Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Palestina |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Suha Arraf |
Attori | Nisreen Faour, Ula Tabari, Cherien Dabis, Maria Zreik, Nicholas Jacob Hussein Yassin Mahajne, Evelyn Kaplun, Eli Rezik, Doraid Liddawi, Diana Zreik, Jawaher Shoufani, Oriette Zaknun, Maria Zriek. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 18 marzo 2015
Tre sorelle vivono recluse in una villa, finchè una loro giovane nipote non le costringerà a fare i conti con la realtà intorno a loro.
CONSIGLIATO SÌ
|
Juliette, Violette e Antoinette, tre sorelle nubili appartenenti all'aristocrazia cristiana di Ramallah, faticano ad accettare la realtà contemporanea, l'occupazione dei territori e la fuga in massa della nobiltà locale, e vivono rinchiuse nella loro villa, aggrappandosi disperatamente alla nostalgia delle glorie passate. Quando nella loro vita e nella loro casa entra la giovane Badia, nipote orfana dei genitori, i loro precari equilibri saltano una volta per tutte.
Per preservare il nome della famiglia, le sorelle cercano di sposarla ad un buon partito del loro credo, ma Badia non è come loro, non ha smesso di guardare il mondo e il suo sguardo incrocia quello di Khaled, un musulmano proveniente dal campo profughi di Kalandia.
Regista, sceneggiatrice e produttrice palestinese, Suha Arraf si è già fatta apprezzare a livello internazionale come documentarista e autrice dei film La Sposa siriana e Il giardino di limoni. Villa Touma è il suo debutto nel lungometraggio narrativo, ma è evidente che l'occhio della documentarista le è stato prezioso per scovare i luoghi e le consuetudini di una classe sociale che, nell'odierna Ramallah, vive "dietro" la città e nonostante essa. Un soggetto insolito, in qualche modo anch'esso lontano dai temi del cinema israelo-palestinese del presente, che parla di collaborazionismo e di checkpoints e delle urgenze dei nostri anni. Eppure un soggetto che riflette esattamente sul tempo, su quanto ingannarlo voglia dire ingannare se stessi e sul paradosso temporale che ripropone oggi nei tanti Romeo e Giulietta divisi dalla religione anziché dal casato, una tragedia elisabettiana o forse antica quanto il mondo.
Al di là della trama, però, Villa Touma è soprattutto un film di immagini. Il "muro" della villa, che Khaled deve scavalcare al buio della notte, il tremolio delle porcellane da tè fattesi troppo leggere per venir sorrette dal polso irrequieto delle ragazze di oggi, i costumi e le pettinature anni Sessanta nei quali si sono congelate le sorelle Touma, incapaci di scendere a patti con le conseguenze della guerra del '67, che le fanno apparire come bizzarri esemplari di un circo in via di estinzione.
La regia di Suha Arraf si attiene al consiglio che la maestra di pianoforte dà a Badia nel film, quando le suggerisce di sentire la musica e di vivere con partecipazione emotiva i suoi movimenti interni anziché preoccuparsi della tecnica di esecuzione, perché quella verrà di conseguenza. La regista entra nella villa con la stessa empatia, assecondandone tanto il tema freddo che le irruzioni di vitalità.
Villa Touma Un film di un’estetica ed eleganza rare, Villa Touma della stessa sceneggiatrice e regista di Il giardino dei limoni e La sposa siriana, Suha Arraf, indaga la fondamentale concezione oggi di nazione, di appartenenza, d’identità. Ragionando sempre per metafore e allusioni, il film è perfettamente riuscito sia nell’intelligenza e raffinatezza [...] Vai alla recensione »
Villa Touma di Suha Arraf L’ipocrisia e l’indifferenza di una aristocrazia che vive nel passato chiudono la porta in faccia alla realtà della Palestina attuale. Tre sorelle, Juliette, Violette e Antoinette, chiuse nella loro Villa a Ramallah rifiutano di vedere ciò che le circonda. Nella loro ostinata visione di un mondo fatto di regole e rituali ripetitivi finalizzati a conservare una [...] Vai alla recensione »
A Ramallah, la più occidentale delle città della Cisgiordania, c'è una grande villa, di proprietà di una famiglia cristiana altolocata. Ci vivono, quasi rinchiuse, tre sorelle nubili, che non accettano i fatti recenti che hanno drammaticamente segnato quel territorio. Aggrappate alle rassicuranti convenzioni di una società che non c'è più, [...] Vai alla recensione »