Cattivi vicini 2

Per la seconda volta dopo Cattivi vicini il party boy Teddy, ne suo reiterato rifiuto di diventare adulto, si scontra contro gli sposini Mac e Kelly che hanno invece scelto di mettere su famiglia e dimenticare i giorni selvaggi del college. Ma questo è solo l'inizio: ben presto i tre troveranno un nemico comune contro cui allearsi, ovvero un trio di matricole decise a mettere in piedi la prima sorority derattizzata dagli stereotipi sessisti (ma non dalla compulsione ad organizzare baccanali). Peccato che quella sorority sorga proprio accanto al nido d'amore di Mac e Kelly, incinta per la seconda volta, e sconvolga i loro piani di vendere la propria casa al miglior offerente.
Lo sceneggiatore-regista Nicholas Stoller, che ha alle spalle i più recenti Muppet movie e che freqeunta il giro di Judd Apatow (ma non ne ha il talento iconoclasta), fa leva su tutto ciò che sappiamo dei college film, da tempo diventato un genere cinematografico a sé, per costruire una storia che mescola gag puerili (anche nel senso migliore del termine) e consapevolezza sociale (la coppia gay, il neofemminismo) cercando di dare un colpo a cerchio e uno alla botte. In alcune scene funziona, soprattutto grazie all'abilità degli interpreti fra cui spicca un Zac Efron vittima involontaria dei propri addominali e di una (non)cultura che premia l'avvenenza rispetto alla profondità. Seth Rogen è invece più che prevedibile nei panni del nerd che ha deciso di crescere anche perché quegli addominali non li avrà mai. La sorpresa del film sono le due protagoniste: Rose Byrne, mogliettina perbene dalle derive semipsicotiche, e Chloe Grace Moretz, leader della sorority dalle idee confuse e la grinta inarrestabile.
Stoller dà il (suo) massimo nelle gag fisiche, vedi quella che ha luogo nel garage degli sposini, e il peggio nelle tirate moraliste, e la demenzialità dell'insieme è controbilanciata dall'empatia verso tutti i personaggi e dalla tenerezza palpabile nelle loro interazioni. Se buona parte dell'ethos statunitense, che caratterizza anche film ben più "impegnati" come Tutti vogliono qualcosa, è basato sul senso di fraternity come antidoto all'individualismo rampante, qui ci si avventura nel contrasto fra le nuove sensibilità sociali e la "vecchia scuola" machista e gaudente cui le ragazze della sorority cercano di attribuire uno spin femminile, sottraendosi all'imperativo dell'appiattimento su stereotipi decisi dai maschi. Ma non si fa la rivoluzione, semplicemente si gioca su quanto ci hanno insegnato le saghe di Porky's e American Pie, con meno risate e meno innovazioni tematiche o stilistiche. 