Above and Below

A Las Vegas, sotto i casinò illuminati e gli hotel di lusso, c'è chi vive in rifugi temporanei, case precarie e fortuite costruite nei tunnel per gli scarichi della non-metropoli del divertimento. Nello Utah una donna si prepara a volare sopra la Terra, verso Marte, per una missione senza ritorno. E nel deserto un veterano di guerra si è costruito un bunker per larga dalla società sopra, sotto e dentro.
Above and Below è un'immersione semi-razionale in queste esistenze al limite, un'opera di rovesciamento: il buio rimette in vita chi di giorno si nasconde, le nostre categorie si sgretolano di fronte alla meraviglia della vita che resiste. Non chiamateli homeless, vagabondi o eremiti: Steiner, classe 1984, si immerge nei loro spazi vitali per abbandonare (e farci smarrire) il giudizio. E l'atto di ribaltamento è anche estetico: i trucchi della messinscena teatrale, le magie dell'animazione e le deformazioni temporali del montaggio sfrenato, sperimentati nei suoi precedenti lavori, sono trasferiti nel linguaggio documentaristico in modo creativo (e talvolta, positivamente, ambiguo): verità e costruzione si confondono, la realtà si deforma, diventa un luna park dell'inconscio, dove le esistenze umane ci appaiono biglie impazzite, in corsa senza attrito: un moto libero, pericoloso, bello e luminoso. Più delle insegne a Led dei casino, che viste da sotto, sembrano piccole piccole, condannate a fine certa, smorte.
Courtesy of Milano Film Festival