Anno | 2015 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Patrick Sean O'Brien |
Attori | Patrick O'Brien (III), Michele Dupree, Darin Hallinan, Steve Saling . |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 settembre 2015
Il film è stato girato nel corso di 10 anni, dal momento in cui il regista scoprì di avere la SLA ad oggi.
CONSIGLIATO N.D.
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Patrick O'Brien, aspirante filmmaker, ha trent'anni quando gli viene diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica. Nonostante la minaccia di avere pochi anni di vita davanti, comincia a documentare tutto quello che gli succede a livello corporeo. E dopo dieci anni, il suo primo film è pronto.
Da un lato c'è la Sla, il nemico. Dall'altro, il regista, soggetto e oggetto al contempo. Invece che arretrare o porre distanze, O'Brien sceglie la strada dell'immersione totale senza filtro: mostrandoci in ogni sequenza che egli è arbitrario artefice di quel che vediamo, e armato di uno humour dissacrante e provocatorio, ci mette a nostro agio, nonostante la posizione 'scomoda'. Intanto, come riesce a riadattarsi anche un corpo privato delle sue funzioni principali, il cinema rigenera i suoi meccanismi vitali: il narratore diventa la voce sintetizzata della tecnologia resa celebre da Stephen Hawking, e la cabina di montaggio è manovrata con sistemi di eye-tracking. Dopo Boyhood è banale parlare dell'equazione tra cinema e vita? Per noi mai come in questo caso il calcolo appare perfetto. Il cinema, nel suo farsi, è l'eroe assoluto di Transfatty Lives, contro un mostro di forza micidiale. Ma che come tutte le creature un punto debole lo ha: tant'è che il film c'è, l'impresa è riuscita, O'Brien può gareggiare. Come chiunque altro.
Courtesy of Milano Film Festival