Titolo originale | La loi du marché |
Titolo internazionale | The Measure of a Man |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Stéphane Brizé |
Attori | Vincent Lindon, Karine de Mirbeck, Matthieu Schaller, Yves Ory, Xavier Mathieu Paul Portoleau, Pierre-Jean Feld, Philippe Vesco, Christophe Rossignon, Noël Mairot, Catherine Saint-Bonnet, Roland Thomin, Hakima Makoudi, Tevi Lawson, Fayçal Addou, Dahmane Belghoul, Florence Herry-Leham, Agnès Millord, Irene Raccah, Christian Ranvier, Cyril J. Rolland, Sandrine Vang, Stéphanie Hurel, Soufiane Guerrab, Gisèle Gerwig, Saïd Aïssaoui, Rami Kabteni, Eric Krop, Françoise Anselmi, Jean-Eddy Paul, Samuel Mutlen, Christian Watrin, Guillaume Draux, Vincent Hauttecoeur, Sakina Toilibou. |
Uscita | giovedì 29 ottobre 2015 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 24 ottobre 2015
Thierry ha 51 anni e da un anno e mezzo è disoccupato. Quando finalmente trova un lavoro, entra immediatamente in crisi. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Cesar, In Italia al Box Office La legge del mercato ha incassato 369 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Thierry ha 51 anni, una moglie e un figlio disabile. È disoccupato, ha frequentato corsi di formazione che non gli hanno portato un nuovo lavoro e le sue ricerche non producono esiti positivi. Finché un giorno viene assunto in un ipermercato con il ruolo di controllo nei confronti di tentativi di furto. Tutto procede regolarmente fino a quando un giorno si trova davanti a un dilemma morale.
Il nuovo film di Stéphane Brizé esce con due titoli: quello francese è La loi du marchée l'internazionale A Simple Man. Entrambi centrano il senso del film. Perché Thierry è davvero un uomo semplice ma, allargando la lettura, possiamo anche dire che è semplicemente un uomo costretto a misurarsi con le leggi di un mercato che diventa di giorno in giorno un Moloch sempre più spietato che divora persone mostrando un volto apparentemente amichevole e solidale. Il regista francese ha realizzato un'opera di denuncia che, a partire dalla tipologia di produzione, guarda a un mondo economico che possa strutturarsi diversamente. Il film è infatti coprodotto da lui, Lindon e Rossignon con una rinuncia di una buona parte del loro salario che ha permesso di pagare normalmente la troupe.
Lindon ha poi accettato di recitare con una gran parte di non professionisti e anche in questo risiede un elemento di interesse. Perché il casting è stato realizzato selezionando persone che nella vita di tutti i giorni hanno le stesse mansioni che interpretano sullo schermo. Il film procede con una gradualità che non si trasforma nella tanto temuta (da una parte degli spettatori) 'lentezza' offrendo con questa scelta la possibilità di seguire il percorso di un uomo che ha perso il lavoro dopo 25 anni di attività perché la sua azienda ha 'delocalizzato' (termine accuratamente soft che si può agilmente tradurre in: 'si è traferita in un altro Paese in cui può sfruttare una manodopera a costo più basso e spesso priva di tutele'). Tutti sono gentili con lui, anche l'impiegata di banca che gli prospetta la morte e quindi la necessità di vendere la casa per acquistarne una più piccola e intanto magari accendere un'assicurazione sulla vita o chi gli fa colloqui per l'assunzione via Skype evitandosi il fastidio di averlo davanti a sé fisicamente. Vincent Lindon offre al suo Thierry la fisicità di un uomo solido anche moralmente. Una solidità che la società cerca di incrinare a poco a poco utilizzando l'arma del suo bisogno di lavorare.
La presenza del figlio disabile non è assolutamente necessitata dal bisogno di creare compassione. Ha invece il valore di 'segno' forte che ci accompagna verso la parte finale del film: proprio perché vive quotidianamente anche questo tipo di difficoltà Thierry si trova a disagio dinanzi a chi, in un supermercato, ruba non per vizio ma per necessità. Deve quindi decidere fino a che punto la 'legge' vada fatta rispettare anche perché scopre che può diventare un pretesto per licenziare. Oggi più che mai il motto evangelico "Il sabato è stato fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato" viene disatteso da chi, più o meno scientemente ma comunque sempre con effetti deleteri, ha deciso di adorare il dio Mercato.
LA LEGGE DEL MERCATO disponibile in DVD o BluRay |
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"La loi du marchè" è un film durissimo.Un film che ci guarda-ci vede-senza più speranza,vittime sacrificali di quel "cinismo del mercato" che è in realtà un concetto astratto ed esistente sol nella mente di chi ci vuole controllabili, manipolabili, condiscendenti e servi dominati dal bisogno.Un film retto quasi interamente dalle spalle larghe-larghissim [...] Vai alla recensione »
Una storia di ordinaria miseria in tempi di crisi economica: un uomo di mezza età tecnico disoccupato, stanco di lottare, alla disperata ricerca di lavoro, preso in giro negli uffici di collocamento, umiliato nei colloqui di lavoro, respinto quando chiede un prestito, ridotto a frequentare corsi in cui un deficiente ti spiega che è una questione di postura, sguardo, tono di voce se non [...] Vai alla recensione »
Come si deve giudicare un film come questo pieno di buone intenzioni e che propone dei dubbi importanti sul sistema economico nel quale viviamo ? Bene in ogni modo o dobbiamo osservarlo con spirito critico per come è stato svolto ? Penso di no . Un film è un film e questo non è riuscito completamente e non tanto per la sua lentezza che descrive correttamente il modo [...] Vai alla recensione »
Film di notevole intensità,la figura dell'essere umano travolta da un progresso inesorabilmente crudele,che offende la dignità delle persone,in un mondo non più nascosto in continua guerra per la sopravvivenza. La trama mette in evidenza oltre che la disorganizzazione del lavoro,anche l'egoismo di chi pur lavorando non riesce ad essere se stesso,rispetto ,dignità ,essere comprensivo ,sono tutte parole [...] Vai alla recensione »
La legge del mercato, gran bel film, più che mostrare il disagio, lo filma come effetto sulle reazioni del protagonista. Lindon è l’unico attore professionista in mezzo ad altri che non lo sono: agenti della sicurezza, banchieri, cassiere. E la sfera professionale convive anche con quella umana. La dimensione intima prevale prima di tutto.
Decisamente lento (i passi di danza durano almeno 4 minuti!) ma questo tipo di film ha un pregio, farti entrare senza eccessivo voyeurismo nella vita altrui, nella quotidianità altrui, nella disperazione altrui. La buona recitazione degli attori (credo non professionisti!) aiuta il regista (stephane brize’) a confezionare un prodotto utile, crudo e preciso nei passi (non quelli di danza rock, quelli [...] Vai alla recensione »
Ottimo film La legge del mercato. Il regista Stéphane Brizé ha strutturato la narrazione filmica con scelte stilistiche molto coraggiose, ispirate alla libertà espressiva, contravvenendo, in maniera schietta e profittevole, alle regole del linguaggio cinematografico consolidato. Thierry, interpretato da Vincent Lindon, attore di grande talento, è protagonista di una storia [...] Vai alla recensione »
E’ un film francese visto in concorso a Cannes, secondo qualcuno per motivi probabilmente nazionalistici, mentre altri potrebbero obiettare che il film vive della luce riflessa di Lindon. Forse, tuttavia, almeno quest’affermazione è vera solo parzialmente. L’interpretazione di quest’attore, finalmente insignito con un riconoscimento ufficiale nel suddetto [...] Vai alla recensione »
Altri ci hanno già raccontato l' attuale crisi economica dall' interno delle stanze dei bottoni, lì dove si fa girare il mondo come una roulette a suon di speculazioni e giochi di potere: le jeux sont faits rien ne va plus. La Legge del Mercato, insomma, che Stephane Brizé ci racconta vista, però, dalla parte di chi ha perso il lavoro e stenta a sbarcare il lunario.
Per fortuna, nonostante tutto, nonostante le leggi del mercato e delle multisale, dell'evasione a tutti i costi, si producono film come questo, e come "Due giorni, una notte" dei Dardenne (ma all'origine di tutto è probabilmente il capolavoro dei Dardenne, "Rosetta"), film che indagano e rappresentano lucidamente la realtà contemporanea nei suoi aspetti [...] Vai alla recensione »
Perso il lavoro come gruista il cinquantenne Thierry, marito e padre di un figlio disabile, accetta un incarico come vigilante in un centro commerciale. La sua precarietà professionale e le contingenti difficoltà economiche in cui versa però, non hanno scalfito il fondo di umanità e dignità personale con cui guarda ai piccoli e grandi soprusi di un mondo del lavoro [...] Vai alla recensione »
La legge del mercato di Stephane Brize / Thierry ha superato i 50 ed ha perso il lavoro da un paio di anni. Con pazienza cerca un nuovo impiego: i colloqui effettuati via Skype non danno risultati ed i corsi di formazione frequentati forniscono una preparazione alla quale manca sempre qualcosa per afferrare un nuovo lavoro. Ha un figlio disabile e probabilmente la moglie deve seguire il ragazzo senza [...] Vai alla recensione »
A parte la tematica interessante ma che comunque è già stata vista e rivista in altri film. L'interpretazione del protagonista è quasi assente. A parte una scena all'inizio e la scena della vendita del motorhome per tutto il film ci si limita a sguardi, mezze parole e poco più. Rimanere svegli è veramente un'impresa titanica. E il finale che arriva all'improvviso quando pensi che il film finalmente [...] Vai alla recensione »
Già il titolo "La Legge del Mercato" fa subito intuire che la tematica presentata nel film è dura e piuttosto spietata. Il protagonista (Vincent Lindon) è un uomo di 51 anni che da un anno e mezzo, in quanto ha perso la propria occupazione, cerca un lavoro stabile. Armato di buona volontà, egli è costretto a scontrarsi con la dura realtà economica [...] Vai alla recensione »
Ai tempi della crisi globale perdere il lavoro a 50 anni sta diventando "normale" e, come molti affermano, siamo solo all'inizio. Thierry è uno dei tanti e sconterà sulla propria pelle che il prezzo da pagare alla ricollocazione come vigilante in un supermarcato non sarà solamente la ricontrattazione al ribasso della propria forza lavoro e la perdita progressiva e inarrestabile??? di dignità non [...] Vai alla recensione »
Un padre di famiglia ha perso da mesi il proprio posto di lavoro e non sa come fronteggiare le spese della famiglia e soprattutto quelle per il figlio disabile. L'uomo riesce però a farsi assumere come vigilante in un supermercato dove dovrà fare i conti con la propria coscienza. Un po' Dardenne un po' Loach ma quì il regista è un bravissimo Brizè che [...] Vai alla recensione »
Non c’è niente da dire: i francesi meglio di qualunque altro sono stati in grado di mostrare con accenni di pacato malessere, il disagio di una perdita, lo spauracchio che incombe come tragedia in particolare tra quelli non giovanissimi: la perdita del posto di lavoro e la conseguente difficoltà di ricollocamento Ci sono casi, come ci ricorda Emanuelle Carrere in cui il travaso [...] Vai alla recensione »
Il protagonista è interpretato in maniera sublime. Una recitazione naturale e coinvolgente aiutata molto dal taglio delle inquadrature. LA storia è bella, ma credo che senza questo attore, non avrebbe reso altrettanto bene.
Un'opera ammirevole per le modalità in cui è stata girata, con attori perlopiù di strada, quindi a metà tra fiction e documentario. Sebbene lo scorrimento della vicenda sia piacevolmente asciutto, anche nei dialoghi, alla fine risulta fin troppo inquadrato in un realismo sempre uguale a sè stesso. I protagonisti della vicenda sembrano ripetere ogni volta [...] Vai alla recensione »
Il regista ha realizzato un'opera di denuncia del mondo del lavoro Thierry è un uomo semplice, solido moralmente, un uomo con un figlio disabile, un uomo che dopo 25 anni di attività perde il lavoro perchè la sua azienda si è trasferita in un altro paese dove la mano d'opera, senza tutele, costa molto meno. La legge lo permette. Thierry frequenta degli inutili corsi di formazione e cerca lavoro. Vai alla recensione »
Altri ci hanno già raccontato l' attuale crisi economica dall' interno delle stanze dei bottoni, lì dove si fa girare il mondo come una roulette a suon di speculazioni e giochi di potere: le jeux sont faits rien ne va plus. La legge del mercato, insomma, che Stephane Brizé ci racconta vista, però, dalla parte di chi ha perso il lavoro e stenta a sbarcare il lunario.
Apatico ,lento ,triste e quasi noioso fino gli ultimi 5 minuti. La grandezza del film sta tutta li,nel momento della scelta.. Il mercato va, gli uomini scelgono.. La scelta è grande e coraggiosa, da sapore a tutto il film. A tratti lento come un film asiatico ma carico di emozioni. Un buon film con un grande Lindon...
Le voci, le parole, i ritmi della vita. Un film sull'amore. Si, sull'amore profondo e sul rispetto che unisce tra loro i componenti la famiglia di Thierry. La dignità semplice. L'onestà nella sua versione più rara, quella con se stessi. Con discrezione, in punta di piedi, ti entra nell'anima, senza voler insegnare nulla. Film splendido.