Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Canada |
Durata | 97 minuti |
Regia di | François Delisle |
Attori | Sébastien Ricard, Fanny Mallette, Geneviève Bujold, Pierre Curzi, Antoine L'Écuyer Luc Senay, Didier Lucien, Simon Poitras, Marcel Pomerlo, Luc Sicard, Marie Magistry, Cynthia Gates, Josee Lalonde, Marcel De Hêtre, Michiel Schrey, Normand Richard, Yves Saint-Amand, Xavier Brossard-Ménard, Catherine-Amélie Côté, Doris Rhéaume, Daniela Schmidt, Mathias Roussier, Sarianne Cormier, Sylvain G. Bissonnette, Luc Bouille, Omar Falcon, Jean-François Lagacé, Michel Mongeau, Joel Gonzalez Estrada, Guang Xu Jason Xiang, Efrén Mendez Avalos, Claude Moïse, Louise Ménard, Ben Shemie, Joseph Yarmush, Max Henry, Liam O'Neill. |
Tag | Da vedere 2015 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 11 febbraio 2015
CONSIGLIATO SÌ
|
Hugo aveva otto anni quando è scomparso. Dopo che le ricerche non avevano condotto ad alcun risultato i suoi genitori Christophe e Irène si sono separati. Lui si è stabilito in Messico ed accompagna i turisti in escursioni sull'oceano e lei è rimasta a Montreal a cantare con l'ensemble specializzato in mottetti medioevali di cui faceva già parte. In seguito alla confessione del pedofilo che aveva sequestrato e poi ucciso il bambino i due debbono ritrovarsi per le dolorose incombenze relative al riconoscimento dei resti e alla loro inumazione.
François Delisle affronta con grande sensibilità un argomento che, per il livello di aberrazione da un lato e di dolore incommensurabile dall'altro, è intrinsecamente difficile da portare sullo schermo. Sin dalle prime inquadrature si ha l'immediata sensazione che la cifra stilistica sia quella giusta. In un bianco e nero estremamente curato si mostra una porta che verrà aperta per far entrare un detenuto. È l'uomo che confesserà l'uccisione del bambino dieci anni dopo i fatti. Nulla di morboso nel suo interrogatorio ma la consapevolezza della riapertura di una ferita mai rimarginata. Perché la scomparsa di Hugo non ha compattato i suoi genitori ma anzi ha ottenuto l'effetto contrario: li ha rinchiusi in un monadico complesso di colpa unito alla disperata consapevolezza di un'impotenza a cui non poter porre rimedio.
Ora è la certezza della sua morte, sono le poche ossa rimaste a metterli di fronte a una realtà nuova che bisogna decidere se affrontare ridivenendo coppia o soltanto affiancando per un numero limitato di giorni un'esistenza all'altra. È su questo piano che Delisle esercita la sua notevole capacità di fare cinema mostrando, senza alcuna pretesa di fare distinzioni di genere, (maschile/femminile) due adulti che non possono che restare genitori per sempre ma che si pongono dinanzi al ritrovarsi e al 'ritrovare' il figlio su due posizioni solo parzialmente convergenti.
Nei loro sguardi, nei loro gesti nelle relazioni con i rispettivi genitori (la madre lei, il padre lui) la macchina da presa riesce a leggere al contempo con lucidità e partecipazione.