Anno | 2011 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Clemente Bicocchi |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 10 giugno 2015
A cento anni dalla morte, il presidente della Repubblica del Congo chiede il trasferimento delle spoglie dell'esploratore Pietro Savorgnan di Brazzà in un mausoleo di marmo bianco da erigere nella poverissima Brazzaville.
CONSIGLIATO SÌ
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Pietro Savorgnan di Brazzà (1852-1905) è un esploratore italiano che, alla fine del Diciannovesimo secolo, ha risalito il fiume Congo con una curiosità etnografica molto in anticipo sui tempi. Diversissimo dai pionieri europei che procedevano a suon di cannonate, era ben voluto dalle popolazioni del luogo, al punto da stringere una sincera amicizia con il loro capo spirituale. A cento anni dalla morte, il presidente della Repubblica del Congo chiede il trasferimento delle spoglie dell'esploratore in un mausoleo di marmo bianco da erigere nella poverissima Brazzaville.
Tratto dal libro "Brazza in Congo: A Life and Legacy" di Idanna Pucci, Africa nera marmo bianco è un documentario che si segue, prima, come un film d'avventura, e poi, come un complesso legal thriller. Il linguaggio del cartone animato, quello delle marionette, i filmati d'archivio, le foto d'epoca e l'intervista, portante a livello di racconto, alla stessa Idanna Pucci, discendente dell'esploratore, si mescolano per proporre due storie apparentemente diverse, ma invero intimamente legate.
Clemente Bicocchi focalizza la sua attenzione sulla figura di un uomo dell'Ottocento straordinariamente moderno per poi illuminare quanto il rapporto tra l'Europa e l'Africa sia, a tutt'oggi, minato da spaventosi interessi economici che perpetuano quello sfruttamento contro cui si batteva lo stesso Brazzà. La volontà di denunciare un meccanismo tanto consolidato passa attraverso la presa di posizione di chi, oltre a voler proteggere la memoria storica del proprio avo, intende, prima di tutto, difenderne gli ideali: la scelta di innalzare un mausoleo di marmo bianco nella poverissima città di Brazzaville, infatti, è un paradosso che nasconde una corsa alla conquista della nazione da parte di una politica decisa ad annientare la spiritualità tradizionale. Dai racconti e dai documenti, emerge la storia d'amicizia di Brazzà con Makoko Iloo I, leader spirituale delle gente di Batéké, davvero un'unione-faro nella sanguinosa storia dell'Africa coloniale, una comunanza di intenti che deve, a tutti i costi, essere difesa e riflettersi nell'attualità. Il viaggio di Idanna Pucci in Congo, l'incontro con il discendente del Makoko, l'opposizione alla costruzione del mausoleo escono così dal loro valore simbolico, trasformandosi in azioni concrete, in una forte denuncia di quello che troppo spesso viene sottaciuto.
In più di un momento si ha l'impressione che Africa nera marmo bianco sia quasi un film privato, appartenente soltanto ai discendenti di Brazzà che si sono opposti legalmente alla decisione di far erigere il mausoleo, ma basta allargare un po' lo sguardo per capire la portata di un lavoro certamente eccentrico, ma di indiscutibile portata morale.