Titolo originale | My Italian Secret: The Forgotten Heroes |
Anno | 2014 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Oren Jacoby |
Attori | Andrea Bartali, Suor Benedetta, Pietro Borromeo, Giorgio Goldenberg, Charlotte Hauptmann Wanda Lattes, Robert Loggia, Riccardo Pacifici, Isabella Rossellini, Ugo Sciamanno, Ursula Konig Selig, Gaia Servadio, Piero Terracina, Mercedes Virgili, Grazia Viterbi. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 9 ottobre 2014
Perché qualcuno dovrebbe rischiare la propria vita per fare la cosa giusta e proteggere la vita di un estraneo?
CONSIGLIATO SÌ
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Italia, 1938: il governo Mussolini vara le leggi razziali e gli ebrei sono mandati al confino o perseguitati. L'80 per cento di loro si salva grazie al senso civico di alcuni connazionali, e nonostante questo si calcola che ne morirono circa 8 mila. L'anno prima Gino Bartali aveva vinto il Giro d'Italia (dopo quello del '36, ne vincerà un terzo nel '46). Il figlio Andrea, seguendo la confessione che il padre gli fece negli ultimi anni di vita, indaga sull'attività che il ciclista, che rifiutò il titolo di "campione ariano" gli aveva chiesto di non rivelare (perché «il bene si fa ma non si dice»): quella di staffetta di documenti d'identità falsi, nascosti nel telaio della sua bici, recapitati a una rete segreta di monasteri e conventi e destinati agli ebrei nascosti.
Grazie alla complicità di alte figure della Chiesa, come Elia Dalla Costa, vescovo di Genova, tutto ciò accadeva nelle tappe dei suoi "allenamenti" tra Firenze, Genova e Assisi. Il riaffiorare di questa storia ancora poco nota è l'occasione per intervistare altri ebrei italiani salvati dai cosiddetti "giusti". Esuli per forza, come Charlotte, Gaia, Ursula, che oggi tornano nel Paese per riappacificarsi coi ricordi di una pericolosa clandestinità e di un vergognoso clima fratricida. Il più giovane di loro è Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma e nipote dell'omonimo rabbino di Genova, catturato dai nazisti.
La genesi e il finanziamento di My Italian Secret si devono al produttore americano di origini italiane Joseph Perella, ispirato da un articolo del '93 apparso nel "Wall Street Journal" sugli analoghi italiani del più noto Oskar Schindler ritratto da Steven Spielberg in Schindler's List. Il regista Oren Jacoby è stato candidato all'Oscar nel 2005 per Sister Rose's Passion, su una suora domenicana che si batté contro l'antigiudaismo della chiesa più conservatrice, e autore di Constantine's Sword, sulle derive antisemite di certi esponenti cattolici. Proprio girando quest'ultimo ha conosciuto uno degli intervistati di My Italian Secret, Piero Terracina, testimone diretto del rastrellamento nel ghetto ebraico di Roma (16 settembre 1943) e scampato alle atrocità di Birkenau.
La preoccupazione primaria del film risiede più nell'urgenza di raccogliere testimonianze dirette e particolareggiate di persone oggi anziane che nella ricerca di una preziosità registica. La stessa voce di Bartali è prestata in inglese da Robert Loggia e sottotitolata in italiano, sottintendendo la destinazione del film a un pubblico anglofono. Se l'apparato fotografico e di filmati d'archivio del periodo bellico è corposo, le ricostruzioni a colori dei ricordi degli intervistati sono dirette in modo fin troppo didascalico. L'attenzione su Bartali e altri giusti meno noti (come il medico del Fatebenefratelli di Roma Giovanni Borromeo, che s'inventò una malattia per destinare un intero reparto a ebrei clandestini) non cercano la via del medaglione eroico, semmai ne ribadiscono la normalità, insieme al valore universale della solidarietà e del rispetto della vita umana. Anche a rischio della propria vita. Opera fortemente educativa, contro ogni retorica su razza e patria, che ammonisce sul pericolo di indifferenza in tempo di guerra e dimenticanza in tempo di pace.