...] Vai alla recensione »
Sei atti e un epilogo. Nella Berlino divisa del 1977. L'anno che è la prima connessione con l'originale di Argento. Poi ancora, il film che ribalta il cinema di Luca Guadagnino. Mai uguale a se stesso e con un'identità sempre più unica. C'è sempre un'accademia di danza. Tra le più prestigiose. Dove arriva un'ambiziosa ballerina statunitense dell'Ohio.
Il cuore con le lettere A e J compare alla fine. Anke. Josef. La registrazione del tempo. L'iscrizione della Storia. Un cuore sopravvissuto. Come sopravvissuto ai rastrellamenti nazisti è il dottor Josef Klemperer, che per tutta la vita insegue le tracce della moglie Anke, scomparsa. E lui infine la rivedrà, la sua Anke, per le vie di Berlino, invecchiata però (forse) ancora viva.
Nella stroncatura del "The New Yorker", Richard Brody parla di «equivalente cinematografico di una t-shirt di Che Guevara creata da un designer». Visto che è antipatico farsi scudo di colleghi stranieri, spieghiamo con parole nostre perché Suspiria ci pare un mezzo disastro. Pur scartando l'irritazione che può procurare un horror che non fa paura - una decostruzione intellettuale dell'horror - ciò [...] Vai alla recensione »
L'idea di rifare Suspiria sembrerebbe una follia. Perché il capolavoro di Dario Argento non è solo ineguagliabile, ma anche inavvicinabile. Nella storia dei remake probabilmente solo Psycho di Gus Van Sant può essere messo accanto a questo in quanto a follia. E infatti Luca Guadagnino ha saggiamente deciso di non provare neanche lontanamente a fare il verso a Dario Argento: sposta l'ambientazione a [...] Vai alla recensione »
Sabba e danza. Sangue e sudore. Dolore e piacere. Bande armate e lezioni di ballo. Luca Guadagnino guarda a Suspiria di Dario Argento tuttavia con una operazione autoriale preferisce decostruire il modello originale per costruire un film assai più vicino a Rainer Werner Fassbinder. E non per la presenza certo non casuale di Angela Winkler e Ingrid Caven, ma per la capacità di scavare fin nell'abisso [...] Vai alla recensione »
Povere streghe. Nella Berlino del 1977 quasi non riescono più a essere cattive. Rinchiuse in una Tanz Academy dai gelidi marmi geometrici, sono stressate in infinite riunioni politiche per scegliere la nuova leader: Elena Markos (un misto ripugnante con corpo da Jabba the Hutt di Guerre Stellari e testa ciondolante da cieca con occhiali da sole stile Ray Charles) o l'austera insegnante di danza Madame [...] Vai alla recensione »
Berlino 1977. La Markos Tanz Company di danza di Madame Blanc (Tilda Swinton, l'icona di Guadagnino qui in un triplice ruolo che non spoileriamo) è l'obiettivo più ambito dalle aspiranti danzatrici, un «metodo» che nella performance rompe radicalmente lo schema del «classico» nella tradizione di un movimento che già agli inizi del 900 ha cominciato a usare il corpo come strumento di deflagrazione della [...] Vai alla recensione »