Titolo originale | An |
Titolo internazionale | Sweet Bean |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Naomi Kawase |
Attori | Kirin Kiki, Masatoshi Nagase, Kyara Uchida, Miyoko Asada, Etsuko Ichihara Miki Mizuno, Miu Takeuchi, Saki Takahashi, Yurie Murata, Taiga Nakano, Wakato Kanematsu. |
Uscita | giovedì 10 dicembre 2015 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Cinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,99 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 31 marzo 2016
Tratto dal libro An di Durian Sukegawa, pubblicato in Giappone nel 2013, il film ha partecipato al Festival di Cannes 2015 nella sezione "Un certain regard". Il film ha ottenuto 1 candidatura a Asian Film Awards, In Italia al Box Office Le ricette della Signora Toku ha incassato 378 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Sentaro cucina dolci tipici in un chiosco di città, per ripagare un debito a vita. La sola compagnia che tollera è quella di una ragazzina senza mezzi, cui regala i pancakes non perfettamente riusciti. Un giorno, una vecchia signora di nome Toku si presenta da lui in cerca di un lavoro. La sua confettura di fagioli rossi è la più deliziosa che Sentaro abbia mai assaggiato, ma le sue mani sono sfigurate da una vecchia malattia, che l'ha tenuta lontana dalle altre persone per tutta la vita. Nello spazio di pochi metri e pochi giorni, i tre si regalano a vicenda la prospettiva che era stata loro negata fino a quel momento.
La Kawase si cimenta per la prima volta nell'adattamento letterario e la carta le rimane incollata alla dita, impedendole di librarsi come altrove nel suo cinema. I personaggi, per quanto indovinati, restano stretti nei loro ruoli-funzione, lasciando la sensazione che, liberati dal giogo della trama, avrebbero potuto dare di più. Solo apparentemente larga e comoda, come il cuscino che la vecchia signora cuce per scaldare le pause dal lavoro, la trama di An è in realtà una scatola stretta, come la cucina del chiosco di dorayaki, come la gabbia del canarino, che si chiude progressivamente fino ad identificarsi col rapporto sfiorato tra una madre che non è mai stata tale e un figlio che non ha fatto in tempo ad esserlo, con la loro comunicazione fuori tempo massimo, oppure appena in tempo. La stretta della narrazione coincide con la svolta tematica che ammorba la seconda parte del film, farcendola di una retorica del primigenio, che è da sempre una nota chiave della poetica della regista, ma qui si confonde, mescolando naturale con spontaneo, ingenuo, persino banale. Prima, mentre i personaggi prendevano posto nel quadro, quando era ancora tutto possibile, la Kawase mostrava invece quel che sa fare quando vuole, come sa filmare, facendoci sentire il profumo dei fagioli Azuki che ribollono nella pentola e il sapore totalmente differente di un dolce fatto per lavoro e di un lavoro fatto per dolce piacere.
Sotto le inquadrature insistite degli alberi di ciliegio, meraviglia naturale e gloria nazionale, si respira un'aria d'apertura ad un cinema più spendibile ma anche meno personale, nel solco di Poetry e A Simple Life, ma con un racconto ben più esile per fondamenta. Questa semplicità, che nel miglior cinema della giapponese si traduce in precisione e leggerezza, in solida essenzialità, qui non trova il giusto dosaggio nel mescolarsi con il tono fiabesco e l'esigenza drammatica. Forse Naomi Kawase cercava il gusto insolito, ma non ha avuto il coraggio di salare il dorayaki anziché zuccherarlo.
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Un film che ci accompagna in Giappone, dove nei mesi di Marzo e Aprile si assiste ad uno spettacolo straordinario, quello della fioritura dei ciliegi, celebrata con l'usanza dei giapponesi di godere della bellezza di questi fiori, passeggiando all’ombra del loro manto candido o sostando sotto gli alberi seduti o distesi. E proprio i fiori di ciliegio sono l’elemento poetico di [...] Vai alla recensione »
La signora Toku e' una esile vecchina che vive in simbiosi con la natura e sa preparare una deliziosa marmellata di fagioli per arricchire le focaccine dorayaki. Sentaro gestisce con poco successo una piccola bottega dove cucina quasi controvoglia dorayaki di gusto scadente e con pochi clienti. Le loro vite si incontreranno casualmente. Le mani malate della signora Toku prepareranno per Santero ottimi [...] Vai alla recensione »
Tratto da un best seller giapponese, "Le Ricette della Signora Toku" è un film purtroppo che risulta poco originale, per quanto in sè piacevole. La vicenda ruota interamente intorno ad un giovane uomo che lavora presso un ristorante in cui si preparano i dorayaki, i famosi dolci giapponesi. Un giorno egli viene avvicinato da un'anziana donna, la signora Toku appunto, [...] Vai alla recensione »
Il piacere che ho provato a gustarmi un film delicato e dolce... La regia, la recitazione, la storia avvolgente. La prima parte del film è praticamente perfetta e mi ha catturato totalmente; ero lì davanti al chiosco, anch'io sotto gli alberi di ciliegio fioriti, inebriato dai profumi dei dolci giapponesi e dalla leggerezza incantevole delle parole della Sig.
Ho avuto il piacere di vedere questo film al cinema. Forse la trama non è originalissima ma il film è toccante e mostra molteplici aspetti della natura umana: Solitudine, comprensione, discriminazione, pentimento e anche allegria. Penso che un film del gnere meriti almeno un'opportuinità.
Secondo me è un film che merita di essere visto: fa ridere, commuove e fa riflettere. La trama forse non sarà originalissima ma non è un film banale.
per apprezzare questo film,tristissimo e poetico,bisogna amare i film intimistici con ritmi lenti o anche molto lenti come in questo caso.ambientato in Giappone si assapora parte della cultura giapponese,l'amore per la natura,la gentilezza....ti lascia, comunque,una grande malinconia per la drammaticità del contenuto.
E' abbastanza poetico, ma anche "pratico". Non ho mai assaggio An, ma ho capito il senso del film. I sanatori sono un "male" necessario, le malattie da comportamenti scorretti vanno trattate con attenzione...
Non si allarmi lo spettatore nauseato dall'inflazione su piccoli e grandi schermi di cuochi super-stellari, in questo film la cucina è poco più che un pretesto per parlare di altro, della capacità di degustare lo scorrere del tempo e l'incanto della natura (splendidamente fotografata) con le proprie sottilissime voci, per esplorare, con grande delicatezza e rispetto, [...] Vai alla recensione »
La signora Toku è un film pieno di poesia. E' il dorayaki, famoso dolcetto giapponese, a permettere a due persone sole, con un passato difficile alle spalle e un forte bisogno di essere comprese e ascoltate, di incontrarsi e affezionarsi. Un film che racconta i colori e profumi del Giappone e che insegna ad andare oltre le apparenze per trovare l'anima vera delle cose e, soprattutto, [...] Vai alla recensione »
Le ricette della signora Toku è, a mio parere, un film che merita di essere visto. Ottimi attori, regia delicata, immagini bellissime...insomma, una storia che arriva dritta al cuore - e allo stomaco!
Pensavo meglio. Il film è valido, abbastanza triste il finale, ma oltre ad essere lento, non cattura o emoziona tanto.
Sotto festività natalizie un piccolo film così prezioso, così sottovoce rispetto agli intrattenimenti chiassosi o più muscolosi, rischia l'invisibilità. E invece merita attenzione. La regista giapponese Naomi Kawase (46 anni), già distintasi in passato per il Gran premio speciale della giuria del festival di Cannes al suo Mogari no mori (La foresta del lutto, 2007), ha scelto un'altra storia della [...] Vai alla recensione »
Scordatevi Masterchef, dimenticate i cinepanettoni, sparecchiatevi dagli occhi il foodporn di Instagram: qui il cibo è, ancora, dell'anima. Ce lo porta in sala la nipponica Naomi Kawase, regista ultrasensibile, mai così accessibile: Le ricette dello signora Toku sta dalle parti del Pranzo di Babette, Tompopo e pochissimi altri per come impasta magistralmente cinema e cucina, empatia e gusto.
Il titolo originale è An, dal nome della marmellata di fagioli che accompagna i dorayaki, dolci della tradizione giapponese. «Sono cmquant'anni che faccio l'An. La marmellata di fagioli va fatta col cuore, figliolo». Ore e ore di preparazione, tenere in ammollo i fagioli azuki, sciacquarli, falli bollire a fuoco lento e poi unirli allo zucchero, mescolarli con grazia facendo attenzione a non far bruciare [...] Vai alla recensione »
Originale, delicata commedia giapponese. Dice subito no l'indebitato pasticcere Sentaro quando al suo chiosco di pancake chiede lavoro l'anziana signora Toku. Mi spiace, settantacinque anni sono troppi. Poi assaggia la marmellata di fagioli rossi lasciata in prova: squisita. Ok, l'assumo. E spunta un lontano segreto. Perfetta la prima parte, tra le pentole in ebollizione, lo stupore del gestore e la [...] Vai alla recensione »
Giuliano Gemma e Bud Spencer sostenevano che anche gli angeli mangiassero fagioli. La signora Toku (Kirin Kiki), forse, non è un angelo anche se spunta dal nulla come il Clarence de La vita è meravigliosa (1946) per stravolgere in meglio l'esistenza dello scorbutico Sentaro, venditore di dorayaki, ovvero dolci con pastella farcita di crema di fagioli.